Marinella Tomasi
Riceviamo e pubblichiamo
Ho partecipato alla manifestazione in piazza del Popolo il 23 marzo, sono partita dalla Sardegna insieme a mia figlia e i miei amici, eravamo in 50 e non ci hanno pagati . Pretendo che La Repubblica mi chieda scusa pubblicamente perché se non lo farà intendo querelarli. Ma come vi permette di offenderci in questo modo? Come osate diffamarci in questo modo vergognoso? Noi, il vostro “NEMICO” , “nemico” solo perchè siamo diversi da voi , e ringrazio Dio mille volte al giorno di non assomigliarvi, perché io non so odiare, perché per me siete avversari e non nemici, perché io sono una persona LIBERA e rispetto i pensieri altrui purnon condividendoli, ma comunque li rispetto.
In questi anni mi avete chiamata in tutti i modi possibili e inimmaginabili più offensivi, mi avete chiamata inetta, casalinga frustrata, lobotomizzata dai programmi Mediaset, donna dai facili costumi e impresentabile. Ora dite che sono una figurante pagata con 10 euro giusto per far numero …. ma come vi permettete? Cosa vi porta ad odiarmi/ci in questo modo? Ma veramente vi facciamo così paura? Eppure noi non vi odiamo, (non ne siamo capaci), non portiamo rancore, (non ne siamo capaci) non vi invidiamo (non c’è nulla da invidiare), siamo tolleranti è vero, (forse troppo) e non siamo capaci a ripagarvi con la stessa moneta della menzogna (noi non mentiamo). Ma fatemi dire che SONO STANCA di sopportare tutto questo da innumerevoli anni, perciò ora, pretendo le vostre scuse pubblicamente, le pretendo perché a dispetto di quello che voi pensate di me, io sono una persona onesta, una persona rispettabile, una persona impegnata nel sociale e sopratutto non sono in vendita. Il mio voto e la mia presenza non sono mai stati comprati e sono frutto di una ferma convinzione del mio credo politico, un credo non solo mio e delle 400 mila persone che si trovavano in piazza del Popolo, ma dei 10 milioni di Italiani che hanno votato per il Popolo della Libertà. Ora scusatevi e smettetela di odiarci, perché finirà che vi verrà l’ulcera .
Marinella Tomasi