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I creatori del fenomeno Kony 2012 hanno lanciato una seconda parte del loro video nella quale rispondo alle critiche mossegli, difendendo la campgnia mediatica che vuole catturare l'uomo più d'Uganada, Joseph Kony.
Il nuovo video di Invisible Children, una ONG con sede a San Diego (USA), cerca di incrementare la popolarità del suo primo lavoro, pubblicato giusto un mese fa e che conta già più di 105 milioni di visualizzazioni tra YouTube e Vimeo. In 19 minuti la ONG cerca di scrollarsi di dosso le critiche che hanno macchiato l'immagine dell'iniziativa, la cui finalità era far pressione per catturare ques'anno Kony, leader dell'Esercito di Resistenza del Signore (Lord's Resistance Army - LRA) ugandese.
Kony è ricercato dal 2005 dall Corte Penale Internazionale (CPI) per aver violato i diritti umani, incluso gli omicidi di massa, schiavitù e sequestro di minori per trasformali in bambini soldato, bambine schiave e anche schiavi sessuali.
Numerosi esperti del conflitto hanno etichettato la campagna come "semplicistica" e l'hanno accusata di manipolare le informazioni insinuando che Kony ha, arruolati con sé, dozzine di milioni di bambini, quando le stime ufficiali più conservatrice hanno calcolato intorno ai 20.000 sequestri, distribuiti nell'arco di 25 anni.
Tuttavia, il sequel di "Koni 2012" avverte che da quando è stato pubblicato il primo video il 5 marzo fino al 1 aprile, la LRA ha "rapito" 57 persone. In meno di 24 ore ha già raggiunto più di 400.000 visite. Politici africani, nel video, lodano l'obbiettivo di Invisible Children e segnalano che, precisamente per la complessità del conflitto, sia necessario agire in più fronti per riuscire a catturare Kony, che sembra sia nascosto in zone selvagge della Repubblica Democratica del Congo (RDC) o della Repubblica Centroafricana. "Questo è il vero modo per sensibilizzare l'opinione pubblica La gente ora ci sta facendo attenzione", afferma nel video l'ex candidato alla presidenza dell'Uganada, Norbet Mao.
Altre critiche mosse alla ONG si sono concentrate sul probabile lucro, dal momento che si è pubblicizzato un "kit d'azione", le cui unità sono già esaurite e solo un terzo dei profitti andranno a finire in Uganda.
Il presidente della Invisible Children, Ben Keesey, ha dichiarato sulla questione in un'intervista con la CNN che la sua organizzazione è stata "compromessa fin dall'inizio per essere onesta e trasparente rispetto alle finanze," dettagliate sul suo sito web.
Keesey ha riconosciuto che l'organizzazione "non si aspettava" il successo improvviso della campagna, che mirava a realizzare "circa 500.000 visitatori", e ha giustificato così il fatto che la seconda parte del video non sia narrata dal co-fondatore della ONG, Jason Russell.
A Russell, che nella prima parte spiega a suo figlio chi è Kony, gli è stato diagnosticato a metà marzo un disturbo psicotico breve ed è stato ricoverato in un ospedale psichiatrico dopo essere stato arrestato a San Diego sotto l'effetto di alcool e mentre si masturbava in pubblico.
"Le ultime due settimane hanno provocato una grande shock emozionale a tutti noi", disse allora Keesey.
Il nuovo video, registrato e pubblicato in due settimane, ricorda l'obiettivo di tappezzare le città di tutto il mondo con i manifesti dell'iniziativa il prossimo 20 aprile, ed esorta i suoi seguaci ad essere "creativi" nella loro campagna di promozione.
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