FRANCESCA IZZO ha gentilmente risposto alla mia lettera. Ecco quanto scrive:
“La ringrazio per l’interesse che ha per il mio impegno in snoq e per l’opportunità che mi da di precisare meglio quello che credo giusto fare in questo momento così duro e difficile. Anch’io sono convinta come lei che già dalla prossima legislatura in parlamento debbano esserci tante donne che condividono un’agenda femminile-femminista. Ma come ottenere questo risultato? Ecco qui spunta la diversità di opinione. Io non credo che una lista, un partito di donne sia la soluzione, anzi. Invece di allargare. di coinvolgere donne e perchè no? anche uomini di tutti gli schieramenti e partiti (come accadde il 13 febbraio)su le questioni per noi più urgenti (alcune citate anche da lei) , ci ridurremo ad un gruppetto visto come antagonista, come concorrente elettorale da tutte le altre donne presenti nei partiti e, al di là dei numeri che si potrebbero ottenere, la “trasversalità” necessaria per ottenere risultati in parlamento si andrebbe a far benedire. Secondo me un patto femminile-femminista stretto tra donne dei movimenti, dei partiti, delle associazioni e singole su alcuni impegni precisi e sostenuto in campagna elettorale per eleggere e fare eleggere le donne “giuste” in tutti i partiti che si presentano alle elezioni potrebbe invece essere la via migliore. Che ne pensa?”
LA STREGA RISPONDE.
Gent.ma Francesca Izzo, intanto la ringrazio per aver risposto alla mia lettera. E’ essenziale che esista un dialogo tra vertice e base Snoq (e non solo Snoq, ovvio). La base si lamenta spesso di non avere un ascolto nel vertice. La sua riposta rappresenta una rottura in questo: positiva, molto. Io ho detto che voglio donne che mi rappresentino, donne in cui potermi identificare: ecco, questo ad esempio è un punto a suo favore. Lei sta avendo un dialogo con me. Lei si confronta. E questo è fondamentale in un Patto tra donne. Lei sta aggiungendo credibilità a questo Patto.
Venendo allo specifico del c.d. Partito delle donne (idea partorita da un gruppo di donne che si sta confrontando sul tema via email), vorrei precisare un punto fondamentale che spesso viene contestato da molt*: la natura esclusivamente femminil-femminista, con chiusura agli uomini (tipo ghetto).
Lei sa meglio di me che un partito “chiuso” agli uomini non potrebbe esistere per ovvi motivi costituzionali: è come se si creasse un movimento politico precluso ai musulmani o alle persone di colore o agli omosessuali. Non è costituzionalmente ammissibile.
Ciò detto, non è neppure una volontà o un desiderio delle donne che credono in questa idea di Partito: il femminismo di oggi DEVE ESSERE APERTO AL DIALOGO COSTRUTTIVO CON GLI UOMINI. Ci mancherebbe. Sennò non si va da nessuna parte. Le auto-ghettizzazioni non devono assolutamente esistere.
Ho letto con attenzione la sua risposta e confermo la mia stima per lei. In nome di questa, mi auguro che Snoq continui la sua battaglia, ma credo che sia troppo difficile pensare alla possibilità di fare politica al pari degli uomini.
Il problema centrale dei partiti oggi è il “come e con chi allearsi”: ogni giorno ne sentiamo una nuova (da pelle d’oca). Il “problema donne” per i partiti è marginale. Non guardiamo solo le dirigenze, non guardiamo solo la Capitale. Guardiamo, osserviamo le situazioni a livello provinciale e comunale. Che ruoli hanno le donne in quei contesti? Che potere hanno? Lei lo sa che spesso Snoq non è neppure conosciuto (ahimè)?
Qui, la sua risposta potrebbe essere: appunto, cambiamo le cose.
E la mia domanda allora sarebbe (è): come facciamo a cambiare le cose se non abbiamo POTERE (quello vero)?
Grazie del bel confronto.
Barbara Giorgi
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