13 FEBBRAIO – Le recenti vittorie interne conseguite contro Parma e Atalanta – in mezzo la sconfitta, in parte immeritata, di Palermo – sembravano aver allontanato gli spettri di quella crisi che da qualche settimana attanagliava la squadra gialloblù. Si è trattato purtroppo di un debole fuoco di paglia perché con il pesante capitombolo casalingo contro il Torino si sono improvvisamente riaperte ferite che sembravano in via di guarigione. A destare maggior preoccupazione è stata tutta la prestazione nel suo complesso perché nel match perso contro i granata, gli uomini di Mandorlini sono riusciti inspiegabilmente a riportare a galla in un solo colpo tutti i dubbi e gli equivoci di questa tribolata stagione. Prima di tutto l’ennesima prova incolore della difesa – con le tre reti subite domenica siamo diventati la seconda peggior retroguardia dell’intero torneo – che vede salire ancora agli altari della cronaca il messicano Rafa Marquez, autore domenica di un liscio – costato il gol del vantaggio avversario – degno del miglior e non certo meno famoso Raoul Casadei. Il nostro “Gran Capitan”, come viene simpaticamente definito in Messico, accolto al suo arrivo in riva all’Adige come il salvatore della patria, si sta rivelando un autentico flop, inaspettatamente incapace di reggere il passo del campionato italiano. A finire sotto accusa tuttavia non è stato solo il pluridecorato centrale sudamericano ma l’intero reparto arretrato gialloblù, che con 37 reti subite ha oramai assunto le sembianze di un vero colabrodo. A complicare la situazione ci ha pensato poi Mandorlini, con alcune scelte iniziali decisamente poco condivisibili. Oltre a quella di schierare Agostini, oramai non più in grado, viste le quasi 36 primavere, di garantire un’adeguata spinta sull’out di sinistra, ha suscitato scalpore vedere in mezzo al campo ben tre giocatori mancini. Sappiamo bene che il desiderata di ogni allenatore è quello di avere un centrocampo capace di giocare con entrambi i piedi – situazione ottimale per un buon giro palla – ma da questo a vedere insieme tre uomini in grado di usare un solo piede, direi che ce ne passa. Logica conseguenza di questa scelta quantomeno azzardata è stata quella di assistere ad una manovra lenta e farraginosa dove per arrivare dalle parti di Padelli ci si è dovuti affidare al classico lancio lungo alla ricerca di Luca Toni. Il tema tattico incide tuttavia fino ad un certo punto perché l’aspetto che più di tutti ha mandato su tutte le furie la calda ed appassionata tifoseria gialloblù è stato quello di vedere in campo una squadra quasi senz’anima, senza carattere ma soprattutto senza quella giusta dose di sana “cattiveria” agonistica senza la quale diventa impossibile far proprie le partite. Più di qualche voce “fuori campo” ha malignamente indicato nel tecnico di Ravenna il primo responsabile, non più in grado secondo alcuni di trasmettere alla squadra quella mentalità vincente che in questi anni ha rappresentato il suo cavallo di battaglia. Sicuramente l’atteggiamento del mister gialloblù ha visto tempi migliori e non nasconde nemmeno qualche piccola “crepa” ma rimango convinto che in campo ci vanno i giocatori è quindi spetta per primi a loro il compito di cambiare l’inerzia della partita e del risultato. A meno che dietro a tutto questo ci siano ragioni che poco hanno a vedere con gli aspetti tecnici e tattici, ma questo purtroppo o per sfortuna non è dato a sapersi. La classifica inizia a non essere più così tanto tranquilla – dopo la vittoria esterna del Chievo nel recupero contro il Parma la terzultima posizione è distante solo cinque punti – anche se un piccolo margine prima di alzare l’attenzione al livello massimo ancora c’è. Non è comunque il caso di cullarsi più di tanto sugli allori perché basta veramente poco perché il vento inizi a girare dalla parte sbagliata. Nelle prossime sei partite i gialloblù saranno chiamati ad un vero e proprio percorso minato, dovendo affrontare Roma e Napoli in casa e Genoa, Cagliari, Milan e Lazio in trasferta, pertanto motivi per dormire sonni tranquilli, proprio non ce ne sono. E’ arrivato il momento di voltare pagina e dare una decisa sterzata a questa stagione prima che questa inizi a prendere una brutta piega. Il primo a prendere il cosiddetto “toro per le corna” dovrà essere Mandorlini ma ognuno dei suoi uomini dovrà saper fare la propria parte, nessuno escluso, perché diversamente potrebbero essere dolori. L’ora della ricreazione è terminata..
Enrico Brigi
twitter @enrico.brigi
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