Magazine Politica

La Russia deve concentrarsi sul nemico comune

Creato il 08 dicembre 2015 da Geopoliticarivista @GeopoliticaR
La Russia deve concentrarsi sul nemico comuneLa Russia deve concentrarsi sul nemico comune

L'abbattimento di un jet non identificato nello spazio aereo turco non è stato - e non è - un'azione condotta contro un paese in particolare. La Turchia ha agito secondo le esistenti regole di ingaggio per proteggere l'integrità della sua sovranità territoriale ed ora naturalmente stanno avendo luogo i necessari dibattiti. Mentre le misure di difesa del suo territorio continueranno ad avere effetto, si lavorerà con la Russia e gli altri alleati al fine di alleggerire le tensioni.

Ma non dobbiamo lasciare che l'obiettivo che ci tiene uniti ci sfugga. La comunità internazionale non deve chiudersi in se stessa, altrimenti a vincere saranno unicamente Daesh (acronimo arabo di ISIS) e il regime siriano: a mantenere entrambi in vita, infatti, è proprio questa relazione simbiotica.

Come conseguenza degli attacchi di Parigi, di Ankara e quelli ancora precedenti, bisognerebbe concentrarsi ad affrontare con coraggio la minaccia internazionale che Daesh rappresenta, così da garantire un futuro alla Siria e trovare una soluzione all'attuale crisi dei rifugiati. Fallire in questo significa consentire a Daesh di espandere la sua detestabile ideologia. Come per la piaga del terrorismo, la risposta globale deve prescindere dai meri interessi locali.

L'ISIS propugna la morte e rifiuta la vita: non ha nulla a che vedere con la religione. A tal proposito, il mondo musulmano può fare, e farà, di più per dimostrare che non vi è alcuna relazione tra Daesh e l'Islam, ma anche il mondo non musulmano deve distinguere tra i terroristi e la loro fasulla pretesa di legittimità, senza lasciarsi coinvolgere nel cosiddetto scontro tra civiltà. Del resto, restare indifferenti davanti alle crisi del Medio Oriente non è più una scelta plausibile: è necessario ripensare la nostra linea d'azione comune.

La comunità internazionale ha fallito nell'arginare l'avanzata di Daesh verso la Siria e, piuttosto, ad essere bombardate sono state le basi non appartenenti all'ISIS ed i gruppi che si oppongono al regime di Assad. A questo proposito, è necessario chiamare in causa la Russia, come hanno già fatto il presidente Obama e David Cameron. Non bisogna, però, andare a tutti i costi alla ricerca del colpevole, ma piuttosto concentrarsi nel garantire un'azione comune.

Le menti degli attacchi di Parigi, Ankara, Beirut o l'abbattimento dell'aereo russo sul Sinai mirano a minacciare la solidale accoglienza dei migranti e ad erodere l'armonia confessionale in Occidente. Permettere alle voci contrarie ai migranti, all'Islam e quelle antisemite di prendere il sopravvento sul dibattito politico, in effetti, mina dalle fondamenta la capacità dell'Europa di promuovere la tolleranza di tutte le fedi e di tutte le culture. La Turchia difende la propensione umanitaria dell'Europa; pertanto, la sua richiesta di diventare membro dell'Unione Europea può essere letta come volontà di impegnarsi a tal proposito e di risolvere la crisi dei rifugiati.

È giunto il momento di opporsi saldamente a Daesh: solo un'azione collettiva che congiunga le varie forze degli Stati Uniti, dell'Europa, della Russia, della Turchia e di altri paesi può invertire la rotta. E certamente ci si riuscirà.

( Traduzione dall'inglese di Giovanni Ardito)


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog