La rinascita dei Mobile Suit - Provato - PS3

Creato il 14 giugno 2014 da Intrattenimento

A poche settimane dall'uscita europea abbiamo provato l'ultimo capitolo nella serie di musou dedicata all'universo di Gundam

Mentre Link e Zelda si preparano al debutto tra gli action musou con Hyrule Warriors, c'è un franchise che col genere sembra trovarsi ormai a proprio agio. Parliamo ovviamente di Gundam, visto che Bandai Namco era presente all'E3 di Los Angeles con Dynasty Warriors: Gundam Reborn, quarto capitolo nella serie nata dall'incontro tra i celebri Mobile Suit e la serie di videogiochi di Tecmo Koei. Serie tutt'altro che eccelsa, va detto, ma indirizzata principalmente ai super-appassionati dei Mobile Suit. Il gioco è già uscito in Giappone con il nome di Shin Gundam Musou, quindi la demo in fiera era praticamente quella definitiva con l'aggiunta della localizzazione inglese. Abbiamo comunque voluto provarlo per scoprire cosa i fan di Gundam devono aspettarsi dal titolo, in uscita entro fine mese su PlayStation 3.

Verso l'Universal Century e oltre

Allo stand di Bandai Namco ci spiegano che uno degli obiettivi principali di Reborn era quello di offrire un'esperienza che fosse apprezzabile anche da chi, non conoscendo a fondo il franchise Gundam, non sa come districarsi tra le varie serie uscite dal 1979 a oggi. Da Future Century ad After War, da Anno Domini ad Advanced Generation: le storyline alternative sono diventate talmente tante da spaventare chi vuole avvicinarsi per la prima volta ai mech ideati da Yoshiyuki Tomino. Reborn si concentra quindi su Universal Century, la timeline originale che include serie e film come Mobile Suit Gundam, Zeta Gundam, Char's Counterattack e Gundam SEED. Si parte insomma proprio dall'inizio, con la razza umana che ha appena cominciato a popolare lo spazio e costruito la prima colonia. Tutti gli eventi principali di Universal Century sono stati semplificati e riassunti nella campagna principale, nella quale ripercorrere gli eventi e le battaglie più importanti viste nella serie animata e nei lungometraggi. Gli appassionati delle altre timeline saranno comunque accontentati da un'opzione chiamata Ultimate Mode, che permette di affrontare alcune missioni utilizzando Mobile Suit apparsi in altre serie, per un totale di oltre cento. Secondo gli sviluppatori si tratta infatti dell'episodio della serie più ricco in termini di contenuti, il capitolo perfetto per i neofiti e quello definitivo per i veterani. Nella demo che abbiamo provato era possibile giocare solo nei panni di alcuni Mobile Suit, ma all'interno del menù erano visibili quasi tutti quelli disponibili, ordinati comodamente per serie di appartenenza: dallo ZAKU Warrior dalla Cosmic Era, al Gundam Mk-II di Zeta Gundam, passando per il Knight Gundam al Beargguy. Pad alla mano, dopo una breve sequenza introduttiva con protagonista Amuro ci siamo trovati subito nel mezzo della battaglia. Da questo punto di vista c'è poco da dire: Reborn mantiene il feeling dei precedenti Dynasty Warriors: Gundam, innovando poco in quanto a gameplay. L'unica aggiunta davvero rilevante riguarda il Burst System, un indicatore che quando riempito permette di entrare in una sorta di berserk per pochi secondi e di eseguire un'ulteriore e potente attacco speciale. A dirla tutta siamo rimasti parecchio interdetti dalla scelta di abbandonare il riuscito cel-shading di Dynasty Warriors: Gundam 3 per tornare allo stile grafico meno cartoon e più tradizionale dei primi due capitoli. Scelta discutibile, visto che, almeno a nostro avviso, Gundam 3 non solo era caratterizzato da uno stile grafico più colorato e vicino all'anime, ma permetteva di mascherare quelle sbavature estetiche evidenti soprattutto negli ambienti di gioco.


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