Copertina della rivista dell'ANPI del 1996 in cui
troviamo riprodotto un quadro di Ettore Ponzi
Quello che Giovannino prevedeva puntualmente si è verificato, per quaranta e più anni dalla fine della II Guerra Mondiale e della Guerra Civile sugli Internati Militari Italiani non si è parlato.
Per denotarne un possibile legame tra internamento e resistenza sono state coniate definizioni riduttive quali: resistenza “passiva”, “disarmata”, “senz’armi”, “bianca”, “di sopravvivenza”, “altra”.
Esemplare il caso del termine “l’altra resistenza” coniato dell’ex-I.M.I. di Wietzendorf, Alessandro Natta, segretario generale del P.C.I. dal 1984 al 1988. Nel 1954 infatti Natta titolò "L'altra resistenza" un libro sull’internamento, ma si dovette attendere il 1997 per veder pubblicato questo libro oggi disponibile anche on-line.
Era per il vecchio PCI un libro proibito, d'altra parte la censura comunista e delle associazioni collaterali colpì in modo diverso ma efficace altre testimonianze. Basterà ricordare la testimonianza del padre dei Fratelli Cervi che solo recentemente è stata pubblicata senza le manomissioni strumentali cui era stata sottoposta.
Ma si andò allora ben oltre creando un clima ostile verso i Reduci che dall'agosto 1945 cominciarono a ritornare in patria.
Clima ostile, episodi incresciosi, anche qui da noi a Fidenza che, se non bastasse la nostra memoria, ce lo ricorda questo articolo datato 15 settembre 1945.
Chi volesse approfondire la vicenda degli IMI suggerisco l'ottimo studio pubblicato dal sito reggiano "Inventori di strade" dell'omologa associazione culturale.