Le rivolte in Ucraina sembrano aver ottenuto il loro risultato, il presidente Yanukovich è fuggito e Iulia Tymoshenko è stata liberata. Ora sarà interessante notare se la Russia interverrà a difesa delle aree russofone dell’est dell’Ucraina oppure no. Molti politici locali hanno rifiutato di accettare le decisioni del parlamento ucraino e hanno invitato la popolazione a mobilitarsi, anche se finora con scarsi risultati. I leader filorussi si sono giustificati dicendo che i ribelli filoeuropeisti avevano un sostegno economico alla spalle da parte degli occidentali. Probabilmente il governo russo dopo la fine delle Olimpiadi potrebbe intervenire, anche se la propria situazione interna non è delle migliori, con il rublo che sta andando a picco e con la condanna di diversi militanti dell’opposizione. A nostro avviso, difficilmente Putin potrà intervenire militarmente in Ucraina a difesa delle regioni russofone, perché in una situazione economica caratterizzata da crollo valutario e crescita in forte rallentamento, un deterioramento dei rapporti con l’Unione Europea potrebbe aggravare ulteriormente questa situazione. Dopo la condanna definitiva degli oppositori che hanno partecipato alle manifestazioni del 2012, il blogger Navalny (una sorta di Grillo russo), nel suo blog invita a replicare la rivoluzione ucraina in Russia. Leggendo i diversi commenti, molte persone la pensano come lui e credono che presto anche la Russia sarà liberata dal regime. Ricordiamo come alle recenti elezioni amministrative, il partito Russia Unita abbia fortemente calato i propri consensi ed abbia perso una città importante come Ekaterimburg. Inoltre è stata segnalata una fortissima astensione, a dimostrazione che il popolo non crede alla legittimità delle elezioni, dato i diffusi brogli. Detto questo, pensiamo che i poteri forti, dopo aver consegnato l’Ucraina all’Unione Europea, ora siano pronti a puntare il proprio cannone finanziario contro Bielorussia, Russia e stati filorussi. Infatti le valute di questi paesi stanno scendendo drasticamente. Se la situazione dovesse peggiorare è probabile che anche in Russia inizino rivolte seguendo l’esempio ucraino. Idem come in Ucraina, l’opposizione è composta da liberali, nazionalisti ma anche da neonazisti. Noi ora vogliamo ipotizzare uno scenario un po’ visionario: se la Russia cadesse in guerra civile e i nazionalisti guidati da Navalny riuscissero a cacciare la corrotta congrega di Putin, come reagirebbero le diverse regioni etnicamente diverse presenti nella Federazione Russa? A nostro avviso, non bene, quindi è probabile che se Mosca cadesse nel caos, diverse regioni potrebbero dichiarare la propria secessione. Ovviamente uno scenario del genere non avviene dall’oggi al domani e porterebbe ad una sanguinosa guerra civile, ma a questo proposito rimandiamo al nostro articolo Terzo Conflitto Mondiale? Una guerra liquida dove data l’impossibilità dello scoppio di una guerra tradizionale ( poichè tutte le potenze sono armate nuclearmente), la Terza Guerra Mondiale sarà un grande guerra civile globale, con fronti mutevoli ed alleanze variabili. Praticamente lo scenario siriano esteso a tutto il Mondo. E sembra che la situazione si avvii sempre più verso questa direzione, in questo stesso momento sono nel caos interno Ucraina, Venezuela e Thailandia, senza contare altri focolai recenti che potrebbero presto riaccendersi in Bosnia, Bulgaria, Brasile, Turchia e senza parlare dell’Africa che è in costante guerra civile. Detto questo, ora vogliamo mostrare i diversi stati che potrebbero nascere da un’eventuale disintegrazione della Russia.
EST PRUSSIA
CAPITALE: Kaliningrad
POPOLAZIONE: 940.000
GRUPPO ETNICO PRINCIPALE: russi e minoranze ucraine e baltiche.
L’enclave di Kaliningrad è un territorio russo staccato dalla Federazione Russa e circondato dall’Unione Europea. Attualmente si sta proseguendo per una cooperazione con l’Unione Europea, recentemente l’imprenditore locale Pasko, ha proposto di rendere Kaliningrad uno stato baltico protetto dall’Europa. Le istanze separatiste sono molto blande, ma alcuni sondaggi hanno dimostrato che più del 60% della popolazione sotto i 28 anni sarebbe favorevole ad una separazione da Mosca, mentre estendendo il sondaggio all’intera popolazione, circa un terzo sarebbe favorevole. Questo dimostra che già esiste una considerevole base ideologica separatista e in uno scenario di disintegrazione territoriale, sicuramente l’enclave di Kaliningrad sarebbe inghiottita dall’Unione Europea.
POSSIBILITÀ DI SEPARAZIONE: ALTA
INGRIA
CAPITALE: San Pietroburgo
POPOLAZIONE: circa 2.000.000
GRUPPO ETNICO PRINCIPALE: russi, molti dei quali di origine finnica.
Durante la Rivoluzione del 1917, l’Ingria provò ad ottenere la sua indipendenza, senza riuscirvi. Recentemente i tifosi dello Zenit di San Pietroburgo hanno sventolato la bandiera dell’Ingria scatenando la furia di Mosca. I separatisti vorrebbe ricalcare il modello canadese della doppia capitale; San Pietroburgo ha sempre desiderato una propria indipendenza e centralità. Il separatismo di questa regione è basato più su motivi politici che su motivi etnici, dato che la maggioranza della popolazione è comunque russa, a nostro avviso in casa di esplosione sociale a Mosca, la popolazione di San Pietroburgo potrebbe spingere per l’indipendenza che porterebbe moltissimi vantaggi tra i quali l’integrazione economica con le repubblica scandinave e baltiche e il conseguente miglioramento economico.
POSSIBILITÀ DI SEPARAZIONE: MEDIO-BASSA
KARELIA
CAPITALE: Petrozavodsk
POPOLAZIONE: 640.000
GRUPPO ETNICO PRINCIPALE: russi, forte minoranza che si dichiara esplicitamente finnica.
La regione ha già una sua autonomia, ma sembra che tra i giovani si stia diffondendo la voglia di indipendenza. Alcuni soggetti politici e privati della vicina Finlandia stanno finanziando gruppi e associazione separatiste. E’ probabile che in caso di collasso della Russia, la Finlandia spinga sensibilmente per l’indipendenza di questa regione.
POSSIBILITÀ DI SEPARAZIONE: MEDIA
LAPPONIA RUSSA (SAAMI)
CAPITALE: Murmansk
POPOLAZIONE: 800.000
GRUPPO ETNICO PRINCIPALE: russi, con una minoranza lappone.
La regione non ha neanche una speciale autonomia e nemmeno spinte separatiste considerevoli, essendo i lapponi una piccola minoranza. Nel caso la Lapponia scandinava dovesse ottenere una propria indipendenza è probabile che anche questo territorio possa essere tentato da un’unione. Senza un forte supporto europeo a questa ipotesi, l’indipendenza di questa regione rimane un’ipotesi remota.
POSSIBILITÀ DI SEPARAZIONE: BASSA
BJARMALAND
CAPITALE: Arkhangelsk
POPOLAZIONE: 1.200.000
GRUPPO ETNICO PRINCIPALE: russi
Attualmente non si conoscono pretese separatiste di rilievo. Esiste però un movimento di opinione che richiede più autonomia per la regione.
POSSIBILITÀ DI SEPARAZIONE: BASSA
NENETSIA
CAPITALE: Naryan-Mar
POPOLAZIONE: 45.000
GRUPPO ETNICO PRINCIPALE: russi (60%), nenets (22%), komi (8%)
Data la presenza della minoranza etnica dei nenets (samoiedi), la regione ha già una certa autonomia. Esiste anche in questo caso il supporto, dato a questa minoranza da parte di Finlandia e Ungheria.
POSSIBILITÀ DI SEPARAZIONE: MEDIO-BASSA
COSACCHIA
CAPITALE: Rostov sul Don
POPOLAZIONE: 4.300.000
GRUPPO ETNICO PRINCIPALE: russi (di cui maggioranza di origine cosacca), minoranze caucasiche.
Attualmente i cosacchi stanno spingendo sempre più per una maggiore autonomia ed hanno recentemente ottenuto lo status di nazionalità. Ora, le comunità cosacche vorrebbero il riconoscimento di una loro repubblica specifica che finora il governo di Mosca ha respinto. I cosacchi rimangono comunque fedeli al governo centrale.
POSSIBILITÀ DI SEPARAZIONE: BASSA
CALMUCCHIA
CAPITALE: Elista
POPOLAZIONE: 290.000
GRUPPO ETNICO PRINCIPALE: calmucchi (57%), russi (30%)
La Calmucchia è già una repubblica autonoma nella Federazione Russa e non sono presenti spinte separatiste estreme. Detto questo, rimane il fatto che la maggioranza della popolazione è non-russa e di religione buddhista. Già durante il governo di Boris Eltsin, la Calmucchia arrivò vicina ad una secessione.
