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La recensione di Anna Tasinato: Il quinto Vangelo

Creato il 12 settembre 2011 da Cataruz

Cover Il quinto Vangelo Il quinto Vangelo è un romanzo di genere thriller storico, riconducibile per argomenti trattati al lavoro più conosciuto di Dan Brown, Il codice da Vinci – nota a margine: credo che l’autore ormai pensi “se avessi un euro per ogni volta in cui è stato fatto il paragone…”

Tuttavia, se quando si inizia la lettura il fantasma di Dan Brown pende sulle pagine, man mano che si procede si nota che Il Quinto Vangelo condivide con il collega americano solo un’ambientazione a sfondo cattolico e alcuni discorsi che in parte si ritrovano nel Codice ma che di certo non sono stati fondati con esso.

La storia raccontata tra le pagine di questo romanzo parte da tre omicidi effettuati nelle viscere della Santa Sede, delitti per cui si sospetta il coinvolgimento di un’organizzazione nemica della Chiesa, il Crepuscolo, il cui scopo è mostrare al mondo i falsi presupposti su cui si fonda la religione cristiana, per ribaltarla dalle fondamenta e soppiantarla con un nuovo tipo di culto. Gli omicidi, avvenuti nella ben protetta Biblioteca Vaticana, hanno infatti permesso al Crepuscolo di appropriarsi di un millenario documento di inestimabile valore, che il mondo credeva perso: il vangelo di Maria Maddalena, detto Il Quinto Vangelo, documento nel quale è contenuta la verità su Dio. Per contenere i danni perpetrati ai danni della Chiesa, recuperare il vangelo di Maddalena e sistemare l’organizzazione del Crepuscolo viene chiamato in Vaticano Tommaso Santini, una figura controversa a servizio della Santità che sin dall’inizio appare circondata dal mistero, instillando nel lettore domande e curiosità.

Santini, infatti, è “il Risolutore”, colui che è preposto a risolvere i casi più scomodi di cui la Chiesa è vittima, casi che devono rimanere segreti ai più e noti solo a pochi fidati. Per fare ciò si avvale dell’aiuto del suo team, il Sanctum Consilium Soluctionum, un gruppo eterogeneo di giovani esperti nelle più disparate discipline: l’informatica, la destrezza sul campo, etc. In pratica, Santini è il responsabile di una sorta di CIA a servizio della Chiesa; e infatti in un’intervista lo stesso autore dice che, essendo la Chiesa uno Stato a tutti gli effetti, è plausibile pensare che anch’essa si avvalga dei cosiddetti “servizi segreti” per, tra le altre cose, mantenere nascosto ciò che potrebbe danneggiarla. Quando Santini riceve l’incarico di recuperare il vangelo, però, non sa cosa lo aspetta – o meglio, forse lui lo sa, è il lettore a rimanerne parecchio stupito: una corsa contro il tempo porterà lo snodarsi delle vicende in luoghi carichi di storia e fascino, tra le mura del Vaticano e quelle placide del monastero sui Colli Euganei, passando per gli hotel e i sacri luoghi dell’Egitto fino a giungere alla lussuosa Montecarlo. Senza contare il più piacevole degli intralci, la magistrata italiana Sonia Casoni, ovvero la controparte femminile del romanzo: dapprima ostile e votata a smascherare quest’uomo impassibile e glaciale, nel corso della storia si scoprirà essere invece una valida alleata nella corsa all’ultimo respiro in cui il protagonista è immerso.

I personaggi principali sono uno dei punti di forza del romanzo, soprattutto Santini: carismatico e potente, ha molte capacità e riesce a cavarsela in ogni occasione. E, se di primo acchito sembra un personaggio “esagerato” con troppi pregi, durante la lettura si conosce anche l’aspetto travagliato e umano dello stesso, un uomo di Chiesa costantemente diviso tra il bene, rappresentato dal suo forte rapporto con la fede, e il male, inteso come ciò che deve compiere per ordine papale durante le sue missioni e che va contro i precetti e i propri valori personali. Interessanti le “spalle”, ognuna con il proprio carattere, che però accanto a un protagonista simile e a una comprimaria come la magistrata non hanno lo spazio fisico per spiccare.

Se i “buoni” ne escono bene, l’analisi dei personaggi antagonisti però non è altrettanto linda: i capi dell’organizzazione criminale sono meno approfonditi e riconducibili al classico “nemico da thriller”, malvagi e promiscui perché sì.

La struttura del romanzo è interessante: ogni capitolo è intitolato con luogo di svolgimento e ora, cosa che, se all’inizio sembra un vezzeggiativo, con il proseguire delle vicende “a incastro” si rivela utile per assemblare i pezzi del puzzle; allo stesso modo si seguono svariati punti di vista che solo insieme danno un quadro completo della situazione. Così abbiamo un continuo effetto sorpresa facilitato anche dai cliffhanger che interrompono quasi sempre l’azione sul più bello, innestando la curiosità del “cosa accade dopo” e rendendo Il Quinto Vangelo un vero turn-page.

Lo stile è adeguato al tipo di narrazione proposta: veloce e diretto sulle scene d’azione, più lento e corposo nell’affrontare alcune riflessioni di carattere filosofico-religioso sparse nel testo a intramezzare l’adrenalina. Tra l’altro, il romanzo non è esente di una certa ironia che fa sorridere.

In conclusione, vorrei spendere due parole sull’aspetto che più mi ha colpito del romanzo, cioè la naturalezza con cui l’autore descrive un certo tipo di vita “religiosa” che da fuori è precluso conoscere. Dai sentimenti di fede genuina del protagonista all’organizzazione della biblioteca vaticana, dal bagno nel labirinto di grotte fino alle procedure per essere introdotti al cospetto del papa: sono tutti aspetti affascinanti di un mondo di cui si intravede appena la punta dell’iceberg, che dimostrano un intenso lavoro di documentazione che però non è fatto pesare al lettore, e pertanto rendono Il Quinto Vangelo un buon libro anche sotto l’aspetto storico.

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Anna Tasinato nasce nel 1986 e coltiva la passione per i libri da quando ha imparato a leggere. Ha iniziato a scrivere da bambina e, dopo essersi diplomata al liceo scientifico, ha iniziato la prima stesura di un romanzo. Nel 2009 si è laureata in Educazione Professionale e ora lavora come educatrice presso un Centro di Servizi per Anziani. Le piace creare e sperimentare, indipendentemente dal campo di applicazione: oggetti riciclati con materiali di scarto, linguaggi informatici, video editing e manipolazione delle immagini. Ma, soprattutto, crede nelle enormi potenzialità del raccontare storie, ed è questo il motivo che la spinge a scrivere.

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La chiave Amaranto di Anna Tasinato

Editore: CIESSE Edizioni

Un omicidio. Licia Amaranto, la vittima. Alida De La Calla, la coinquilina, l’amica. La sospettata.

Mass media assetati di scoop, manipolazioni, verità nascoste. Un mondo celato negli scorci bui delle città d’Europa; un mondo diverso o forse altre tinte dello stesso che ognuno conosce, vive, combatte. Tradimento e fiducia, vendetta e perdono, eros e thanatos, bene e male si mescolano tra le pagine di questo romanzo fino a perdere i propri confini. E, presto, Alida si ritroverà in fuga verso la verità, inconsapevole della portata degli eventi e di cosa si nasconda dietro… La chiave Amaranto.

http://www.ciessedizioni.it/lachiaveamaranto.html


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