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La ricerca della Felicità

Creato il 16 gennaio 2013 da Gloutchov
La ricerca della Felicità Una giovane coppia investe tutti i suoi capitali in una macchina rivoluzionaria, uno scanner osseo portatile che ha una risoluzione molto più alta della classica radiografia. Investono tutti i loro capitali e si prendono l'incarico di venderle agli ospedali, solo che... presto vengono a scoprire che questo strumento, per quanto favoloso, costa troppo e gli ospedali non sono interessati ad acquistarlo. Così finiscono presto in rovina. Nasce un figlio e la moglie comincia a fare i doppi-turni per mantenerlo. Lo iscrivono ad un scuola gestita da una cinese, una scuola dove nell'insegna compare la parola "felicità", scritta in inglese ma, con un errore di grammatica. La scritta "fanculo", fatta con uno spray nero, invece, non ha errori. Questa è la storia di una famiglia che, dopo aver iniziato la vita matrimoniale con tante speranze, ha sbattuto a faccia aperta contro il duro muro della verità. Sono sull'orlo della rovina. La pace familiare è oppressa dai problemi economici e, alla fine, la coppia scoppia. La moglie parte per New York a lavorare come cameriera nel ristorante del marito di sua sorella, lui rimane in città con il figlio, ancora aggrappato al sogno americano, ovvero, alla speranza che, uno stage semestrale senza stipendio lo porti ad un posto di lavoro come broker in una importante finanziaria.
La Ricerca della Felicità poggia le sue basi sul sogno americano, sulla costituzione americana, in cui è scritto a chiare lettere che l'uomo ha diritto alla vita, alla libertà e, alla ricerca della felicità. Proprio la parola "ricerca" ritorna spesso nei pensieri di questo padre disperato e, ragiona sulla profondità di questa parola, sull'elevatezza di Thomas Jefferson nel momento in cui la scrisse per la prima volta. E' il ritratto della vita così come la viviamo tutti. Quando camminiamo per il marciapiede e vediamo solo gente sorridente, quando dentro di noi sentiamo un vuoto enorme, una voglia di gridare, di ribellarsi al sistema. E' la visione dei momenti che tutti noi, prima o poi, ci troviamo costretti ad affrontare. Momenti di felicità innocente, momenti di rabbia, di disperazione, di impotenza... la fotografia di una persona normale, in un mondo di lupi pronti a sbranarlo. Tutto ciò viene descritto con innocenza, schiettezza, semplicità. Muccino in questo film, secondo me, da il suo meglio. Anche l'idea di ambientare tutto quanto negli anni ottanta e, di usare come simbolo della capacità/incapacità delle persone, il famoso cubo magico, ovvero il cubo di Rubik, per me è geniale. Riuscire a risolvere il rompicapo è come riuscire a scalare l'Everest, avere successo, vincere un premio tanto agoniato. Che dire di più? Bello.


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