La radio è stato e rimane il mezzo di comunicazione più diffuso in Africa, al di là della tv e ,ultimamente, dei computer per chi ne possiede uno.
Furono le potenze coloniali, nel secolo passato, ad installarla per rafforzare la propria autorità sulle colonie.
Infatti la nascita della radio è collegata all'installazione, all'epoca, di una rete di telegrafia senza fili, il cui scopo precipuo era collegare le città europee ai coloni in Africa.
Le prime emittenti radiofoniche vedono la luce nel 1924 in quella che si chiamava Unione Sudafricana.
Ma la prima emittente vera e propria nasce a Dakar, capitale allora dell'AOF, ossia dell'Africa Occidentale Francese, nel 1939.
Diviene gradualmente un mezzo d'istruzione sanitaria e agricola per gli abitanti del luogo, specie per quelli residenti nei villaggi rurali.
E ,più tardi, anche di alfabetizzazione primaria per gli adulti.
Con l'avvento dei transistor la diffusione della radio in Africa si è successivamente centuplicata.
La radio, infatti, raggiunge tutti, anche i meno istruiti.
Grazie ad essa si possono seguire gli avvenimenti sportivi, specie il foot- ball che agli africani piace tanto.
E poi gli eventi politici.
Nel 1939, cioè prima dell'inizio del secondo conflitto mondiale, in Africa i governatori di Uganda, Tanzania e Kenya fanno installare dei ripetitori e la BBC moltiplica le sue trasmissioni d'oltremare per contrastare in Africa meridionale la presenza tedesca.
Nel 1940 la radio arriva in Congo-belga con la sua prima stazione installata e subito dopo in Sudan.
Durante la seconda guerra mondiale viene utilizzata per disturbare la propaganda italiana.
Invece nel 1941 nasce in Etiopia, finalmente, la prima stazione radio, indipendente dal potere coloniale.
Anche oggi, purtroppo, nessuna verginità per le radio in Africa.
Perché?
Perché la BBC inglese, Radio France Internationale, Voice of America, Radio Mosca e la radio tedesca hanno di fatto il monopolio dell'informazione in Africa.
E solo la Nigeria, Paese popoloso e ricco, nella consapevolezza di questo scomodissimo monopolio, ha messo in piedi, come per altro ha fatto con l'industria cinematografica locale, diverse emittenti di Voice of Nigeria, i cui messaggi sono destinati sopratutto ai nigeriani all'estero.
RTLM, più nota come Radio-Televisione Mille Colline, nasce invece in Rwanda nel giugno del 1993 ad opera della Coalizione per la Difesa della Repubblica, una formazione estremista hutu,vicina al presidente del momemento, l'hutu Habyarimana, un anno prima di rendersi protagonista della più efferata "caccia all'uomo" proprio attraverso i suoi microfoni.
Mi riferisco all'aprile 1994, data d'inizio dell'ultimo genocidio in ordine di tempo che la Storia dell'umanità ricordi.
Quello che ,nelle principali città del Rwanda ma anche in villaggi rurali e in foresta, ha ucciso circa un milione di persone tra tutsi e hutu moderati.
E lo ha fatto esclusivamente per sete di potere incontenibile.La peggior lebbra umana.
Inizialmente doveva apparire che RTLM avesse solo lo scopo di contribuire allo sviluppo della società ruandese.
Nei fatti, ahimé,, l'obiettivo era diffondere la propaganda dell'odio etnico teorizzato da "I dieci comandamenti hutu". Ossia un famigerato manifesto razzista antitutsi, partorito da Hassan Ngeze, Ferdinand Nahimana e Jean Bosco Barayagwiza.
Il tutto in prospettiva della "soluzione finale" e cioé lo sterminio definitivo dell'etnìa tutsi.
Per potenziare e far giungere la propanganda anche nei luoghi più remoti, si creano anche Radio Rutomorangingo e Radio Democrazia e il quotidiano "Kangura", che vomitava allora odio da ogni riga scritta.
In tal modo la strategia mediatica per l'eliminazione dei tutsi era perfetta come nelle intenzioni di chi fin dall'inizio l' aveva architettata.
Attualmente le radio locali sono tante in Africa.
Ma come anni addietro alcune erano espressione del potere coloniale, oggi, quelle nate di recente, sono comunque espressione dei diversi partiti e movimenti politici, che possono, con la loro influenza, cambiare anche il corso della Storia nei singoli Stati.
Pertanto sono oggetti "pericolosi" da maneggiare con cura.
I cui effetti possono essere davvero sorprendenti.
Ieri come oggi e oggi come ieri.
Basti ricordare il "caso" Rwanda.
Pertanto non sottovalutare mai nulla in terra d'Africa.
Specie radio, tv e web.
Anche la"primavera araba" ci ha insegnato ultimissimamente qualcosa nell'era del web e degli internauti.
Teniamolo a mente. Sempre.
A cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)