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Come si sa, ieri il Senato ha approvato il progetto di riforma della Costituzione (qui, dal sito del senatore del Pd Ceccanti, il testo approvato). La novità è data dal disegno (si fa per dire) di una repubblica semipresidenziale sul modello francese, partorito per via emendativa dal duo Gasparri-Quagliariello, e votata dalla rediviva accoppiata Pdl-Lega. Il testo originario, sul quale avevano trovato l'accordo le principali forze politiche, prevedeva un rafforzamento dell'esecutivo nell'ambito di una repubblica parlamentare. Ma Gasparri e Quagliariello, novelli aspiranti costituenti, hanno tirato fuori dal cilindro l'elezione diretta del Capo dello Stato, cercando di nascondere, ma non tanto, il loro vero intento: far naufragare la riforma costituzionale, a partire dalla riduzione del numero dei parlamentari, e poter dare la colpa delle mancate riforme al centro-sinistra. Così, ai cosiddetti "saggi" di Lorenzago (Nania D’Onofrio, Pastore e Calderoli), che nel 2003 scrissero un progetto di riforma costituzionale basato sulla cosiddetta "devoluzione" e poi naufragato nel referendum istituzionale del 2006, siamo passati all'accoppiata Gasparri-Quagliariello: trascorrono gli anni, ma la "saggezza" continua ad essere una merce ancora rara.
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