Cominciamo col dire che in questo libro il termine resistenza è usata in un'accezione non propriamente positiva. Resistenza nel senso di resistere e non concedersi, fermarsi un attimo prima, non lasciarsi andare del tutto. I protagonisti del libro sono l'Uomo, tre donne chiuse in uno studio. E poi l'amico dell'uomo, la moglie e una prostituta. L'ambientazione è Milano. Iniziamo dalle tre donne che parlano di uomini in uno studio medico nell'attesa del loro turno. Una giovane madre che ha subito un tradimento dal marito, una quarantenne che non cerca storie complicate con gli uomini, e una cinquantenne separata. Silvia che si accontenta di quello che offre il mercato. Marta che avrebbe voluto un figlio dall'ex marito. Infine Chiara, sposata con un figlio. E poi c'è l'Uomo. Viene chiamato solo e semplicemente così nel corso della storia: sappiamo che è (o era) stato sposato e che con la moglie aveva un rapporto conflittuale per la sua ritrosia (resistenza) nell'avere dei figli da lei.
Lei lo guarda negli occhi: «Dimostrami che non è contro di me questa resistenza, che non sono io, che non lo farai mai con nessun'altra, dimostramelo».Una sera tornando a casa la sua vita incrocia quella di un'altra donna, a causa di un incidente di cui lei è vittima e lui testimone, assieme ad una prostituta.
Di questa donna (di cui pure non conosciamo il nome) ha visto solo parte di un volto, i lunghi capelli a coprire il resto del viso, come un quadro preraffaellita. Sotto quel volto, si è immaginato un corpo bello. Questa immagina diventa per lui una fissazione: inizia così una sorta di relazione tra i due, fatta solo di messaggi e telefonate. Tra Emme e Effe, solo così si chiamano. Lei vorrebbe incontrarlo, conoscerlo. Dirgli grazie. Lui, è la nuova specie di maschio, il maschio che resiste. Uno che non ama dipendere dagli altri, non vuole figli anche se ama (a modo suo) la moglie e non è nemmeno interessato ad avere rapporti sessuali facili. È una persona facoltosa, che passa il suo tempo a misurare le cose e il tempo e ne insegna l'importanza ai suoi studenti. Uno che inizia i suoi pensieri con una negazione. Il racconto della relazione “a distanza” tra Emme ed Effe si alterna ai racconti di Silvia, Marta e Chiara: si parla di uomini, di rapporti finiti male e di storie che si tengono in piedi per il sesso. Di tradimenti immaginati e di tradimenti reali. Di uomini che le hanno abbandonate o deluse. E della nuova razza di uomo, la peggiore:
Marta: «Non è la peggiore».«E cosa c'è di peggio?» chiede Chiara.«La specie in mutazione dei maschi che resistono» sicura Marta «quella che si sottrae, che non fa il suo dovere, non protegge, non mantiene, non fa i figli, non fa un cavolo di niente. Invade il territorio e basta».«Sei piuttosto combattiva» commenta Silvia «ma ne vale la pena?».«Determinata, faccio la mia parte».«Ostinata, fai anche la loro, mi pare di capire» conclude Silvia.Sospeso a metà tra un saggio e un racconto apologo sui rapporti uomo donna, alla crisi dei modelli tradizionali padre-madre-famiglia, “La resistenza del maschio” mi ha ricordato le sceneggiature dei film di Paul Haggis (Crash, Third person): tante storie che partono separate per intrecciarsi alla fine. Succederà lo stesso quando arriverete a fine lettura e avrebbe capito il senso del racconto di Elisabetta Bucciarelli. Che è dedicato, scrive l'autrice, “a chi ama soffermarsi nei luoghi di transito, i foyer, [..] a chi non riesce a regalare canzoni per paura di perderle”. Che poi è proprio il ritratto dell'Uomo:
“Gli piacciono i luoghi di transito. I corridoi, i sottopassaggi, gli svincoli della tangenziale, i parcheggi. La vista di spalle, il non dover fare per forza qualcosa, l’idea di poter avere tutto contenuta nella scelta di non avere niente. La lontananza, il punto da raggiungere, le altezze. La perfezione delle geometrie. L’azzurro che non si riesce a toccare, composto da ipotesi”.
L'uomo che non ama legami, che pensa per negazioni, che è egoista della sua vita, che vorrebbe immune ai cambiamenti. Che ama piacere e sedurre le donne, senza concedersi. Esistono maschi così. Delle fortezze capaci di far del male alle donne che incontrano:
«Vorrei che venisse da me senza aprirgli la porta, se gli dicessi che può farlo lo tirerei per un filo, sai tipo Arianna, torneremmo di colpo alla realtà, lui è uno di quelli che resiste, capisci?». «No, non capisco, vedo solo quello che non c’è, quelli che non ci sono, inconsistenti, sfuggenti, in trincea». «Hanno bisogno di spazio, stanno prendendo nuove misure, poi ritornano» sorridendole, Chiara.La scheda del libro sul sito di nneeditore, dove troverete la colonna sonora del libro, dal jazz alla versione acustica di Nothing else matter dei Metallica.
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