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La risposta alle specie invasive: mangiamole

Creato il 12 luglio 2011 da Zonwu
pesce leone
Uno dei più grossi e ingestibili problemi ambientali che coinvolge l'intero pianeta è l'avanzata delle specie invasive. Conigli, rospi e dromedari in Australia, granchi giganti in Antartide, crostacei assassini che invadono il Vecchio e il Nuovo Contintente sono soltanto alcune tra le specie che, ogni anno, causano danni economici negli Stati Uniti pari a circa 138 miliardi di dollari.
La soluzione? Spesso consiste nell' uccidere queste specie seguendo un regime di caccia controllato, oppure si opta per la sterilizzazione o l'introduzione di altre specie che entrino in competizione o si nutrano quelle invasive. Ma alcuni animali e piante alieni sembrano particolarmente attaccati alle regioni che colonizzano.
Uno di questi è il pesce leone, un genere di pesci (Pterois) nativo del Pacifico dotato di aculei velenosi, ben noto per gli effetti che causa quando entra in contatto con l'essere umano: vomito, febbre, dolore intenso e, in casi rari, anche la morte.
Oggi i pesci leone sono usciti dalle loro acque tradizionali per invadere il resto del mondo. Nelle aree invase le popolazioni di questo pesce continuano a crescere in modo incontrollato, con un boom del 700% in alcune zone dal 2004 al 2008. Questi pesci sembrano essere i "conigli del mare": la densità di popolazione in alcune regioni del mondo è addirittura superiore a quella riscontrata nell'ecosistema nativo del pesce leone.
Come controllare questi invasori? Una ricerca del 2010 ha stabilito che per mantenere le attuali densità di pesci leone nelle aree invase sarebbe necessario uccidere almeno il 27% dell'intera popolazione adulta mondiale, e in un solo mese. Il pesce leone è infatti in grado di riprodursi mensilmente per tutto l'anno.
Una delle regioni del mondo più colpite, la Florida, ha autorizzato la caccia al pesce leone per chiunque voglia immergersi e fare una carneficina, anche all'interno del parco protetto Florida Keys National Marine Sanctuary. Sempre in Florida, sono gli stessi gruppi per la conservazione delle specie che organizzano battute di caccia al pesce leone, con premi in denaro per chi dovesse uccidere più esemplari. Si arriva a ritmi di circa 3000-4000 pesci leone uccisi ogni anno per ogni persona che si dedica alla caccia, a patto di immergersi con costanza tre volte al giorno per sei giorni alla settimana.
Tutti gli sforzi per fermare l'invasione, come viene facile intuire, sono finora risultati vani, e si sente la necessità di un nuovo approccio all'avanzata di questi pesci. Uno di questi è molto semplice, e in teoria anche molto efficace: invece di ucciderli e basta, perchè non ucciderli per mangiarli?
"Gli esseri umani sono i predatori più diffusi sul pianeta" dice Philip Kramer, direttore del programma di Nature Conservancy nei Caraibi. "Invece di mangiare cose come la zuppa di pinna di squalo, perchè non nutrirsi di specie che provocano danni, e dare un contributo positivo con il proprio pasto?".
Se ci pensate bene, stiamo sterminando intere specie per ottenere gli ingredienti principali dei nostri piatti. Alcune specie di tonno sono in pericolo, per non parlare di balene, storioni, e chissà quante specie di pesci e piante che nemmeno conosciamo a fondo. Perchè non mettere questa nostra insana voracità al servizio di un bene più grande di noi?
Mangereste mai una zuppa di pesce leone, sapendo che l'ingrediente principale è un animale che potrebbe anche uccidervi con i suoi aculei avvelenati? E' soprattutto una questione di marketing: siamo abituati a giudicare appetibile e rassicurante un piatto di pasta al pomodoro, ma l'idea di mangiare cavallette fritte ci fa rabbrividire, sebbene questi insetti rappresentino un'importante fonte di proteine in molti Paesi asiatici.
"Pensiamo ci possa essere un vero mercato per le specie invasive" dice Wenonah Hauter, direttrice esecutiva del Food and Water Watch che ha promosso la "Smart Seafood Guide", una guida che raccomanda il consumo di specie invasive come metodo per preservare altre specie utili e ridurre il numero di quelle infestanti.
Il pesce leone, contrariamente al suo aspetto spaventoso e al suo veleno potenzialmente fatale, pare che abbia un ottimo sapore. Nel 2010 Nature Conservacy ha sponsorizzato una fiera alimentare nelle Bahamas in cui il pesce leone è stato cucinato in tutte le salse, da fritto a grigliato, ed è stato comprato dai pescatori allo stesso prezzo al kg di una cernia.
L'animale è relativamente sicuro, una volta rimosse le spine che inoculano veleno. Non è infatti il caso di urtare accidentalmente degli aculei in grado di iniettare ciguatossina, una potente tossina che paralizza la muscolatura e può portare alla morte per paralisi respiratoria se non trattata in tempo.
Se, tuttavia, non riuscite ad superare l'idea di nutrirvi di un pesce così insolito e relativamente pericoloso per l'essere umano, la gamma di specie invasive commestibili offre conigli, cammelli, rospi, e moltissime specie acquatiche. Gamberi di fiume americani, carpe asiatica, ostriche del Pacifico, sono circa 700 le specie invasive nel solo Mediterraneo. C'è l'imbarazzo della scelta.
Answer for Invasive Species: Put It on a Plate and Eat It

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