“Cosa rappresenta un ponte?
Un passaggio da una sponda all’altra di qualcosa, una strada di collegamento tra due sogni. O due incubi.”
La macchina correva sfrecciando tra le strade illuminate a giorno della Grande Città.
Scie luminose si intersecavano tra di loro creando ragnatele immaginarie dove spaventosi ragni incombevano.
Lontane sirene squarciavano il cielo con il loro carico di dolore.
Vivevo come meglio potevo. Non sapevo per quanto.
Ma era già abbastanza.
Scolavo una bottiglia a sera e maledicevo il giorno che veniva a svegliarmi.
Ero ancora vivo.
Le luci della città giocavano con le ombre del mio viso disegnando oscuri presagi su di me.
E per quanto la macchina corresse veloce, i miei pensieri arrivavano sempre prima.
Mi fermai. In mezzo alla strada chiaramente. Scesi dalla macchina e mi accesi una sigaretta.
L’ennesima.
Pensai…E se fosse tutto sbagliato, se tutto quello che ho fatto in dieci vite comuni fosse tutto un enorme sbaglio…
Se io stesso fossi uno sbaglio.
Sputai fuori il fumo con rabbia malcelata, mandai a fare in culo uno che non centrava niente coi miei pensieri e me ne andai.
Avevo deciso ormai.
Quella sera mi resi conto.
Finalmente.
Fu illuminante e insieme mi ghiacciò il sangue nelle vene.
Perchè significava solo una cosa.
Presi una corda.
Me la misi al collo.
Pregai.
Piansi.
E mi impiccai al sogno più alto che avevo…