Mettiamo da parte giudizi di merito sull'operato di Marino come Sindaco di Roma e mettiamo da parte il "rivoluzionario" pontificato di Francesco. Proviamo a guardare gli eventi con occhi sereni e disincantati.
Un giornalista chiede a Papa Francesco se il Sindaco Marino è stato invitato a Philadelphia dal Vaticano. Alla domanda Bergoglio è visibilmente innervosito e risponde concitato: “Io non ho invitato il sindaco Marino, chiaro? Ho chiesto agli organizzatori e neanche loro lo hanno invitato. Lui si professa cattolico ed è venuto spontaneamente”.
Un capo di Stato di un paese dice, neanche troppo tra le righe, che un uomo pubblico di un altro paese si è imbucato! Infatti tutti i giornali sono un florilegio di "Marino imbucato al viaggio del Papa"! Dai belati corali del giornalettismo italico, su carta e in rete, si discostano poche isolate voci (Quotidiano.net).
Io chiedo in quale altro caso una simile vicenda non sarebbe stata stigmatizzata come un inaccettabile attacco alle autorità nazionali da parte di un paese straniero?
Non mi risulta che il sindaco di Roma prima della partenza per Philadelfia abbia millantato un invito papale. Se è così, ma si portino prove, allora il Papa ha fatto bene a smentirlo, fatto salvo il tono pochissimo istituzionale, ma se non è così ha torto, torto marcio e al suo "io non l'ho invitato" si potrebbe rispondere, con la stessa diplomazia usata da Francesco, "sti cazzi"!
La differenza di vedute, diciamo così, tra Francesco e Marino (medico favorevole all'interruzione di gravidanza e sindaco favorevole ai matrimoni gay) devono essere risolte in qualche modo. Marino non gode di alcuna simpatia al contrario di Francesco.
Questa era l'occasione opportuna per la resa dei conti, come non approfittarne?