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La Rinascita di Capitan America

Da Paradisiartificiali
La Rinascita di Capitan America
Il seguente articolo è stato scritto per la webzine Fumettidicarta
Beh l'ho sempre sospettato, pensavo di essere io l'esagerato, il solito alienato rompipalle, invece è proprio così.
I tempi sono cambiati, oggigiorno, anche fare una cosa come leggere un fumetto è diventata una cosa complicata.
Prima non era sicuramente così, oggi invece devi avvicinarti ad un fumetto con un giusto spirito, altrimenti vivi male, chiedo scusa, altrimenti LO vivi male.
Mi spiego meglio, oggigiorno se leggi V per Vendetta, di Alan Moore oppure All Star Superman di Morrison e Quitley, sai che stai per leggere un volume che in qualche modo ti lascerà qualcosa. Una volta che lo chiudi e lo riponi in libreria, continua a viverti dentro, ti stimola a pensare, e non necessariamente alla storia soltanto, ma allo studio della tavola, le prospettive delle singole vignette, al messaggio che vuole comunicare, al backgorund a cui si sono ispirati gi autori, insomma, non sono di quelle letture che puoi permetterti di fare così tanto per passare il tempo, stai leggendo Moore, non stai leggendo Novella 2000, un minimo di attenzione è richiesta, oppure non capirai niente.
La Rinascita di Capitan America
Poi invece c'è ormai una vasta gamma di titoli, specie le serie di albi regolari, molti albi regolari, specie quelli legati al genere supereroistico, che puoi leggere, anche mentre sei seduto al bagno, li puoi aprire a letto per conciliarti il sonno e anche in quel momento sai che qualsiasi incubo avrai durante la notte sarà meglio della monnezza che stai sfogliando.
Questo genere di albi puoi leggerli in treno, in alternativa a "Leggo" o "Metro" in mezzo al casino che sono adesso i mezzi pubblici, sono in tutto e per tutto cioè come i famosi Pulp Magazine degli anni '20, quelle riviste che poi, più di una di quelle che si definiscono autorità del fumetto odierno, dicono siano i papà degli albi che leggiamo ancora oggi.
Ma i Pulp Magazine, avevano un altro pubblico, erano rivistucole, con racconti mediocri, propagandistici o gratuitamente eccessivi, avevano un prezzo ridicolo, e la gente li leggeva giusto per ritagliarsi un momento di evasione per fuggire dalla realtà del tempo, per scappare dalla guerra, dalla recessione e quant'altro, erano come gli Harmony delle massaie degli anni '70 '80, a dire il vero, almeno secondo me avevano invece ben poco in comune con quello che si predica (o si auspica?) sia diventato il fumetto oggi.
Oggi non c'è la guerra, beh per lo meno non da noi, non ancora, non c'è la recessione, anche quella non ancora, sono cambiati i contenuti ed è chiaro come il sole che i fumetti di oggi non hanno il prezzo ridicolo degli Anni Venti, nemmeno facendo un rapporto tra le due epoche, anzi sono cari, carissimi a volte.
Oggi i nerd, i feticisti, non parlano più semplicemente dell'Uomo Ragno, o di Capitan America o di Superman, oggi dicono I Vendicatori di Bendis, Il Punitore di Ennis, gli X-Men di Claremont, come se parlassero di quel Bernini o di quel Caravaggio, a volte questo atteggiamento pomposo è giustificato, tipo Moore appunto altre volte, molte altre volte no.
Oggi si tende a dire "bellissimo questo ciclo di Tizio", definendo ciclo o "run", quando un autore cura per un pò di tempo una testata, oggi si tende a dare troppo facilmente un parere positivo a qualcosa solo perchè proviene da qualcuno di conosciuto, e spesso di osannato a priori; è la teoria del logo, che alla fine ha fatto l'ingresso anche nel mondo dei fumetti.
Questa maglia è "Nike" indi per cui è bella di sicuro, vale ognuno degli euro che la paghi, poco conta se poi è fatta come è fatta o viene da dove viene, è la campagna di esaltazione della mediocrità che è ormai arrivata anche nelle nostre fumetterie e che da tempo spadroneggia in tutti i campi, dalla politica allo sport, dal cinema alla letteratura. La gente legge Moccia, ogni anno a Natale il cinema italiano ci propina cinema spazzatura, esaltando la mediocrità di un cast reclutato più in base alla notorietà dei protagonisti, che alla loro bravura.
Spero che l'incipit vi abbia più o meno fatto capire di cosa si parlerà oggi, è facile scrivere di qualcosa che ci è piaciuto, è più complicato scrivere di qualcosa che si reputa inutile, superfluo senza risultare arroganti o peggio non obiettivi. E' mia ferma convinzione che gran parte della produzione Marvel pubblicata dopo l'evento Civil War, è un involuzione del genere supereroistico, i vari maxi-eventi, come Secret Invasion, la Dark Age e la prossima Heroic Age, sono aria fritta, è la stessa sbobba, riscaldata e ricondita.
Potrò sembrare assolutista, ma credo sia così.
Trovate come lo smascheramento pubblico dell'Uomo Ragno, o la morte di Capitan America, possono essere interpretate come un tentativo di voler rendere iper-realistici gli scenari e le azioni di questi personaggi di fantasia, invece sono solo operazioni commerciali con l'unico obbiettivo di fare cassa, è per giunta non è niente di nuovo, tutto sa di già letto, di già visto, e quel che è peggio è che con questi albi tra le mani smettiamo di essere dei lettori di fumetti, e diventiamo un portafoglio da svuotare.

