di Jose Pascal

Pasquale Urso, litografia
La prima volta che vidi Matilda fu quasi tre anni or sono.
Camminando sul ciglio di una strada io e Faniglio
vedemmo una ragazza che raccoglieva un giglio,
dal balcone di Gina Millecolori,
la proprietaria del Bar Arcobaleno.Saltellando di qua e di là raggiungemmo in un batter d’occhio la ragazza del giglio,
così la chiamai quando fummo vicino a lei a meno di un millimiglio.All’inizio i suoi occhi profondamente verdi, da perdersi nell’abisso dell’amore, furono scostanti e indispettiti.
Ma quando i nostri sguardi si incontrarono per un eterno momento fu semplice capire che le nostre vite fluttuanti e senza una meta avevano trovato il rifugio comune,
il compagno di viaggio,
l’anima gemella,
la serenità di vivere insieme la sconosciuta quotidianità.Il resto della storia sarà il signor Tempo a raccontarcelo.
Fortunatamente da quel giorno, quando vedo i suoi occhi profondamente verdi sospiro,
sorrido e il mio cuore danza festosamente dentro me.Penso sempre a quella volta in cui Matilda raccoglieva un giglio e la mia vita
era ancora e soltanto un pigro sbadiglio.
Estratto dalla scatola di latta




