Magazine Diario personale

La regola del sospetto (aziendale)

Da Albino

Ricapitolando. Mondoalbino lascia l’Australia e sbarca a Hong Kong – o per meglio dire si arena a Hong Kong, viste le frequenze atrocemente basse con cui aggiorno il blog.
(saremo mica passati dal giornalmente giapponese, al bisettimanalmente aussie, e adesso…bimestralmente?)

Comunque sia. In questi giorni sto capendo un po’ come funziona la vita da queste parti. Sembra un posto piu’ "europeizzato" rispetto all’Australia (che mi par di capire lavora piu’ a stile americaneggiante). C’e’ anche un pizzico di giapponese

In Giappone al lavoro mi facevano girare le palle in maniera atroce. Arrivavano alla mia scrivania dicendomi cortesemente che avevo sbagliato a fare qualcosa, contravvenendo a una regola magari non scritta di cui non avevo ricevuto notizia ne’ avvertimento alcuno. Cose tipo rimborsi spese, o giorni di ferie, o cose del genere.

Tipo, in Giappone nessuno mi aveva detto che non si potevano prendere ferie per i primi sei mesi dall’assunzione (e se mi fossi organizzato le ferie nel frattempo? cazzi miei!). E non vorrei entrare neppure nel merito dei rimborsi spese, un labirinto di regolette che nessuno ti spiega ma che vengono fuori man mano che vai in missione e poi chiedi i rimborsi. Naturalmente un "non me l’avevate detto" non viene accettato maiepoimai, se contravviene a una qualsiasi regola, foss’anche una scritta a matita dietro una piastrella del bagno. Dietro, dalla parte del muro intendo.

(A un certo punto in Giappone ti viene pure il sospetto che certe regole vengano inventate al momento solo per farti dispetto e/o farti smettere di fare cose che un giapponese non farebbe).

In Australia funziona cosi’: puoi far tutto a parte quello che ti viene espressamente detto che non puoi fare. In Giappone funziona al contrario: non puoi fare niente a parte quello che ti viene detto espressamente che puoi fare.

E Hong Kong? Al momento sembra funzionare un po’ come un ibrido, nel senso che puoi fare tutto a parte quello che non ti viene detto che non potevi fare, e allo stesso tempo dipende dalla persona cui lo chiedi. E la cosa, se possibile, mi fa incazzare ancora piu’ che il Giappone, dove almeno per quanto iniqua sai qual e’ la regola e sai cosa aspettarti.

E cosi’ resto qui, a guardare mentre l’azienda spende i miliardi per mandarmi in Giappone a hotel costosissimi e dove volendo potrei fare colazioni da 50 euro a botta (per non parlare di pranzi e cene) e nessuno mi direbbe nulla, ma nel contempo non mi lasciano scaricare le mail dal telefonino (con un piano di roaming da – udite udite – 7 euro al giorno!), perche’ c’e’ una policy aziendale scritta 10 anni fa di cui non ero al corrente che dice che all’estero per le mail o usi il blackberry aziendale o ciccia. E io che ho l’iphone aziendale, me la prendo teoricamente nel culo (o per meglio dire, non posso usare internet mentre sono all’estero, con un chiaro danno all’azienda stessa, visto che in teoria dovrei essere raggiungibile alla mail aziendale a ogni momento). Il tutto per 7 euro al giorno…

Comunque sia, paese che via, facce da culo all’ufficio personale che trovi. ‘Tacci sua.


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