Non posso pensare di essere il solo a indignarsi, nel vedere le tavole di McNiven in cui Peter Parker si toglie la maschera davanti al mondo, suggerendo finalmente una chiave di lettura veramente adulta, e poi vedere che si decide di tornare al punto di partenza, ricorrendo a Mefisto. Non puoi non incazzarti.
Non posso pensare di essere il solo a pensare che il ritorno di Capitan America, sia tra le cose più brutte si possano leggere oggi.
E non solo perchè è l'ennesimo passo indietro, l'ennesimo reset, dal quale poi ripartire per rifilarti le stesse cose, per scucirti altri soldi, cambiando magari il nome dell'autore.
E' anche perchè questa miniserie chiamata Rinato, pubblicizzata e osannata fino al limite, è povera, è piatta, è confusa, sembra scritta e disegnata in tutta fretta, per rimettere Capitan America in prima fila per quello che sarà l'ennesimo reimpasto in casa Marvel, "The Heroic Age".

Ma se ci penso bene non è nemmeno questo che mi fa incazzare, mi fa incazzare di leggere sui blog del "ciclo di Brubaker" di Capitan America, come uno dei cicli più belli mai scritti, l'esaltazione della mediocrità appunto, sarò onesto, non ho letto tutto il ciclo di Brubaker, ma quello che ho letto mi è bastato.
Allora John Byrne cosa deve fare? Deve mettersi un triangolo in testa uscire di casa nudo e proclamarsi Dio, per aver scritto decenni fa, storie di fattura sicuramente superiori? Fatte con un preciso studio della cronoloia del personaggio, chi di voi ha letto le storie del Barone Sangue, e del ritorno di Union Jack?
Chi legge i fumetti oggi riesce a scorgere questa sottile differenza? O sono un visionario che se la immagina?

