L’anticipo tra Roma e Inter apre la strada alla fuga delle prime due. E’ questo il bilancio di una partita che regala un punto sostanzialmente inutile a entrambe: l’Inter subisce ma passa, la Roma reagisce e riesce solo a pareggiare.

Gli equilibri per la lotta alla prossima Champions restano così invariati. La Roma raggiunge quota 60 ma rischia di veder scappare definitivamente le prime due della classe, ora a +4 e +7 ma con una partita in meno, e tiene le distanze proprio dall’Inter, che si riprende momentaneamente il quarto posto in attesa della Fiorentina.
L’atteggiamento dell’Inter è sembrato “stile 2015”: si soffre ma senza cedere, poi al momento giusto si piazza la stoccata e la si porta a casa di misura. In effetti la sofferenza dei nerazzurri è durata un tempo intero ma, complice il disattento attacco romanista, la diga ha retto. Il sinistro di Perisic ha addirittura forzato i padroni di casa a inseguire e a cingere letteralmente d’assedio la porta di Handanovic, costretto a capitolare da un mix di fortuna (pensa se Dzeko avesse calciato in tribuna al posto di strozzare…) e abilità (l’anticipo di Nainggolan con palla in buca d’angolo è davvero notevole).
Insomma, anche nel dopopartita il risultato è luci e ombre: Mancini sa che la Fiorentina affronta il non eccelso (ma affamato di salvezza) Frosinone, ma sa anche che l’Inter è in vantaggio sui giallorossi negli scontri diretti. Utile, per un eventuale arrivo in volata. Il sorriso più grande risponde però al nome di Ivan Perisic, che suggella un marzo fantastico con il quarto gol in quattro partite tra campionato e coppa e che può essere l’arma in più nello scacchiere interista in questo finale di stagione.
Spalletti invece si gode la convocazione di El Shaarawy in nazionale, talento che proprio lui ha il merito di aver rivitalizzato, ma anche su di lui, come sul suo immediato predecessore, pesa l’incognita Dzeko: dalle prestazioni meriterebbe la panchina (anche ieri colossale palla gol sprecata davanti al portiere…), ma uno che hai pagato 20 milioni lo devi far giocare in qualche modo.
