La delegazione russa alle Nazioni Unite ha bloccato una richiesta dei produttori di “House of Cards”, una serie tv americana che sta avendo molto successo negli Stati Uniti. L’idea dei produttori era quella di effettuare riprese nella sala del Consiglio di sicurezza per due nuovi episodi della terza stagione della serie dedicata agli intrighi politici fra Casa Bianca e Congresso.
Kevin Spacey, protagonista di “House of Cards”(pulp365.com)
Il motivo del rifiuto dell’uso della sala del Consiglio di sicurezza. La sala deve essere tenuta sempre a disposizione in caso di crisi non anticipate, hanno spiegato i russi. E’ questo quanto emerge da una serie di email con le controparti del Consiglio di cui dà notizia la rivista Foriegn Policy.
Nulla di fatto, dopo la richiesta di Ban Ki-moon. Nulla di fatto, quindi, nonostante ci fosse una “raccomandazione” dell’ufficio del segretario generale Ban Ki-moon che il mese scorso aveva chiesto ai paesi membri del Consiglio di sicurezza di autorizzare le riprese del ciclo che ha come protagonista il rappresentante democratico, Frank Underwood (Kevin Spacey), programmate fuori dal calendario delle riunioni, in uno sforzo per attirare l’attenzione dell’opinione pubblica sull’organizzazione.
Le giustificazioni di Mikaek Agasandyan, diplomatico russo. “Dopo aver riflettuto attentamente, obiettiamo alle riprese al Consiglio di sicurezza. Siamo convinti che la sede del Consiglio di sicurezza debba essere disponibile in qualsiasi momento e con breve preavviso. A parte questo, insistiamo coerentemente nel dire che il Consiglio di sicurezza non è un posto appropriato per girare un film, recitare”, ha spiegato il diplomatico russo Mikaek Agasandyan in una mail inviata ieri sera agli altri paesi del Consiglio.
Le riserve della Cina. Anche la Cina, dove la serie televisiva è molto popolare così come in Russia, ha espresso riserve sulle ricadute positive delle riprese al Palazzo di Vetro, ma con una posizione pìù sfumata rispetto a quella di Mosca. Il parere della Russia non è tecnicamente un veto, non si tratta infatti di un voto. Ma le decisioni procedurali che riguardano il Consiglio vengono tradizionalmente prese per consenso e quindi il parere negativo di uno dei paesi membri ha di fatto lo stesso effetto di un veto, sottolinea la rivista americana citando un diplomatico accreditato all’Onu secondo cui in questo caso la decisione finale non è ancora presa.
Un caso analogo, con “Intrigo Internazionale” di Hitchcock. Il Consiglio di sicurezza non aveva autorizzato le riprese del film di Hitchcock “Intrigo internazionale”, ma più di recente ha dato il via libera al film di Betrand Tavernier, “Quay d’Orsay”, e a un set fotografico di Annie Leibowitz per un servizio per Vogue sull’allora rappresentante permanente di Washington all’Onu, Susan Rice.