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La trama (con parole mie): Lewis e Gilbert sono due nerd appassionati di informatica e computer pronti ad affrontare la loro nuova vita di studenti di college. Illusi di poter trascorrere gli anni che li attendono in tutta tranquillità nella nuova sistemazione, i due ragazzi si troveranno loro malgrado a guidare un gruppo di emarginati come loro per fare fronte alle angherie degli atleti, idoli delle ragazze e protagonisti assoluti del campus, fino a costituire un'associazione che possa rivaleggiare con quella dei rivali ai giochi che potrebbero ridefinire i ruoli all'interno dell'università.
Riusciranno i due imbranati studenti a mettere in difficoltà gli eroi del football giocando sul loro campo? Il mondo del college si rivelerà troppo duro per un gruppo male assortito di losers come quello che si ritrovano a guidare?
Tornando indietro con la memoria ai gloriosi anni ottanta, ricordo di essermi più volte immaginato come sarebbe stata la mia vita se fossi nato negli States e avessi dovuto affrontare la prova del college oltreoceano, con le sue confraternite, le feste e gli spring break, in un mondo che, allora come oggi, pare decisamente lontano anni luce da quello che offre la Terra dei cachi: onestamente, non ricordo come vivessi questa sorta di sogno allora, e senza dubbio l'essere invecchiato dando libero sfogo ai miei lati più selvatici non aiuta a mettere a fuoco la percezione che avevo di questa visione ai tempi in cui ero come il timido protagonista di Noi siamo infinito, ma la sensazione che mi davano le pellicole uscite a cavallo tra gli anni ottanta e novanta non ha mai lasciato davvero il mio cuore di cinefilo, valide oppure no che fossero.
Forse per questo, nonostante il valore decisamente limitato di questo La rivincita dei nerds, non sono proprio riuscito a voler male ad una pellicola pronta a raccogliere il testimone ed omaggiare cult come Animal house e, di fatto, ispirare prodotti completamente diversi per ambito e decisamente più recenti come Monsters University, intrattenendo in tutta tranquillità per la sua breve durata senza presentare pretese particolari, anzi, al contrario esibendo un dna pane e salame che quasi stona se accostato al fatto che la proposta giunge dal mio antagonista nonchè radical chic per antonomasia Cannibal Kid.
Senza dubbio il lavoro di Jeff Kanew - che ricorderò molto più volentieri per Toccato!, sempre con Anthony Edwards come protagonista - è ben lontano dai veri e propri cult di genere e del decennio in questione, eppure scorre liscio ancora oggi per una serata a neuroni spenti da divano, alcool e patatine, utile a rinverdire i fasti di John Belushi ai fan degli ambienti universitari e considerare che, ai tempi, anche i prodotti più scarsi risultavano piacevoli, al contrario di quanto accade oggi.
Personalmente è stato più interessante ricordare - oltre al già citato Edwards - i ruoli successivi di John Goodman - l'indimenticabile Walter de Il grande Lebowski, ma non credo di dovervelo presentare - e di Donald Gibb, che gli appassionati dei film di botte ricorderanno come spalla di Van Damme nel classico di genere Senza esclusione di colpi.
Archiviate queste curiosità, resta giusto il gusto della rivincita che da il titolo alla pellicola e che rappresenta il tema dell'outsider pronto a reclamare il suo spazio che furoreggiò ai tempi grazie a cult ben più importanti di questo titoletto d'intrattenimento come I Goonies, Voglia di vincere o Karate Kid - ma anche lo stesso e già citato Toccato! - ed un gusto per la risata tipico dei tempi, che i ragazzi oggi difficilmente comprenderanno ma che, di fatto, ha segnato almeno due generazioni di spettatori - in peggio o in meglio, solo il futuro lo dirà -.
Se siete dunque in vena di una serata vintage senza troppe pretese, un titolo come La rivincita dei nerds potrà regalarvi comunque qualche soddisfazione, ed avviare una macchina del tempo pronta a scaricarvi nel bel mezzo di una festa da confraternita che ora pare quasi persa nella memoria: certo, non sarà il toga party da bottiglia di Jack scolata al volo dal più noto e leggendario Belushi, ma a volte possiamo accontentarci anche di qualche innocuo rimpiazzo.
MrFord
"I've paid my dues
time after time.
I've done my sentence
but committed no crime.
And bad mistakes ‒
I've made a few.
I've had my share of sand kicked in my face
but I've come through."
The Queen - "We are the champions" -
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