I quasar sono sistemi galattici estremamente luminosi e possono essere osservati da enormi distanze cosmiche. Sebbene gli scienziati siano generalmente d’accordo sul fatto che questi oggetti compatti siano caratterizzati dalla presenza di un buco nero supermassiccio, non si conosce molto su di essi. Antonucci spiega come nonostante sia stata fatta tanta ricerca, non esistano ancora ‘buoni’ modelli che descrivano come essi producano questa enorme quantità di energia e perciò non c’è modo di prevedere il loro comportamento o la loro evoluzione. Forse, scherzandoci sopra, sarà molto più probabile incontrare prima uno “scienziato alieno” che ci spieghi eventualmente come funzionano i quasar. In realtà, Antonucci è convinto che non sia impossibile costruire un nuovo modello che spieghi il fenomeno quasar ma occorrerà certamente un grande sforzo per spingere la ricerca verso la costruzione di metodi di calcolo e di elaborazione dati innovativi che saranno acquisiti dai telescopi spaziali più sensibili di nuova generazione per studiare sempre più in dettaglio questi oggetti. Inoltre, dato che i quasar sono osservabili da grandi distanze, essi offrono una possibilità unica per esplorare le regioni più remote dell’Universo rispetto a qualsiasi altro oggetto. Per questo motivo, diventa fondamentale studiarli in modo da comprenderne al meglio la loro fenomenologia. Il modello attuale suggerisce che la presenza di getti relativistici, osservabili nella banda radio, e l’enorme quantità di energia emessa, implicano la presenza di un buco nero supermassiccio nel nucleo dei quasar. Tuttavia, non conosciamo i dettagli del loro funzionamento che rimane ancora un enigma astrofisico.
La ricerca di nuovi modelli per spiegare i quasar
Creato il 29 marzo 2013 da Astronomicamens @_starblogger_Potrebbero interessarti anche :
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