La riforma del catasto si è dimenticata i terreni: un’occasione sprecata

Creato il 31 ottobre 2014 da Ediltecnicoit @EdiltecnicoIT

Le agevolazioni fiscali per le ristrutturazioni, prorogate anche per l’anno venturo con la Legge di Stabilità, rappresentano un segnale positivo per un settore alle corde come è quello delle costruzioni, ma non è certo la soluzione definitiva a un problema che coinvolge l’intera economia.

È in chiaroscuro il giudizio dei Geometri della Provincia di Bologna sull’operato del Governo per dare ossigeno a un mercato edilizio asfittico. Anche le recenti misure contenute nel Decreto Sblocca Italia, come per esempio le semplificazioni dei procedimenti edilizi, pur essendo benvenute non sembrano convincere del tutto. È quanto lascia intendere Stefano Dainesi, presidente del Collegio dei Geometri e Geometri laureati della Provincia di Bologna, intervistato in esclusiva dalla nostra Redazione, che rappresenta oltre 1.500 professionisti sul territorio emiliano.

A Dainesi abbiamo chiesto delle opinioni qualificate su riforma del catasto, incentivi fiscali, formazione professionale e sul nodo delle competenze.

Mauro Ferrarini. Incentivi fiscali per le ristrutturazioni ancora attive per l’anno prossimo, soddisfatto?

Stefano Dainesi. La proroga delle detrazioni 50% e 65% per gli interventi di recupero e di efficientamento energetico sono senz’altro un segnale positivo per il settore, soprattutto per i lavori condominiali che hanno avuto un significativo incremento. Buona anche la risposta, sempre nel settore abitativo, da parte dei privati, sebbene si sia trattato, mediamente, di opere medio piccole o piccolissime, ma …

Mauro Ferrarini. C’è un “ma”?

Stefano Dainesi. Pur plaudendo all’allungamento delle detrazioni fiscali e alle misure contenute nel recente Decreto Sblocca Italia sul tema delle semplificazioni delle procedure amministrative edilizie, rimane il fatto che per una crisi complessa come quella attuale, queste misure non possono rappresentare la panacea di tutti i mali. Se fosse così, è come voler curare una grave malattia solo con l’aspirina.

Occorre concepire in maniera più ampia e sistematica l’azione da svolgere per dare nuova linfa all’edilizia che uno dei settori più colpiti, ma che sconta anche uno stallo di tutti gli altri comparti economici, aggravandone la situazione.

Mauro Ferrarini. Qualche suggerimento in particolare?

Stefano Dainesi. Penso, per esempio, a misure che facilitino, sia in termini di costi che di tempi di realizzazione, la flessibilità  dell’uso degli immobili, allargando l’alveo delle misure non solo all’ambito dell’edilizia abitativa, ma anche a quella industriale e dei servizi e commercio. Senza soluzioni che favoriscano, ad esempio, le riconversioni industriali non potremo risolvere il problema delle centinaia di capannoni sfitti che punteggiano il nostro territorio. Il recupero e la riqualificazione dell’esistente, con incentivi e agevolazioni adeguate, dovrebbe essere esteso anche ai settori che ho appena ricordato.

Un’altra linea di azione dovrebbe riguardare la riscrittura e la radicale riduzione con ridefinizione delle norme e procedure edilizie e urbanistiche che, allo stato attuale, sono spesso farraginose e attuabili con tempistica eccessiva, nonostante la progressiva delega, applicata in modo sistematico ma non sempre adeguato, ai professionisti e nonostante il loro ruolo sussidiario alla Pubblica Amministrazione, riconosciuto ma non sempre pienamente valorizzato. Infine si dovrebbero prevedere incentivi non solo meramente fiscali, ma anche volumetrici nei casi di effettivo e dimostrato miglioramento energetico e strutturale nel rispetto degli obiettivi generali di tutela e sicurezza dell’ambiente e del territorio ….

