Seconda metà del XVIII secolo. L’architetto Luigi Vanvitelli è chiamato dalla casa reale dei Borboni di Napoli per la costruzione di un Palazzo che fosse tra i più belli d’Europa e difatti è ora proclamato Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Emblematica costruzione settecentesca, ancor figlia dell’ultimo barocco italiano, di forme raffinate e colori tipici di quei periodi: i pastelli, stucchi dorati, il classico settecentesco verde lorena, i marmi, ma anche la nuova finta pietra di alcune pavimentazioni.
Uno dei due prospetti longitudinali della Reggia
La Reggia iniziata da Luigi e terminata dal figlio Carlo Vanvitelli, conta 1200 stanze, 2 milioni di mc, circa 47 mila mq, 34 scale, quattro cortili ognuno dei quali di 3.800 mq e un viale monumentale di 3 km. Il colosso dei Palazzi reali, commissionato non pensando solamente alla struttura architettonica bellissima, ma anche al contesto urbano, ai giardini, parchi, fontane, cascate e vasche, tutte adornate da sculture e vegetazione, la cui acqua proviene dall’acquedotto Carolino. Il massimo della magnificenza.
Area della Reggia di Caserta
I suoi abbinamenti cromatici interni sono principalmente il bianco dei fondi e l’oro delle cornici, decorazioni, modanature, ma vi spicca anche l’abbinamento verde lorena e oro.
foto 2012
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Il disegno dei giardini è all’italiana nella prima parte, uscendo dal Palazzo fino alla fontana Margherita, da qui il disegno cambia diventando all’inglese fino all’ultima parte. Oltre alla Fontana Margherita (o del Canestro) che funge da “perno” di collegamento tra i disegni dei giardini, vi sono anche tre Vasche e Fontane: 1. quella dei Delfini, 2. quella di Eolo, 3. quella di Cerere. Inoltre vi sono la Cascatella e Fontana di Venere e Adone e la Fontana di Diana e Atteone, sopra la quale vi è la più grande delle cascate del parco.
La fontana di Diana e AtteoneFontana di Venere e AdoneFontana di CerereFontana dei delfiniFontana di eoloTutte le vasche con i pesci e piante acquatiche. Ma solo fino a pochi giorni fa, vi ho incuriosito? Leggiamo cosa ci racconterà Simona nella seconda parte di questo post
…to be continued…
Giulia