La poteva affrontare la morte se solo non avesse fatto troppo male, basta dolore, l’acqua era vicina…gli uscì solo la parola “dove” prima che l’acqua si aprisse e lo inghiottisse rompendogli le ossa e riempiendogli la bocca, ma non fece per niente male.
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Si prova una sensazione strana quando si legge qualcosa e sembra che le parole si rivolgano proprio a noi, a noi solo.
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Che bambini siamo, pensa, quando siamo felici.
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Da quel momento in poi ci furono due Perla: una tutta superficiale, che prendeva bei voti, aveva amiche simpatiche, sorrideva un sacco e pensava che tutto andasse a meraviglia, e una segreta, sotto la superficie, dove peccato, vergogna e domande giacevano sepolti vivi come mine antiuomo.
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Poi lei si avvicina. Ha gli occhi umidi. E a voce bassissima dice, So che sei.
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Ci sono esperienze nelle quali solo tu puoi entrare, che solo tu puoi contenere. Troppo grandi per essere condivise.
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A volte, se siamo molto fortunati, chi ci ascolta riesce a cogliere un frammento autentico di ciò che volevamo dire, come una scintilla in una stanza buia, ma mai tutto in una volta.
Un po’ di frasi estrapolate qua e là da questo bel libro di Carolina De Robertis e messe in ordine sparso in maniera da riportarle cercando allo stesso tempo di non svelare troppo della storia.
Il suo La ragazza dai capelli di fiamma è stata una gran bella sorpresa per me che, come da abitudine, scelgo quasi sempre le mie lettura senza conoscere nulla o quasi della trama.
Gran bella esperienza di lettura perché questo libro racchiude all’interno delle sue pagine una moltitudine di contenuti diversi tra loro.
La storia racconta e svela a chi non ne fosse a conoscenza, il dramma e la crudeltà del fenomeno chiamato dei desaparecidos e lo fa in una maniera tale da poter essere compresa di diritto tra i libri consigliati tempo fa da Roberto Saviano nel corso del programma La Bellezza e L’Inferno ormai diventata famosa per i suoi consigli di lettura.
A differenza di altri testi con contenuti simili, nel caso de La ragazza dai capelli di fiamma non ci troviamo di fronte ad un saggio, una biografia, un memoriale oppure una raccolta di racconti, ma ad un romanzo vero e proprio e forse è questo tipo di scrittura che rende più facile affrontare certi argomenti.
Seguire una storia e lasciarsi trasportare verso vicende anche estremamente pesanti, non richiede infatti lo stesso livello di determinazione e di interesse che sono necessari per decidere di prendere tra le mani un saggio sullo stesso argomento e portarlo poi a termine.
La trama di un romanzo di per sé accattivante, può fungere da sprone verso se stessi e fornire quello stimolo che magari per una lettura “troppo seria” come un saggio non sarebbe sufficiente.
E’ la stessa differenza che passa tra un film romantico, avventuroso o drammatico che dir si voglia, ma ambientato in un determinato contesto e un documentario sullo stesso periodo.
Ben vengano allora i libri di questo tipo perché portano racchiusa all’interno delle pagine certamente anche una funzione sociale:
tra dieci o venti anni sarà più facile ricordare la crudeltà dei desaparecidos grazie alla nostra lettura della storia di Perla, la protagonista del romanzo, piuttosto che attraverso una serie di altri strumenti, i quali risultano sicuramente indispensabili qualora si voglia approfondire l’argomento, ma che non hanno lo stessa capacità di agganciare e mettere in funzione i meccanismi della memoria.
Tuttavia, come è quasi ovvio, non si tratta di una lettura leggera: le emozioni che il testo riesce a provocare nel lettore sono decisamente forti, specie in alcuni passaggi.
La struttura del romanzo assume diversi aspetti spesso positivi: in alcuni momenti si ha la sensazione di aver compreso in anticipo il filone narrativo.
Ciò tende ad insinuare in chi legge un piccolo sentimento di delusione per aspettative di lettura non più così attraenti; le sorprese invece sono sempre dietro l’angolo: più volte capita una virata non prevista che sposta la vicenda verso nuovi orizzonti riaccendendo in tal modo la curiosità e la soddisfazione del lettore.
Capita che le trasformazioni della vicenda e i cambiamenti di prospettiva, specie per la vita di Perla, appaiano a volte prima sorprendenti, poi quasi scontati, poi di nuovo coinvolgenti fino a non deludere neanche quando ci si aspetta il lieto fine: comunque sia il finale della storia non è un finale banale insomma.
Poi c’è tutto un altro aspetto da considerare ed eventualmente da approfondire: la lotta interiore di Perla che vive un complesso logorio dell’anima, un eterno conflitto tra problemi reali e personali, una continua indecisione tra necessità e paura del troppo sapere.
In conclusione un libro che parla di tante cose: una parte di storia non troppo conosciuta, l’amore tra due persone, i problemi esistenziali di una giovane ragazza e il rapporto con dei genitori particolari.
Un romanzo storico ma anche psicologico con una quantità di messaggi diretti e sottintesi che fanno di questo lavoro della Carolina De Robertis un’opera da non perdere.
Tempo di lettura: 6h 52m