Mauro Ferrarini. Per quelli ci sono le norme relative al Piano Casa …

Stefano Dainesi. Norme che si sono rivelate, almeno nel territorio dell’Emilia-Romagna, largamente inadeguate, vuoi per il ridotto arco temporale in cui sono state in vigore, vuoi anche per i molti paletti che sono stati inseriti per evitare abusi e incompatibilità con la pianificazione urbanistica, ma che hanno scoraggiato moltissimi soggetti ad aderire all’iniziativa.

Mauro Ferrarini. Un altro Piano Casa non risolverebbe la situazione.

Stefano Dainesi. Se messo in atto come i precedenti, no sicuramente. Quando ho parlato di misure premianti a livello volumetrico e fiscale, mi riferivo a norme strutturali e con un arco di vita molto lungo. In caso contrario, diventa difficile per gli interessati reperire le risorse necessarie ad eseguire i lavori nei tempi stabiliti da misure spot, come finora sono state quelle relative ai Piani Casa regionali, peraltro diversamente attuati dalle varie Regioni.

Mauro Ferrarini. Chiarissimo. Cambiamo argomento e concentriamoci su un tema caro alla categoria del Geometri: la riforma del Catasto. Soddisfatto dell’approvazione del decreto sulle commissioni censuarie?

Stefano Dainesi. Per quanto riguarda il decreto appena approvato è mio auspicio, ma credo sia condiviso da molti, che i Geometri facciano parte di tutte le commissioni censuarie, almeno di tutte quelle che saranno attivate a livello locale. È infatti indispensabile l’esperienza tecnica della nostra categoria, maturata in decenni di lavoro che si traduce nella constatazione che oltre il 90% delle pratiche di aggiornamento sono realizzate da Geometri.

Mauro Ferrarini. E sui tempi di attuazione della riforma?

Stefano Dainesi. Una riforma del catasto realizzata in tempi di crisi come quelli odierni sicuramente incontrerà molte difficoltà se mira non soltanto all’equità come è stato dichiarato, ma se si pone come obiettivo anche quello di aumentare il gettito fiscale proveniente dal patrimonio immobiliare censito al catasto, magari in ambiti diversi da quello centrale. Per il successo dell’iniziativa, credo che occorra avere chiari due punti essenziali.

Mauro Ferrarini. E quali precisamente?

Stefano Dainesi. Da un lato è necessario un’azione di informazione da parte del Governo il più capillare possibile, quasi in ogni famiglia, per fare comprendere la necessità di mettere mano a un sistema complesso come quello catastale; in seconda battuta occorre il coinvolgimento fattivo di tutte le forze in campo. Se questi punti saranno osservati, sia a livello centrale che periferico, ritengo che i tempi di attuazione della riforma possano essere quelli prospettati da più di un commentatore, in caso contrario i tempi potranno dilatarsi considerando che di questi tempi ogni innovazione può essere osteggiata e bloccata.

E in ogni caso c’è un’altra questione che mi piacerebbe sollevare …

Mauro Ferrarini. Prego.

Stefano Dainesi. Con la riforma del catasto ci si è concentrati giustamente sui fabbricati, ma questa sarebbe stata l’occasione anche di mettere mano al catasto terreni, che rappresenta l’unico patrimonio cartografico del nostro territorio realmente aggiornato e di riferimento per ogni cartografia tematica. Introducendo nel catasto terreni le nuove tecnologie e i nuovi saperi oggi a disposizione, uniti ad un programma di rilevamento su scala nazionale, si sarebbe potuto realizzare un riordino organico della materia e un ulteriore salto di qualità sull’attendibilità della rappresentazione cartografica, che invece dovrà attendere ancora del tempo, perché legata alla iniziativa e necessità locale.

Mauro Ferrarini. Si è da poco concluso il SAIE di Bologna, per la prima volta dopo anni senza la concorrenza del MADE di Milano. Da addetti ai lavori radicati sul territorio bolognese, come avete vissuto questa diarchia da molti ritenuta nociva per l’intero settore?

