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La rosa guarita

Creato il 14 ottobre 2010 da Renzomazzetti
la rosa guarita
la rosa guarita

Carissima Tania, sai, la rosa si è completamente ravvivata. Dal 3 giugno al 15, di colpo, ha cominciato a mettere occhi e poi foglie, finché si è completamente rifatta verde; adesso ha dei rametti lunghi già quindici centimetri. Ha provato anche a dare un bocciolino piccolo piccolo che però a un certo punto è illanguidito ed ora sta ingiallendo. In ogni modo, non è neanche escluso che qualche rosellina timida timida la conduca a compimento quest’anno stesso. Ciò mi fa piacere, perché da un anno in qua i fenomeni cosmici mi interessano (forse il letto, come dicono al mio paese, è posto secondo la direzione buona dei fluidi terrestri e quando riposo le cellule dell’organismo roteano all’unisono con tutto l’universo). Ho aspettato con grande ansia il solstizio d’estate e ora che la terra si inchina (veramente si raddrizza dopo l’inchino) verso il sole, sono più contento (la quistione è legata col lume che portano la sera ed ecco trovato il fluido terrestre!); il ciclo delle stagioni, legato ai solstizi e agli equinozi, lo sento come carne della mia carne; la rosa è viva e fiorirà certamente, perché il caldo prepara il gelo e sotto la neve palpitano già le prime violette; insomma il tempo mi appare come una cosa corpulenta, da quando lo spazio non esiste più per me. Cara Tania, finisco di divagare e ti abbraccio. -Antonio- (lettera XLVII)

 

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Alzo una rosa…

 

Alzo una rosa, e tutto si rischiara

come luna non fa, sole non riesce:

serpe di luce ardente e aggrovigliata

o vento di capelli che scompiglia.

 

Alzo una rosa, e grido a ogni uccello

che di nidi e di canti il ciel punteggia,

l’ordine batto a terra che decide

l’unione dei demoni e dei santi.

 

Alzo una rosa, un corpo e un destino

contro il freddo della notte che osa,

dalla linfa di rosa e dal mio sangue

creo perennità in breve vita.

 

Alzo una rosa, e lascio, e abbandono

di sgomento e di pene quel che duole.

Alzo una rosa e, sì, sento la vita

nel canto degli uccelli sulle spalle.

-José Saramago-


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COMMENTI (1)

Da francodalucca
Inviato il 14 ottobre a 14:10
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Quanta dolcezza e quanta filosofia in queste parole di Gramsci. Mi piace sottolineare '' il caldo prepara il gelo e sotto la neve palpitano gia' le prime violette''. Il mio augurio : che il gelo umano di questi giorni prepari il caldo per un futuro prossimo.....r

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