In caso di collasso del governo russo è molto probabile che la Calmucchia si dichiari indipendente.
POSSIBILITÀ DI SEPARAZIONE: MEDIO-ALTA
EMIRATO DEL CAUCASO
CAPITALE: Groznyj
POPOLAZIONE: circa 5.000.000
GRUPPO ETNICO PRINCIPALE: ceceni, ingusceti, darghini, russi.
Nell’area caucasica esistono le spinte separatiste più forti e violente. L’Emirato del Caucaso è stato proclamato dal terrorista Doku Umarov legato al al-Qaeda. E’ probabile che se il governo russo fosse in difficoltà, i guerriglieri islamici del caucaso ne approfitterebbero per instaurare il loro dominio. Ricordiamo come tra gli sponsor dei guerriglieri caucasici, ci siano le monarchie islamiche del golfo.
Alternativamente è possibile la proclamazione di stati islamici separati come la Cecenia, l’Inguscezia e il Daghestan.
POSSIBILITÀ DI SEPARAZIONE: ALTA
MORDOVIA
CAPITALE: Saransk
POPOLAZIONE: 840.000
GRUPPO ETNICO PRINCIPALE: russi e mordovini
I mordovini fanno parte del gruppo ugro-finnico e condividono con le altre minoranze ugrofinniche le stesse istanze separatiste. Il governo di Mosca monitora con grande attenzione questo tipo di attivismo. Finlandia e Ungheria rimangono i principali sponsor di questi separatismi.
POSSIBILITÀ DI SEPARAZIONE: MEDIA
MARI-EL
CAPITALE: Yoshkar-Ola
POPOLAZIONE: 700.000
GRUPPO ETNICO PRINCIPALE: russi e mari
I mari fanno sempre parte della famiglia ugro-finnica e quindi come i mordovini hanno l’appoggio della Finlandia. In Mari-El che è già una repubblica autonoma all’interno della Federazione, i mari e i russi compongono ciascuno circa la metà della popolazione. Attualmente l’attivismo dei Mari, la loro religione pagana e la loro lingua sono fortemente perseguiti dal governo russo locale anche con atti di violenza. Diverse associazioni di attivisti hanno chiesto che l’Unione Europea riconosca Mari-El e molte altre repubbliche autonome russe come nazioni indipendenti.
POSSIBILITÀ DI SEPARAZIONE: MEDIA
CHUVASHIA
CAPITALE: Cheboksary
POPOLAZIONE: 1.250.000
GRUPPO ETNICO PRINCIPALE: chuvashi e minoranza russa.
Chuvashia tentò durante il collasso dell’Unione Sovietica ad ottenere l’indipendenza ma non ci riuscì. I chuvash sono una popolazione turca anche se di religione cristiana o pagana. La Turchia supporta le minoranze e i popoli turcofoni dell’Asia Centrale.
POSSIBILITÀ DI SEPARAZIONE: MEDIA
UDMURTIA
CAPITALE: Izhevsk
POPOLAZIONE: 1.500.000
GRUPPO ETNICO PRINCIPALE: russi(60%), udmurti (30%)
Anche gli udmurti fanno parte della famiglia ugro-finnica, quindi valgono le considerazioni dette per i mari e i mordovini. In questo caso la maggioranza della popolazione si dichiara russa, quindi è sicuramente più difficile una secessione.
POSSIBILITÀ DI SEPARAZIONE: BASSA
TATARSTAN
CAPITALE: Kazan
POPOLAZIONE: 3.800.000
GRUPPO ETNICO PRINCIPALE: tatari (53%), russi (39%)
Il Tatarstan è abitato prevalentemente da tatari e da russi incrociati con tatari. La religione principale è l’islam e recentemente c’è stata una certa espansione di questa religione. Anche il Tatarstan durante la dissoluzione dell’Unione Sovietica ambì all’indipendenza senza riuscirvi. Tuttora esistono forti spinte separatiste e addirittura politici nazionalisti russi hanno dichiarato che nazioni come il Tatarstan, che non hanno nulla di russo, farebbero meglio a staccarsi dalla federazione. Dopo le repubbliche caucasiche, il Tatarstan è l’aerea dove la richiesta di indipendenza è più forte.
POSSIBILITÀ DI SEPARAZIONE: MEDIO-ALTA
KOMI
CAPITALE: Syktyvkar
POPOLAZIONE: 900.000
GRUPPO ETNICO PRINCIPALE: russi(60%), komi (25%)
I komi fanno parte della famiglia ugro-finnica. Anche qui esistono le stesse istanze separatiste che accomunano gli altri territori di questo ceppo etnico-culturale.