Stefano Dainesi. Mi astengo dal giudicare le strategie delle fiere di Bologna e Milano, pur essendo soddisfatto della decisione di un’alternanza che potrà giovare a entrambe. Le fiere restano comunque un momento importante per i professionisti tecnici: un’occasione di aggregazione e di confronto; la possibilità di conoscere il lavoro delle aziende è un “faro” che mette in evidenza anche ai non addetti ai lavori il nostro settore.

Mauro Ferrarini. Quale è secondo lei la naturale evoluzione delle manifestazioni fieristiche per l’edilizia?

Stefano Dainesi. Il cantiere, inteso come metodo di lavoro proprio delle costruzioni, sta cambiando anche se molto lentamente rispetto ad altri settori come il design, la progettazione, ecc.

Ritengo che la chiave di una corretta evoluzione delle manifestazioni come il SAIE debba orientarsi su due fronti: da un lato un’attenzione sempre maggiore alla ricerca di nuovi materiali e metodologie di lavoro per contenere i costi ed aumentare la qualità del costruito; dall’altro un impulso all’incremento della trasparenza e della facilità di circolazione dei dati e delle informazioni tra i diversi soggetti della filiera (committenti, costruttori e professionisti).

Mauro Ferrarini. Veniamo alla questione delle competenze. Da un regolamento vecchio di oltre 80 anni e dalla definizione di “modesta costruzione civile”, ancora oggi assistiamo a veri e propri scontri, anche feroci, tra le diverse categorie di professionisti tecnici. Anche in provincia di Bologna c’è guerra tra Geometri, Architetti e Ingegneri?

Stefano Dainesi. No, fortunatamente. Nella provincia di Bologna esistono invece numerose commissioni interprofessionali e il dialogo tra le categorie dei tecnici è fitto e proficuo, senza chiamate alle armi o barricate per difendere steccati ideologici.

Da parte nostra, abbiamo sempre agito con prudenza e coscienza per evitare contrapposizioni inutili che, in questo momento storico, rischiano solo di sfociare in una guerra “tra poveri” che non gioverebbe a nessuno. A livello di Collegio, già da qualche anno, per evitare polemiche e contrasti, abbiamo invitato la pubblica amministrazione a confrontarsi direttamente con noi in ogni occasione in cui possa sorgere un dubbio di attribuzione di competenze, proprio perché siamo consapevoli delle nostre prerogative e possiamo dunque indirizzare al meglio le decisioni in tema di corretto conferimento degli incarichi.

Mauro Ferrarini. E a livello nazionale come giudica la situazione?

Stefano Dainesi. Come ricordava, la normativa di riferimento in tema di competenze risale al 1929 ed è quindi ampiamente superata. Il perno della discussione è la preparazione scolastica che, per quanto riguarda la nostra categoria, coinvolge anche i laureati triennali. La prima necessità per risolvere i contrasti in tema di competenze è, a mio avviso, la questione dell’uniformità di valutazione nei vari territori. In altri termini, va garantita la omogeneità di giudizio per cui a parità di livello di istruzione non possono esistere difformità di competenze in diverse aree del Paese.

Riprendendo quanto diceva lei poc’anzi, è anche necessario dare finalmente una definizione univoca chiara e priva di ombre al concetto di “modesta costruzione” sia per tutelare i professionisti seri e preparati sia per evitare che qualcuno possa approfittare di una situazione ambigua a danno di un’intera categoria di professionisti.

Mauro Ferrarini. La preparazione dei professionisti tecnici passa anche dalla formazione continua, che i Geometri hanno adottato già da tempo. Ci può fornire qualche dato in proposito? Come vengono decisi a livello locale i programmi formativi da proporre agli iscritti?

Stefano Dainesi. La scelta del nostro collegio in tema di formazione è stata chiara fin dall’inizio. Era nostra intenzione mantenere sotto stretto controllo l’intera offerta formativa da proporre ai nostri iscritti, anche grazie a convenzioni specifiche con soggetti di alto profilo.

