La Ri-cognizione del dolore

Da Salvinsa

Non si sta molto comodi nell'esilio forzato della volontà. Si respira appena, si avanza sotto mentite spoglie e, qual pena, fa male il cuore soprattutto. Dormivo in una fossa stanotte, mi rigiravo di continuo per trovare la mia condizione per peristalsi intestinale del masticato e triturato tempo che ci precede. Indigesto oppure ben assimilato. Deglutito a fatica. Singhiozzando o emettendo imprecisate peripezie giugulari.. La mia cognizione. I geniacci e gli angeli si fanno male facilmente. Tra fuochi d'artificio della memoria e un vomitar sospinto e ripetuto delle tossine in esubero, fuggendo il dolo del sentenziare postumo.

Pance torcicollo futuristi scoppi centenarie non paganti che soggiornavano e sogghignavano dormendo su meta-sedia. Articolazioni tormentoni iniziazioni munizioni operazioni padroni coglioni.

Certe visioni scortate da abbagli, scartate come caramelle da lasciar sciogliere a lungo sul palato prima che ti conducano a inediti risvolti, quelli di cui si rivolta dalla tomba del reale.

E come si fa a far finta d'esser sani a oltranza con un (cog)nomen omen di tale portata sulle spalle?

Parolaio parzialmente abile e quanto mai vano, sotto scacco d'una palla al piede che coincide con sé stesso. [come se fosse una cosa semplice vanificarsi ad ogni tentativo, passando da carneficine sentimentali a pantani dell'oggi desaparesido]

Diranno: evadeva dalla libertà su cauzione, pagava di testa propria le intemperanze di questa terra intera. Lo aiutavano in molti ad usar in tal definitiva maniera il proprio capo, lo stuzzicavano, gli spillavano idee dal cervello, lo prosciugavano, gli facevano un lavaggio ogni tanto.

Diranno: pagava con tasca vuota per essere felice. Lo faceva per non consumarsi anch'egli in pellegrinaggio danaroso in tempo di sconti e nel ricambio d'armadio e di stagione e di plotone. Non aveva nemmeno tempo per ricordarsi il proprio nome, ma era quello che voleva. Non finirò mai di rivedermi. Non mi riconoscerò mai. Non riconoscerò mai a me stesso di non esserci stato quando era l'occasione l'ingiusta fonte di piacere.

Ri-cognizione è l'azione effettuata oltre la linea del fronte per acquisire informazioni militari relative al nemico. [Ma qui il fronte è interno e il nemico non di meno]

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Visto l'andazzo, in tempi in cui ancora lo spettro del vate terrorizza i polli, l'approdo di demenza non sarebbe poi male. In questo merdaio in cui ci troviamo per rinsavire non bisogna badare agli indici di gradimento.

Dove ci troviamo dunque se non a mostrare e mostrarci come stimmate ancora le insufficienze di questa condizione, con le nostre povere parole, i nostri minimi occhi con i mezzi e gli intermezzi a nostra disposizione. A nostra deposizione. Deporranno prima o poi loro gli artigli e le armi, ci lasceranno fare nel carnevale del potere la parte del matto o quella del dotto. Dottori ci chiameranno del più abusato corporale nostro condotto. Apriti tu che il cielo non c'è più. L'ebbrezza sarà quella di fare i conti e di lasciarli aperti. Spalancati ad ogni evenienza, poiché resterà indeterminato chi conta e chi è soltanto contato. Più facile prevedere colui che, scontato, contatterà i gendarmi e metterà tutti in allarmi, sull'attenti, cittadini non aprite più i vostri battenti, anzi stringete e digrignate i denti, dimostratevi vincenti, allontanate questi poco dignitosi artistoidi malviventi.

Ed eccoci. Rieccoci. Avvertiti e ricchi d'eco. Sempre e ancora tanto riconoscenti quanto irriconoscibili al variare dei campi di gravitazione, all'infrangersi delle regole dell'attrazione, in comunione alcolica, per quell'attimo di delizia che precede strazi e stragi, strani casi e morti passaggi.

Ognuno ha le sue triste buone o cattive ragioni. Almeno tu nell'universo. Nel mio verso. No, nemmeno tu.

Vedo che ora siete affaticati, così tanto ai deliri impreparati. Così a lungo non riesco a seguirmi neanch'io.

Se il mondo gira perché non dovrebbe cambiare? Torneranno i feroci invalidi dai mari caldi e nell'extrema communio d'una messe mostruosa diranno che questo B noi ce lo meritiamo, come chi per desiderare la merda ha sacrificato la carne e il sangue.

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