“la rugby roma è morta de overdose. la fideiussione l’aveva presentata emiuainaus”.
Così qualche ora fa un bravo collega romano sintetizzava quello che per moltissimi appassionati di rugby è un vero e proprio trauma, e cioè la scomparsa della Rugby Roma, sancita in via definitiva dal Consiglio Federale che si è tenuto a Parma.
Una fine inevitabile, per come si erano messe le cose. In molti speravano in un aiuto federale, tanto comprensibile con le ragioni del cuore ma deprecabile per quelle della testa. Viviamo in un Paese dove troppo spesso si tengono in vita aziende e società che in un qualunque altro luogo civile sarebbero sepolte da tempo. Purtroppo il club capitolino era in quella situazione lì, un salvataggio “federale” in nome della gloriosa storia della società in questione avrebbe creato malumori, fondati sospetti di essere in presenza di figli e figliocci.
Possiamo discutere a lungo di chi sia la colpa di questo delitto sportivo, fare nomi e cognomi. Ma quello che più mi ha colpito sono le ultime ore della storia del club romano, a mio parere una vera e propria cartina al tornasole dell’atmosfera degli ultimi mesi.
Una società portata a fondo da un presidente che non si è degnato di presenziare alla finale di Coppa Italia (vinta dai suoi giocatori), do you remember? Che non pagava stipendi, che non si faceva trovare, che mandava lettere-ultimatum quasi senza diritto di replica. Uno che magari non ha iniziato l’opera di affondamento, ma che di sicuro l’ha completata. Bene, a un certo punto passa la mano non all’imprenditore che tutti si aspettavano, ma a un gruppo di ex giocatori e dirigenti disposti a rimetterci tempo e soldi pur di salvare un club che per loro significa tantissimo. Tanto cuore, probabilmente poca chiarezza di strategia e di sicuro mancanza di un manager vero capace di guidare la barchetta in tempesta. Non ce la fanno, inevitabile.
E arriviamo alle ultime ore: venerdì, quando tutto ormai sembra deciso, si diffondono rumors incoraggianti. Arriva una fideiussione che potrebbe salvare la baracca! Una fideiussione? In realtà una richiesta di fideiussione, dove peraltro mancano firme importanti. Ripeto, una RICHIESTA, non una concessione. Carta, solo carta. Ma prendiamo per buono anche solo il disperato tentativo di salvataggio. Bene, chi presenta le suddette carte? L’imprenditore che tutti si aspettavano qualche settimana prima? No. La cordata di ex giocatori e dirigenti? Nemmeno. A presentarla è quel presidente di cui sopra. Quello che non si è presentato sul campo il giorno della più importante partita degli ultimi anni della sua squadra. Quello che non paga e manda missive minacciose. Un brutto film di Totò.
Una situazione che quella frase iniziale racconta meglio di qualunque altro articolo, post o commento. Purtroppo.
Spero solo che da questa brutta vicenda si possa imparare qualcosa, ma non ne sono convinto del tutto. E spero che la Rugby Roma rinasca al più presto, che ne abbiamo tutti bisogno.