Ci ho messo del tempo. Degli anni, in verità.
A dispetto dei pochi spazi che bisognava compilare. Solo 18. Una passeggiata rispetto alle solite raccolte punti.
E, all'inizio, sembrava che la cosa potesse procedere abbastanza celermente. Due, anche tre volte all'anno, potevo riempire uno di quegli spazi. Ma era un'illusione.
Nonostante ciò, ho insistito.
Con costanza.
Con perseveranza.
Con pazienza.
Sempre anelando il giorno in cui anche l'ultimo spazio sarebbe stato riempito.
Ma l'età avanza. E la memoria è fallace.
L'ultimo spazio lo avevo già riempito la scorsa volta. Ma lo avevo dimenticato, riposto nel cassetto insieme alla scheda e a tutti i suoi sogni.
Così, stamattina, ho trovato la splendida sorpresa.
Non c'è niente di più bello di una buona notizia quando meno te lo aspetti.
Vado di corsa a consegnare la scheda, già pregustando i magnifici premi in palio tra cui avrei potuto scegliere. E ogni passo era un nuovo premio.
Una macchina.
Un viaggio.
No, no, che dico? Il giro del mondo.
Quando arrivo vedo altri come me.
Ci guardiamo negli occhi con lo stesso sguardo, leggendovi quel misto di ansia, curiosità e smarrimento.
E' il mio turno, finalmente, e mi sento come sotto esame.
Sceglierò bene? Avrò tempo di valutare i pro e i contro di ogni premio? So cosa desidero veramente?
Porgo la scheda soddisfatta, con un sorriso a raggiera che illuminerebbe persino le notti antartiche.
L'impiegato non sembra farci caso. E' indaffarato. Forse lui non ha ancora finito la sua raccolta.
Poi, il sorriso mi si spegne lentamente sul volto.
Nessun premio. Nessun sogno. Nessun desiderio esaudito.
Solo un'altra tessera elettorale.
Per ricominciare daccapo...
Articolo originale di Federica Rossi per Poco sex e niente city.
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