Ali Shaw;
Ali Shaw è nato nel 1982 in Inghilterra. Ha studiato Letteratura inglese a Cambridge. La ragazza dai piedi vetro è il suo primo romanzo.
“Hai mai desiderato qualcosa continuando ad aggrapparti a quella speranza malgrado tutto il resto? Arrivando perfino a fare cose assurde?”
Autore: Ali Shaw
Serie: #
Edito da: Fazi
Prezzo: 19,00€
Genere: Adult Fantasy, Urban Fantasy
Pagine: 348 p.
Voto:
Trama: Succedono cose strane nel remoto arcipelago di St. Hauda Land. Bizzarre creature alate si aggirano, animali albini si nascondono nei boschi innevati, meduse brillano sulla superficie dell’oceano. E, lentamente, Ida McLaird si sta trasformando in vetro… Midas Crook è un giovane solitario che ha abitato nell’isola per tutta la vita e la sua sola passione è la fotografia: catturare la luce, i luoghi, il senso stesso delle cose attraverso l’obiettivo è per lui una reale ragione di vita. Quando incontra Ida, rimane folgorato: la fragilità e la debolezza della ragazza sono disarmanti. Così decide di aiutarla, di proteggerla. Ha inizio tra loro una travolgente storia d’amore, ma il corpo di Ida la sta tradendo: cammina su fragili estremità di cristallo, la sua trasmutazione in vetro pare ormai inarrestabile. Il loro amore è dunque una corsa contro il tempo, mentre sinistri presagi si addensano sul destino della ragazza e la chiave per la salvezza sembra allontanarsi sempre di più. Finalista al Guardian First Book Award e al Costa Book First Novel Award, La ragazza dai piedi di vetro è una favola squisitamente triste e una metafora dell’impossibilità di fermare l’attimo.
Recensione:
Non amo i romanzi che trattano d’amore ma tutto il contorno che prometteva la trama mi ha convinto a dargli un’occhiata, complice anche la bella copertina. Non essendo un genere nelle mie corde immaginavo che non mi sarebbe mai piaciuto alla follia, ma non si può campare di soli capolavori. Nonostante le vicende amorose facciano da protagoniste occupando la maggior parte delle pagine, non mi ha annoiato, quindi direi che gli amanti del genere non avranno alcun problema. Il libro inizia con l’incontro fra i due protagonisti e con Midas che rimane, una volta tanto, colpito da un essere umano al punto da innamorarsene e decidere di aiutare la poveretta nella ricerca di una cura, o almeno di starle accanto fino alla fine (che si prospetta assai vicina). Intorno a loro si alternano animali bizzarri e umani pieni di problemi, l’arcipelago sembra un ricettacolo di gente che ha avuto love story problematiche e mandate all’aria e si crogiola nel proprio dolore. Lo stesso Midas si ritrova per genitori due autentici casi umani e, d’altronde, se è venuto su così un motivo ci sarà pur stato.
Dalla trama potrebbe sembrare che il libro narri una qualche ricerca, ma in realtà il mistero della cura viene chiarito in poche pagine, nella restanti viene presentato qualche personaggio secondario coi relativi flashback e per lo più hanno spazio i pensieri di Midas sull’attuale situazione e quelli sulla propria sconsolante vita passata.
Detta così sembrerebbe un romanzo depresso ma l’autore ha uno stile molto leggero e delicato, quindi triste sì ma niente che opprima. Anche l’ambientazione si adatta allo stile, i paesaggi sono boschi e coste imbiancati dalla neve, paesini inglesi piovosi e cliniche new age. Essendo appassionato di animali fantastici, l’autore ha dato un tocco di sovrannaturale alle isole facendovi comparire mucche alate, creature con effetto candeggina e altre stranezze, compreso lo stesso vetro invadente che affligge Ida.
Trovo che il punto di forza de La ragazza dai piedi di vetro siano proprio le immagini e le ambientazioni, ma anche in maggior difetto. L’autore fa un bel lavoro contrapponendo questo posto fuori dal tempo e monocromatico i cui abitanti vi si intonano alla perfezione con la vitalità di Ida che, pur ritrovandosi anche lei monocromatica a causa del suo male, non smette di spiccare come una macchia colorata. Purtroppo ai vari elementi fantastici, vetro compreso, non viene fornita alcuna spiegazione, addirittura molti vengono appena accennati. Io, che ero stata incuriosita proprio da tutto questo, ci son rimasta un po’ delusa, e credo che chiunque avrebbe preferito qualche risposta. D’accordo che non si tratta certo di una storia che punta al mistero o che altro, ma se l’obiettivo era solo mostrare persone che si son rovinate la vita per colpa d’indugi ed esitazioni non è che ci fosse tanto bisogno dell’elemento fantastico oltre al vetro, e infatti creature e creaturine potrebbero essere eliminate di netto senza che il nocciolo della vicenda ne risulti danneggiato.
Quindi un libro interessante e che si lascia leggere senza problemi ma che a mio parere soffre molto dell’avere relegato i particolari fantastici a fare quasi solo d’atmosfera.