La maggior parte di panini e baguette distribuiti nei supermercati proviene da Paesi lontani come la Romania
Una ricerca di Altroconsumo mette in luce il dislivello di prezzi del pane: nei supermarket costa inevitabilmente meno. Ma vi siete mai chiesti perché? Siamo già così alla fame? Chi vuole risparmiare è bene che imbocchi altre strade...
Da una delle ultime indagini condotte da Altroconsumo nella città di Milano emerge che i panini artigianali costano di più di quelli industriali. Davvero una bella scoperta! Ci si lamenta che mentre nelle panetterie si spendono tra 3.30 e 5 euro per un chilo di michette o altro pane economico, nei supermercati, il prezzo medio è stato di 2.72 euro: il 45% in meno. Si scopre dunque che in centro il panino fatto dal panettiere costa circa il 30% in più e la pagnotta è più cara del 50%. A questo punto viene però da chiedersi: a quando le rivolte del pane? Si ripeteranno le quattro giornate di Milano?
Nel 1898 crisi finanziaria e disoccupazione asserragliavano la città. E fu proprio in seguito all'aumento del costo del pane da 35 a 60 centesimi che scoppiò il malcontento di massa. Altri tempi, certo, ma il prezzo del pane evidentemente è quello che suscita sempre maggiori lamentele e si basa su un inspiegabile paradosso di fondo: il prezzo cresce mentre il grano viene pagato sempre meno ai contadini!
La risposta del mercato è altrettanto paradossale.
Secondo una ricerca riportata da Repubblica, e di cui abbiamo dato notizia su questo portale, la maggior parte di panini e baguette distribuiti nei supermercati proviene da Paesi lontani come la Romania. Si tratta di pani precotti, pronti per l'ultima sfornata. Il pane antirivoluzionario per definizione, che evita il proliferare del malcontento popolare. Risparmiate gente, andate al supermarket: panem et circenses, cosa volete di più?
Ci stupiamo che una rivista di consumatori non maturi lo stimolo di farsi altre domande. Ecco qualche suggerimento: da dove provengono le farine? Come viene coltivato il grano? Con quali lieviti è prodotto? A chi diamo i nostri soldi per il pane quotidiano?
Ci sembra davvero riduttivo che si continui a far breccia sull'opinione pubblica parlando di prezzi del pane. Se si deve per forza parlare di soldi e di risparmio allora si indichi quella che è la strada maestra: impastarselo da soli!
Migliaia di pensionati ogni giorno girano per supermercati e centri commerciali in cerca dell'ultimo sconto su prodotti come pane e acqua minerale. Ma il pane e l'acqua non devono essere un prodotto da supermercato, diciamolo con forza ai pensionati che probabilmente se lo sono dimenticati. E a tutti gli ossessionati del risparmio ad ogni costo ricordiamo che il cibo è un costo assai marginale, che si spende molto di più in benzina, telefonia, riscaldamento, vestiti. Ambiti in cui è senz'altro possibile risparmiare, senza rimetterci tutti.