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Dall'opera d'arte di Vermeer, per arrivare al libro, fino a giungere al film: il titolo La ragazza con l'orecchino di perla rappresenta tutto questo. Io mi soffermerò sulla lettura del libro che, lo confesso, all'inizio mi ha messo in difficoltà. L'autrice, Tracy Chevalier, utilizza uno stile che ripete anche in altre opere: ritmo lento, particolari ben descritti, narrazione in prima persona. Griet, la giovane ragazza che il celebre pittore riprodurrà in un quadro è l'io narrante: personalità modesta, ma decisa, ricca di sentimenti e sfumature. Ricalca bene il ceto sociale meno abbiente, così come le descrizioni sulle differenze tra cattolici e protestanti dell'Olanda del Diciassettesimo secolo. E' bella e lineare la scrittura di Chevalier ma, nonostante ciò, non sono riuscito a entrare nel libro completamente. La tensione che tanto si attende in un libro l'ho trovata solo nelle ultime pagine. Mi aspettavo qualcosa di più avvincente e personaggi più elaborati. Rimane, nel complesso, una buona lettura.Raccomandato agli amanti della storia dell'arte e a coloro che preferiscono i libri dal ritmo sobrio.
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