La resa del gurriero di Michelle Willingham

Creato il 25 agosto 2011 da Junerossblog
Mi accingo a recensire "La resa del gurriero" di Michelle Willingham, ultimo libro della saga dei fratelli MacEgan.
Premetto di non aver letto i precedenti romanzi della serie, per cui l'ho presa come una storia a sè; la trama mi stuzzicava e poi c'era una bella copertina, il che non guasta (hehehe....), perciò ho comprato il libro certa di aver fatto un affare.
Effettivamente, la storia funziona: Trahern MacEgan, bardo irlandese di talento, ha perso l'amatissima fidanzata Ciara durante una scorreria di predoni vichinghi. Preso dal dolore e dalla furia, non pensa ad altro che trovare i responsabili e vendicarsi, almeno finchè non incontra Morren, una giovane donna che nel medesimo attacco vichingo ha subito uno stupro di gruppo.
Trahern accomuna i destini delle due donne e ricomprende anche l'onore di Morren nel suo desiderio di vendetta, ma nel disvolgimento del romanzo si trova sempre più coinvolto sentimentalmente nei confronti della donna, al punto di temere di tradire il ricordo dell'amata Ciara.
La storia è resa piuttosto bene: si sente la ricerca storica dietro il romanzo, il mondo dell'Irlanda altomedievale risulta vivo e non piatto; l'autrice non si limita a buttare là un paio di termini irlandesi, ma sottintende tutta una serie di usanze non solo di quella società ma anche di quella dei vichinghi che inquadrano bene il contesto in cui la storia si svolge. Anche la faccenda delle scorrerie dei predoni del mare è un argomento fin troppo tristemente vero e non solo da quelle parti.
I due protagonisti hanno dei caratteri plausibili e ben tratteggiati: lui è amareggiato per quanto è accaduto alle due donne e all'intero villaggio e si è chiuso ai sentimenti d'amore, o almeno così crede; lei, Morren, può sembrare a tratti fin troppo fragile, ma chi potrebbe biasimarla dopo quello che ha passato?
Tutto bene, dunque? Bè.... In realtà, proprio tutto no. Perchè l'autrice usa uno di quegli espedienti che trovo irritanti: il "tira-molla".
Ossia: i due protagonisti "si tirano", cioè si piacciono, si desiderano, si innamorano, amoreggiano anche, ma non si prendono, almeno fino alla fine o quasi.
Ora, capisco che ai fini della storia i due non possano zompare immediatamente in camera da letto, o su una distesa di erica, per restare in tema, ma forse il loro tormento psicologico prima di accettare l'innamoramento è un tantino troppo tirato in lungo.
La storia non ha bisogno di allungare il brodo, è già avvincente così, per cui l'autrice avrebbe potuto dare un taglio alle troppe schermaglie amoroso-colpevolistiche e ai troppi "vorrei ma non posso".
Per il resto la storia è piacevole, si legge quasi d'un fiato e mi ha invogliato a cercare anche gli altri libri della serie.
Quindi, tutto sommato ho fatto davvero un buon affare, a parte quel trascurabile difettuccio; ma d'altronde, nessuno è perfetto, neanche gli eroi dei romanzi ed è meglio così.
Lucilla

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