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Una persona colpita da radiazioni può rendere radioattivo un altro essere umano e provocargli le sue stesse malattie? È la domanda che si sono posti degli studiosi statunitensi e la risposta sembra essere affermativa. Tempo fa erano stati condotti degli esperimenti su cellule umane in laboratorio: dai test emergeva che la radioattività poteva essere potenzialmente trasmissibile anche tra esseri viventi, ma mancava una prova concreta. Ora questa prova arriva da esperimenti condotti sulle trote. Gli scienziati hanno bombardato una coppia di trote con raggi X, per poi metterle a contatto con un’altra coppia di trote sane, mentre nella vasca dapprima occupata dai pesci radioattivi venivano lasciati liberi altri due esemplari ittici della medesima famiglia. Dopo qualche settimana, gli scienziati hanno prelevato campioni tessutali dai diversi animali coinvolti nei test, e hanno visto che in ognuno di essi c’erano cellule morte a causa di elementi radioattivi, e la presenza di proteine spia che indicano che un certo organismo è stato contaminato. Anche nell’uomo potrebbe dunque accadere la stessa cosa; ma gli esperti aspettano di compiere nuovi studi prima di pronunciarsi ufficialmente. Innanzitutto c’è da individuare il mediatore chimico che consentirebbe agli atomi radioattivi di passare da un corpo all’altro. La notizia fa comunque scalpore: ché un conto è sapere che un indumento radioattivo emana radiazioni (si pensa ai camici usati nelle centrali nucleari), capo che poi può tranquillamente essere eliminato, un altro è sapere che anche un uomo può essere “infetto” per via delle radiazioni e “infettare” il prossimo. Lo studio è stato condotto dai biologi della McMaster University dell’Ontario (Canada), guidati Colin Seymour e Carmel Mothersill, e pubblicato sulle pagine della rivista Environmental Science & Technology