Il titolo del mio post, è un ironico riferimento a come le normative traccino linee guida piuttosto generaliste, per quanto riguarda l'attuazione di principi di base giusti e corretti.
Andando a vedere nelle normative dell'Unione Europea, ho letto un articolo molto interessante tratto dalla Gazzetta ufficiale dell'Unione europea, dove viene data una definizione per certi versi romantica e per altri versi politica della tecnologia.
L'internet degli oggetti è una definizione che parla di apparecchi o strumenti tra di loro collegati, questi oggetti comunicano tra di loro, e nello stesso tempo consentono alle persone di comunicare tra di loro.
Questo progetto europeo, traccia delle linee guida nuove, queste linee guida, parlano di una trasformazione necessaria, da una rete intesa come solo collegamento tra persone, a una rete che tenga conto dell'interazione delle persone, e abbia un occhio attento anche agli oggetti che consentono queste nove forme di scambio.
Questa nuova tecnologia, creerà posti di lavoro, creerà nuove occasioni di scambio a livello di commercio elettronico, ma non si può non tenere conto del fatto che data la rapidità di diffusione di questo nuovo protocollo di comunicazione, emerge in prima linea, la necessità di proteggere i dati sensibili delle persone.
Spegnere un telefonino, o scollegare il proprio computer dalla rete, non è una sufficiente garanzia per quanto riguarda la propria privacy.
Una definizione così generalista di protezione dei dati, non farà altro che in futuro rendere molto complessa la sua attuazione.
Il problema che si pone, è il confine sottile tra protezione dei dati personali e rischio di inibire la libertà degli utenti.