Dopo aver ascoltato sabato scorso Luca Sofri raccontare alcuni aspetti relativi al funzionamento della redazione del Post, ho trovato interessante la sintesi grafica sul tema sottoriportata.
L’ infografica, realizzata per il recente rapporto della WAN, schematizza quelle che dovrebbero essere le caratteristiche strutturali ed ambientali della redazione del futuro e tende ad identificare al tempo stesso quella che dovrebbe essere la giornata tipo ed i tools basici dei giornalisti.
Emerge chiaramente la visione proposta dalla società che ne ha curato la realizzazione, concetti complessivamente più che condivisibili che però non sembrano tenere conto della sostenibilità del modello.
Si richiede infatti un ritmo lavorativo di circa 16 ore giornaliere senza tenere conto di aspetti sindacali, retributivi e banalmente [in caso interessassero ancora a qualcuno attualmente] umani.
Vengono omessi, in questo caso probabilmente per sintesi, i costi vivi e le riorganizzazioni necessarie alla persecuzione di tale modello.
Mi pare insomma un modello, se non eccessivamente teorico, sicuramente adatto esclusivamente a grandi quotidiani di portata internazionale come l’intervista a Fiona Sprull, Web Newsrooom Editor del NYT, testimonia, riportando tra l’altro, come la sola redazione dedicata specificatamente all’edizione on line del celebre quotidiano statunitense consti di ben 60 professionals dedicati.
Ah, chiunque abbia lavorato, lavori, in uffici open space sa bene che ai teorici vantaggi del punto uno illustrati dalla grafica si sacrifica concentrazione e privacy. Tutto ha un prezzo anche in questo caso.