Un appuntamento molto speciale quello in programma giovedì 11 aprile nella nella Chiesa di Santa Maria in Montesanto a Piazza del Popolo, meglio nota come la Chiesa degli Artisti.Alle ore 19 andrà in scena una sacra rappresentazione siciliana del Quattrocento, anzi, l’unica scritta in Sicilia in quel periodo. Si tratta de La Resurressioni, databile tra il 1418 e il 1434 e scritta da Marcu di Grandi, un artista del quale si conosce solo l'origine siracusana, come testimonia una scritta a fine testo, “Factu per lu dignu poeta lauriatu Marcu di Grandi di la chitati di Seragusa di Sichilia”.
Lo spettacolo, che rientra nel progetto “Una porta verso l’infinito, è prodotto dal Teatro dell’Opera, dal Vicariato di Roma e dal Festival Orvieto Musica e Cultura e verrà offerto al pubblico romano ad ingresso gratuito, fino ad esaurimento posti. Stesse modalità per l'appuntamento del 13 a Orvieto (ore 21 Chiesa SS. Apostoli).
La Resurressioni è scritta in volgare siciliano, una lingua antica, all'epoca utilizzata sia per la letteratura, sia per la comunicazione pubblica. Quindi una lingua dal grande fascino, elegante ed armoniosa, ma allo stesso tempo asciutta e musicale che dà al testo una poeticità originale, genuina. Se per colori e morbidezza si può riportare ad Antonello da Messina, per l’asciuttezza del testo ricorda il Vangelo secondo Matteo pasoliniano. Una sacra rappresentazione, mai andata in scena dopo il secolo della sua creazione: una messa in scena che ha anche un valore di recupero filologico e culturale. La Resurressionidall’originale di circa 900 versi è stata ridotta per la scena da Filippo Arriva, che ha inserito all’inizio del testo un “Pianto di Maria” della prima metà del Trecento; alcuni momenti sono stati musicati da Mario Modestini utilizzando brani di Sigismondo d’India e Emanuele d’Astorga (musicisti siciliani, il primo del Cinquecento e il secondo del Seicento),