E vediamola questa famigerata ripresa, di cui tutti si riempiono bocca senza sapere di cosa stanno parlando.
La vediamo in 30 grafici, con una breve conclusione finale.
La produzione industriale:
Da Istat: A maggio 2014 l'indice destagionalizzato della produzione industriale è diminuito dell'1,2% rispetto ad aprile. Nella media del trimestre marzo-maggio la produzione è diminuita dello 0,4% rispetto al trimestre precedente. Corretto per gli effetti di calendario, a maggio 2014, l'indice è diminuito in termini tendenziali dell'1,8% (i giorni lavorativi sono stati 21 contro i 22 di maggio 2013). Nella media dei primi cinque mesi dell'anno la produzione è aumentata dello 0,1% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Qui il seguito del comunicato completo
Il Pil:Il Pil dell'Italia torna negativo nel primo trimestre del 2014,segnando un calo dello 0,1% rispetto al trimestre precedente che si era chiuso con una crescita dello 0,1%.
Secondo i dati diffusi dall'Istat, su base annua il Prodotto interno lordo italiano è diminuito dello 0,5%.
Sempre l'Istat, a proposito della crescita del secondo trimestre, afferma:
"Tenendo conto delle informazioni più recenti, in T2 l’attività produttiva dell’industria (al netto delle costruzioni) potrebbe risultare stazionaria. Nello stesso periodo, la variazione congiunturale del Pil è prevista ricadere in un intervallo compreso tra -0,1% e +0,3%". Anche se, secondo noi, tale previsione sembrerebbe abbastanza ottimistica
Le previsioni di crescita delle istituzioni finanziarie internazionali e dei vari centri studi vengono riviste sistematicamente al ribasso e si discostano sempre di più dalle previsioni del Governo contenute nel DEF
Il governo, nella stesura del Def, ai fini della determinazione della performance del PIL, attribuisce un contributo significativo alle esportazioni, viste in crescita del 4%. Quindi, sempre secondo il governo, la domanda estera dovrebbe rimanere sostenuta in virtù del Pil mondiale visto in crescita del 3.7% con gli Stati Uniti che trainano la ripresa con il PIL in progresso del 2.9%
Problemone! Pare che gli Stati Uniti, anziché crescere come auspicato dal governo italiano, stiano scendendo e scendendo di brutto. Tant'è che l'ultima revisione del Pil statunitense, uscita solo qualche giorno fa, dice che nel primo trimestre 2014 l'economia a stelle e strisce si è contratta del 2.9% su base annua. Quindi, alla luce della contrazione dell'economia statunitense e del possibile rallentamento di quella mondiale, appare assai difficile poter sostenere una performance delle esportazioni come quella indicata nel DEF. Tanto più se si considera che il cambio Euro/Usd, nonostante gli interventi della BCE di inizio giugno, rimane saldamente ancorato a livelli alti. E' evidente che se la performance delle esportazioni dovesse risultare sensibilmente inferiore a quanto preventivato, la performance del PIL ne risentirebbe significativamente, stante anche la debolezza della domanda interna e degli investimenti, che non potrebbero compensare l'eventuale debolezza della domanda estera.
L'inflazione:
Come si rileva dai dati previsti sulla performance del PIL nominale (seconda riga della tabella sopra), questo, per il 2014, è visto in aumento dell'1,7%. Sempre secondo lo stesso DEF, a favorire questa dinamica dovrebbe intervenire una crescita dell'inflazione all'1%. Secondo gli ultimi dati Istat, l'Italia sta subendo una forte disinflazione, tale da allontanare significativamente il target dell'inflazione prevista, compromettendo il raggiungimento del target del Pil nominale.
Consumi:
A marzo 2014 l’indice destagionalizzato delle vendite al dettaglio (valore corrente che incorpora la
dinamica sia delle quantità sia dei prezzi) registra una diminuzione rispetto al mese precedente (-0,2%). Nella media del trimestre gennaio-marzo 2014, l’indice registra una flessione dello 0,3% nei confronti dei tre mesi precedenti.
Rispetto a marzo 2013, l’indice grezzo del totale delle vendite segna una flessione del 3,5%. Variazioni tendenziali negative si registrano sia per le vendite di prodotti alimentari (-6,8%), sia per quelle di prodotti non alimentari (-1,5%). Fonte Istat



Nei primi quattro mesi del 2014 sono state autorizzate alle imprese oltre 350 milioni di ore di cassa integrazione con una perdita per i circa 500.000 lavoratori coinvolti di 1,3 miliardi di euro, 2.600 euro netti in meno in media per ogni lavoratore in cassa a zero ore. I dati dell'Osservatorio Cig della Cgil che rielaborano le rilevazioni Inps


Pressione fiscale ancora in aumento, superiore di almeno 4 punti rispetto alla media Un27



Quasi 4 mila imprese italiane sono fallite nel primo trimestre di quest’anno.

Il credito rimane su livelli di minimo degli ultimi anni














