Magazine Società
Giugno, la salvezza, sembrava un sogno lontano anni luce. Giugno, il mese in cui, finalmente, riprendo lentamente possesso della mia vita. Era quasi un miraggio, più guardavo il calendario più era distante, e invece ora ci siamo. Già, finalmente sto vivendo come una persona normale, dopo innumerevoli post in cui rendevo pubblica la mia frustrazione lavorativa, questa settimana son riuscito a raggiungere il traguardo in cui da quasi dodici ore lavorative passo alla bellezza di cinque. Così finalmente posso fare tutto quello che ho sempre sognato in questi sei mesi infernali, in primis scialacquare tutti i soldi fin'ora guadagnati; ma non solo, anche cose più piccole che per voi lavoratori, studenti, nulla facenti, normali, sembreranno cose di ordinaria amministrazione, invece per me è un'incredibile conquista. Ad esempio: riuscire finalmente a finire gli ultimi due libri di Sergio Atzeni che mancavano alla mia collezione intellettuale (se non l'avete mai sentito nominare andate ad informarvi; se non avete letto, o non avete in mente di farlo, "Passavamo sulla terra leggeri" potete anche morire o non leggermi più, se invece non avete letto, o non leggerete, "Il figlio di Bakunìn" vengo direttamente io a squartarvi); addormentarmi il pomeriggio con in sottofondo Chet Baker, Clifford Brown, De André, Battiato, Coltrane e risvegliarmi totalmente stordito ma con un gran senso di benessere; pianificare di andare a vedere almeno tre o quattro concerti, su cinquanta, di Paolo Fresu in giro per la Sardegna; ma soprattutto avere qualcosa che in questi sei mesi si è manifestato in maniera sporadica, qualcosa che non provavo da un po' di tempo con così tanta frequenza: una bella cefalea a grappolo che mi costringe ad assumere dosi incredibili di Oki, stare a letto a casa - uscendo esclusivamente per recarmi a lavoro - rovinando quindi parecchi miei pomeriggi liberi.VAFFANCULO!
Potrebbero interessarti anche :