Io, il mio gatto, lo adoro. Lo adoro anche se gli ho dato un nome originale, Nevruz, in omaggio ad una festa araba e causa un allora imminente viaggio in Turchia. Eh, sì. Il tempo vola e Nevruz ha quasi 10 mesi. Da un gattino timido e gracile che non poteva nemmeno saltare da quant’era magro è diventato un gattone di quasi sei chili. Bello, rosso e bianco, tigrato e dal pelo lucido, il mio gatto è il re del divano. Ma come i bambini devono prima o poi lasciare il caldo nido per andare alla scuola materna, anche il mio gatto deve evolversi e crescere. Specie perché io vivo al limitare di un bosco, in una zona dove passano pochissime macchine e dove la natura regna sovrana. Quindi, mio caro Nevruz, ora che fa caldo vai e esplora il mondo. Peccato che il mio gatto sia recalcitrante, forse esemplare tipo della specie felinus addivanatus. Certo, all’inizio abbiamo cominciato con un paio d’ore e siamo restati in casa. E lui, titubante giocava in giardino per poi rientrare frettoloso. Ora, con una prova di forza dell’Amoremio, lo lasciamo fuori tutto il giorno mentre noi siamo al lavoro. Tanto se andrà a caccia. E’ un felino. Vedrai che ci riporterà anche le sue prede come trofeo!!!! Eppure il mio gatto è sì bellissimo, ma cacciatore come Silvestro. Quest’inverno ha avuto la peggio con una cimice, per dire. Così i giorni passavano e di prede nemmeno l’ombra, anzi dalla terrazza vedevo il mio rosso amorino inseguire le foglie secche nel prato. Finché stamattina, mentre io ero impegnatissima in una furibonda litigata con l’armadio, sento miagolare con insistenza maniacale. Esco dalla camera, vado in corridoio e lì incontro l’Amoremio. Insieme apriamo la porta di casa e ci troviamo davanti Nevruz che, tutto tronfio, reca sotto la zampa la sua prima preda. Mrrrrriaooo! Sposta la zampa e la vedo. Lì. La sua preda. Una pila stilo. Ammaccata, anche. Lo ripeto: una pila stilo. Una. Pila. Stilo. U-N-A P-I-L-A S-T-I-L-O. Ammaccata, per di più. Tutto tronfio la fa rotolare col muso sin dentro casa e la posiziona accanto al topolino finto e alla molla di stoffa, suoi giochi preferiti. Fatto ciò inizia a rotolarsi per ricevere i giusti e doverosi grattini dei suoi padroni. L’ha scelto tu questo gatto. Non è normale mi apostrofa l’Amoremio E’ solo un gatto ecologista lo gelo io. Faccio spallucce e inizio a coccolare il mio guerriero. Anzi, tutti e due, per non fare torto a nessuno. Certo che il gatto che fa la raccolta differenziata ce l’ho solo io. Meglio di certa gente, mi viene da aggiungere…