Il primo pensiero, alla lettura della notizia, non può che andare a Tommaso Cestrone, l’”Angelo di Carditello”, colui che ha custodito volontariamente la Reggia per ben due anni, contrastando la totale indifferenza della politica per uno dei patrimoni artistici più belli del nostro Paese. E’ stato l’unico a denunciarne il degrado e l’incuria, iniziata purtroppo già dopo l’Unita d’Italia, quando il re Vittorio Emanuele II se ne disinteressò completamente, lasciando tutto in mano alla camorra locale. Da quegli anni il destino della villa è passato in mano alle banche: mancate bonifiche, ipoteche, debiti enormi da colmare e così via. Eppure la Real Tenuta faceva parte del gruppo dei ventidue siti che appartenevano alla dinastia reale dei Borboni: 2.100 ettari che non servivano solamente allo svago dei re (sopratutto per la caccia) ma anche alla costruzione di vere e proprie aziende agricole. Dal 2011 Tommaso ha richiamato l’attenzione su un luogo ormai dimenticato, viveva all’interno della villa e ha subito intimidazioni di ogni tipo da parte dei boss locali, “infastiditi” dalla sua presenza. Non usava mezzi termini quando venivano in visita ministri e assessori: “Voi fate solo passerelle, io voglio davvero bene a Carditello”.
Un gran bene, così tanto che Tommaso se n’è andato proprio mentre la custodiva, la notte della Vigilia di Natale. Pochi giorni prima aveva ricevuto la visita del ministro Bray che gli aveva promesso che lo Stato,questa volta, sarebbe stato presente e avrebbe recuperato il fascino della Reggia. Ora si aspetta solo che la dodicesima asta vada di nuovo deserta, ma già c’è stato un accordo preliminare tra la Sga, la società che detiene la tenuta, e il Ministero dei Beni Culturali. “Sono davvero felice di aver mantenuto la promessa fatta a Tommaso. Ora la Reggia appartiene ai cittadini e faremo di tutto per farla tornare allo splendore di un tempo”.