
La Ricerca della Felicità poggia le sue basi sul sogno americano, sulla costituzione americana, in cui è scritto a chiare lettere che l'uomo ha diritto alla vita, alla libertà e, alla ricerca della felicità. Proprio la parola "ricerca" ritorna spesso nei pensieri di questo padre disperato e, ragiona sulla profondità di questa parola, sull'elevatezza di Thomas Jefferson nel momento in cui la scrisse per la prima volta. E' il ritratto della vita così come la viviamo tutti. Quando camminiamo per il marciapiede e vediamo solo gente sorridente, quando dentro di noi sentiamo un vuoto enorme, una voglia di gridare, di ribellarsi al sistema. E' la visione dei momenti che tutti noi, prima o poi, ci troviamo costretti ad affrontare. Momenti di felicità innocente, momenti di rabbia, di disperazione, di impotenza... la fotografia di una persona normale, in un mondo di lupi pronti a sbranarlo. Tutto ciò viene descritto con innocenza, schiettezza, semplicità. Muccino in questo film, secondo me, da il suo meglio. Anche l'idea di ambientare tutto quanto negli anni ottanta e, di usare come simbolo della capacità/incapacità delle persone, il famoso cubo magico, ovvero il cubo di Rubik, per me è geniale. Riuscire a risolvere il rompicapo è come riuscire a scalare l'Everest, avere successo, vincere un premio tanto agoniato. Che dire di più? Bello.