Smontiamo 'sta rinascita allora:
Capitan America è morto da un anno, morto e sepolto, tutti lo hanno visto, anzi letto, gli hanno sparato, prima Crossbones da distanza e poi l'Agente 13 (ipnotizzata dal Teschio Rosso, si ancora lui, ridotto forse ormai ad entità demoniaca, altrimenti come lo spiegate che è ancora qua tra noi? Ad ammorbarci con i suoi deliri da villain anni '50?).
E' morto, lo hanno detto dentro e fuori dai fumetti, lo hanno detto anche nei telegiornali, lo hanno scritto anche sui quotidiani, quelli veri, non il Daily Bugle.
In un anno lo hanno persino sostituito con Bucky, altra improbabile "rinascita", altra miniserie della quale sembra non si possa parlare, blindata, protetta dietro il passaparola che Brubaker ha scritto uno dei migliori Capitan America mai letti. Anche lui, Bucky, ibernato, era morto però quando sì è congelato, ed è stato rianimato una settimana dopo esere stato ripescato senza un braccio, erano gli anni '40, non era un super-soldato Bucky, era un uomo normale, come gli altri soldati che morivano al fronte per una semplice pallottola nella coscia, o di dissenteria. Ma, ehi questo è il fumetto "vero" che ci vende la Marvel. Ma torniamo a "Rinato".

Ora non fatemi perdere il filo, Steve Rogers è stato sostituito da Bucky, ed anche qui finalmente si sente aria di nuovo, poi però ennesimo cambio di rotta.
Ma come fai a far tornare qualcuno che hai fatto morire sparato, lo hai ribadito, lo hai ristampato, venduto e rivenduto?
Calma ci pensa Brubaker, una delle nuove promesse del fumetto americano. E che fa Brubaker?
S' inventa una pistola a tachioni, s'inventa che la pistola non l'ha ucciso: ma non era il desiderio del Teschio poi, farlo fuori approfittando della sua latitanza nella guerra civile?
S'inventa che l'Agente 13 è il mezzo per ripescarlo dal flusso del tempo, s'inventa che stavolta il piano è riprendere Cap, svuotargli la mente e infilarci dentro quella del Teschio Rosso, che ne frattempo era stato ammazzato da Bucky e adesso è racchiuso in un robot.
E non bastando, in questi salti temporali cosa rivive Cap?
La sua nascita, gli eventi della Guerra Kree-Skrull, cose che sa anche l'ultimo idiota che legge fumetti da tre giorni, senza offesa signor Brubaker, ma mi sembra che c'è gente che l'ha preceduta in questi stilismi, e ha fatto di meglio.

Come si fa a leggere 'ste cose senza farsi venire uno sturbo? Come si fa a non essere stufi di questi escamotage, fatti di marchingegni ultatecnologici giustificati solo perchè un acuto Autore tira in ballo il Dottor Destino o lo Shield?
Dài voglio capire in America, dove Capitan America c'ha un senso....ma qui in Italia cosa significa accettare e addirittura stimare sta roba?
Abbiamo la fortuna di avere un mercato ancora vasto, non monopolizzato, come puoi digerire una cosa del genere se magari qualche giorno prima hai letto magari un fumetto di Ambrosini?
Sbagliato esempio? Non credo, ma comunque come puoi digerire rinascita se prima ti leggi la New Frontier di Cooke?
Signor Brubaker, torni a scuola da Miller o da Moore o se preferisce da Kirby, vista la sua passione per la fisica da quattro soldi dei romanzetti Urania, e si porti con sé, i suoi seguaci, che hanno la memoria troppo corta per ricordare, che quel che ha fatto lei, sa di già visto e peggio ancora sa di superficiale, non ha il profumo della carta stampata cara agli amanti dei comics, ma puzza di merchandising.

Chiudo con due parole per Hitch, che quasi per sottolineare l'inadeguatezza di questa miniserie, ha disegnato il tutto in un modo che confrontando queste tavole con la sua produzione passata, tipo Ultimates o The Authority, si teme sia incappato in un ictus.
Inutile, da comprare solo se siete maniaci del collezionismo e siete incapaci di cominciare dal numero 4, ammesso che la situazione migliori.
Baci ai pupi.


Gennaro Cardillo

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