Distinguerei, nell’ambito della formazione professionale, i workshop e i seminari, dai corsi di aggiornamento veri e propri, i quali sono sempre stati organizzati dal collegio in autonomia o in collaborazione con partner qualificati di natura istituzionale come altri Collegi e Ordini professionali o i Vigili del fuoco per le tematiche della prevenzione incendi o la Asl per le questioni inerenti la sicurezza sui luoghi di lavoro o gli Enti Locali per la materia urbanistica ed edilizia.

Per determinare l’offerta formativa abbiamo dato ampio spazio all’ascolto delle esigenze provenienti dagli iscritti, tramite la predisposizione di sondaggi dai quali abbiamo ricavato utili informazioni per perfezionare i catalogo formativo con un calendario che conta ad oggi nell’anno 2014 circa 100 momenti formativi tra seminari e corsi. In ogni caso, per determinati argomenti cruciali per la professione e per le necessarie abilitazioni, ci siamo preoccupati di garantire un certo numero di appuntamenti fissi. Penso, ad esempio, alla certificazione energetica, alla sicurezza sul lavoro o alla mediazione civile.

Mauro Ferrarini. Ai primi di novembre a Bologna si terrà la Riunione annuale della III Commissione della Federazione Internazionale Geometri. Il tema dell’incontro sarà la raccolta massiva, l’analisi e la gestione delle informazioni geo-territoriali per la migliore tenuta dei catasti, dell’impianto di un catasto 3D, dei sistemi informativi e di prevenzione territoriale. Ci può dire qualcosa di più preciso su questa iniziativa? E come è coinvolto il collegio di Bologna?

Stefano Dainesi. L’iniziativa è organizzata dal Consiglio nazionale di Roma in collaborazione con il Collegio che rappresento e la Fondazione dei Geometri dell’Emilia-Romagna.

Il tema oggetto della riunione è specifico e riguarda la formazione, la condivisione e la gestione del dato per la conoscenza, la pianificazione e la gestione del territorio.

Mauro Ferrarini. Quindi stiamo parlando di …

Stefano Dainesi. Geomatica, rilevamento del territorio con nuove modalità e tecnologie, condivisione di tutti i dati territoriali per comprendere come il territorio è formato, quali sono gli interventi da programmare, per esempio in materia ambientale di prevenzione del dissesto idrogeologico o, anche, per il catasto e la gestione delle proprietà: in sintesi,  analizzo il territorio per capire come è formato, per inventariarlo e per arrivare anche a programmarne lo sviluppo, la tutela e la gestione. In questo senso il catasto italiano fa scuola, essendosi formato un secolo fa, rappresenta un modello per molti Paesi, al di là della riforma di cui abbiamo appena parlato.

Sarà l’occasione di incontrare Geometri provenienti da ogni angolo del Pianeta: saranno infatti presenti rappresentati dell’Asia, fra cui la Cina, degli Stati Uniti, dell’Africa e dei Paesi europei.

Mauro Ferrarini. Si tratta di una vetrina davvero mondiale!

Stefano Dainesi. Esattamente. Proprio approfittando di questa opportunità, è coinvolto direttamente il Comune di Bologna in considerazione della candidatura dei suoi famosi portici a patrimonio dell’Umanità. Nel programma della riunione è infatti prevista la partecipazione di un rappresentante del Comune, del presidente del Comitato dei Portici di San Luca e di un componente del nostro Collegio che illustreranno gli aspetti monumentali e culturali per fare conoscere tale patrimonio anche all’estero.

Voglio ricordare che i Geometri di Bologna stanno dando una mano ai lavori di restauro, eseguendo il rilievo architettonico del Portico di San Luca, utilizzando tecnologie innovative, reti satellitari, topografia classica, laser scanner e impiego di un drone a fini conoscitivi dello stato di conservazione. Tutti aspetti che saranno protagonisti di questa riunione, insieme alle relazioni internazionali e all’intervento della Regione Emilia Romagna incentrati sulla materia del workshop.

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