Fra i vari racconti ne segnalo due.
Carcere a Vita mi ha soffocato, nel senso letterale del termine, per l’impossibilità di capire quale fosse la colpa del protagonista, la possibilità di potersi difendere e il senso d’impotenza derivato: mancanza assoluta di vie d’uscite. Un maestro del thriller non avrebbe saputo allestire meglio un racconto senza storia ma così incalzante e vago in cui l’inespresso, il non detto, il sottinteso scandagliano una mente (senza sapere se colpevole o innocente) consapevole solo dell’immutabilità della condanna.La Famiglia Perfetta: come uomo, marito e padre mi hanno lasciato interdetto (in questa prospettiva quanto possiamo sembrare rimpiazzabili!)
Nell’insieme rimane il dubbio che alcuni racconti avrebbero meritato un maggior respiro, qualche pagina in più.
In sintesi sono davvero soddisfatto di aver potuto leggere la raccolta di Luca: mi ha fatto riscopre il valore della narrativa italiana contemporanea, nell’orizzonte di una letteratura mai banale. Posso ancora auspicare che la nostra cultura abbia molto da dire a livello internazionale.
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