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La rivoluzione tecnologica nel modo di comunicare tra passato e presente, pro e contro

Creato il 15 gennaio 2016 da Stivalepensante @StivalePensante

(Un articolo di Davide Ballinari) - Il termine SMS serve per indicare un breve messaggio di testo (short message service) inviato da un telefono cellulare ad un altro. Dal 1992, anno dell’invio del primo sms, ad oggi la tecnologia ha rivoluzionato il modo di comunicare. Questo ha comportato anche alcune preoccupazioni, soprattutto relative alla privacy, che non viene garantita da tutte le nuove app nate con l’avvento degli smartphone.

(blitzquotidiano.it)

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Ogni giorno vengono spediti e ricevuti decine di miliardi di messaggi in tutto il mondo, utilizzando abbreviazioni e espressioni grafiche (emoticons) per ottimizzare tempi e spazi di comunicazione. I servizi di messaggistica istantanea che si appoggiano al servizio web per permettere questo scambio di informazioni, come WhatsApp, Twitter, Viber, e altri, consentono inoltre l’invio immediato di fotografie e video, e, la loro fama, è alimentata anche dal fatto che spesso si discute del loro rapporto con la privacy dei clienti.

Il primo sms venne inviato nel 1992 da un giovane ingegnere inglese, Neil Papworth, e oggi, a distanza di quasi 25 anni, le 10 app gratuite di messaggistica più utilizzate, comparse intorno al 2010 , hanno raggiunto complessivamente 3 miliardi di utenti. Secondo uno studio dell’Economist, nel 2015 sono stati inviati giornalmente nel mondo circa 20 miliardi di SMS e 30 miliardi di messaggi tramite WhatsApp, determinando una notevole preferenza di quest’ultimo anche nel nostro paese, dove, secondo una stima dell’Agcom, vengono inviati circa 90 miliardi di messaggi all’anno, numero che risulta essere costantemente in crescita.

Il limite della lunghezza del messaggio in confronto all’immediatezza. L’utilizzo di questo canale di comunicazione ha dovuto fare i conti, fin dall’inizio, con la limitata lunghezza del messaggio che, mescolata all’esigenza di immediatezza e velocità, ha creato la nascita di un nuovo codice di scrittura brachilogico e grammaticalmente scorretto, che trasgredisce le fondamentali regole della scrittura, come la punteggiatura assente o fuori standard, ma che, nel suo complesso, risulta essere funzionale. Un aspetto interessante dell’evoluzione di questo metodo è la tendenza con cui lo si utilizza in modo sincrono, ovvero inviando un messaggio e restando in attesa fino a quando il ricevente non invia una risposta al mittente, nonostante sia stato creato per avere uno scambio asincrono.

Il parere del sociologo Bennato: “La scrittura da chat, una forma di oralità scritta”. Davide Bennato, docente di Sociologia dei media digitali all’università di Catania, definisce la scrittura usata nelle chat dei social network e nei messaggi, come una forma di oralità scritta, che ha le caratteristiche della comunicazione scritta, ma con un uso sociale simile a quello della chiacchiera a voce.

Nella conversazione ha un ruolo importante l’espressione facciale e corporea, che non è presente nello scritto. Le emoticons (faccine), riproduzioni semplificate delle principali espressioni facciali umane, migliorano la comunicazione, dando al testo una connotazione emotiva e non a caso, uno studio della Rice University (USA) ha dimostrato che a usare le emoticon sono più le donne, abituate a inserire la componente emotiva in ogni conversazione. La rivista Social Neuroscience riporta un interessante studio australiano, secondo cui, dal punto di vista cognitivo, le faccine create utilizzando numeri, lettere e simboli grafici (come questa :-)) sono tutt’altro che innocue perché, per decodificare questo nuovo tipo di linguaggio, secondo il dottor Owen Churches, abbiamo sviluppato un nuovo modello di attività celebrale che ci permette di associare questi segni grafici ruotati di 90°, ad espressioni emotive.

La sicurezza e il rispetto della privacy dei sistemi di messaggistica istantanea sono diventati un tema caldo di discussione: la privacy appare infatti sempre più limitata con i moderni sistemi di messaggistica. La Electronic Frontier Foundation (EFF) ha così pubblicato un report estremamente interessante sulla sicurezza dei più diffusi servizi di messaggistica istantanea da cui emerge che le app più famose, quali Whatsapp, Viber, QQ Messenger, Kik Messenger e BlackBerry Messenger sono i fanalini di coda per quanto riguarda la sicurezza. Il confronto è stato effettuato analizzando elementi diversi, quali la crittografia della trasmissione, la possibilità di verificare le identità dei contatti, la disponibilità di documentazione riguardante la sicurezza adottata e altri parametri. Per evitare allarmismo, è importante precisare che il test non si è basato sull’effettiva sicurezza dell’app, ma verifica soprattutto sulla possibilità di avere accesso alle informazioni di sicurezza, quindi la “trasparenza” nel funzionamento.

Intanto, messaggiamo.


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