POSSIBILITÀ DI SEPARAZIONE: MEDIO-BASSA
BASCHIRIA
CAPITALE: Ufa
POPOLAZIONE: 4.070.000
GRUPPO ETNICO PRINCIPALE: baschiri e tatari(55%), russi(36%)
Questa regione è già una repubblica autonoma e decide tutto in piena indipendenza. La maggioranza della popolazione è musulmana, esiste un forte attivismo politico per difendere l’autonomia della Baschiria nei confronti del governo di Mosca. Recentemente si sono svolte manifestazioni per chiedere la piena indipendenza.
POSSIBILITÀ DI SEPARAZIONE: MEDIO-BASSA
YAMALIA
CAPITALE: Salekhard
POPOLAZIONE: 530.000
GRUPPO ETNICO PRINCIPALE: russi, con minoranze nenets, komi e tatare.
Regione con una già grande autonomia, difficilmente la minoranza nenets potrà ottenere l’indipendenza dei suoi territori, più probabile che politici russi locali sfruttino un eventuale caos della Federazione Russa per autoproclamare l’indipendenza in nome della minoranza etnica, così da appropriarsi delle grandi risorse naturali.
POSSIBILITÀ DI SEPARAZIONE: BASSA
KHANTIA-MANSIA
CAPITALE: Khanty-Mansiysk
POPOLAZIONE: 1.500.000
GRUPPO ETNICO PRINCIPALE: russi, tatari, ucraini e minoranze nenets, khanty e mansi.
Esiste anche qui l’appoggio alle minoranze ugro-finniche da parte di Finlandia e Ungheria, ma esse sono decisamente minoritarie in questa regione.
POSSIBILITÀ DI SEPARAZIONE: BASSA
SELCUPIA
CAPITALE: Omsk
POPOLAZIONE: 3.000.000
GRUPPO ETNICO PRINCIPALE: russi, ucraini, tatari e tedeschi
Questa zona ha una grande minoranza tedesca, l’indipendenza di questa regione che comprende gli oblast di Omsk e Tomsk è un’ipotesi diffusa in alcuni siti geopolitici russi e americani. Per questa regione la secessione potrebbe avvenire solo in caso di completa disintegrazione della Federazione Russa, altrimenti rimane un’ipotesi molto remota.
POSSIBILITÀ DI SEPARAZIONE: BASSA
CAGANATO DELL’ALTAI
CAPITALE: Gorno
POPOLAZIONE: 2.600.000
GRUPPO ETNICO PRINCIPALE: russi, altay, tedeschi, kazaki
Anche in questo caso la minoranza turca degli altay è inferiore di numero alla popolazione russa, quindi un’eventuale indipendenza sarebbe esclusivamente frutto di una scelta di opportunismo politico dei dirigenti russi locali.
POSSIBILITÀ DI SEPARAZIONE: BASSA
KHAKASSIA
CAPITALE: Abakan
POPOLAZIONE: 530.000
GRUPPO ETNICO PRINCIPALE: russi e minoranza khakas
Idem come Caganato dell’Altai.
POSSIBILITÀ DI SEPARAZIONE: BASSA
TUVA
CAPITALE: Kyzyl
POPOLAZIONE: 307.000
GRUPPO ETNICO PRINCIPALE: tuvani e minoranza russa
I tuvani sono un popolo di origine mongola e costituiscono la stragrande maggioranza della popolazione di Tuva. Essi in gran parte professano il buddhismo tibetano. In caso di collasso della Federazione Russa è molto probabile che questa repubblica decida di separarsi, date le grandi differenze etniche e religiose. Alcuni analisti credono che Tuva abbia grandi possibilità di ottenere la propria indipendenza. I tuvani hanno una storia comune e parallela con i tibetani e probabilmente entrambe le popolazioni attendono con ansia il crollo dei rispettivi stati dominanti per proclamare la propria indipendenza.
POSSIBILITÀ DI SEPARAZIONE: MEDIO-ALTA
BURIAZIA
CAPITALE: Ulan-Ude
POPOLAZIONE: 970.000
GRUPPO ETNICO PRINCIPALE: russi e buriati
I buriati sono un gruppo etnico siberiano di origine mongolica. Già all’epoca della Unione Sovietica hanno tentato di ottenere l’indipendenza però sono stati brutalmente schiacciati. Attualmente le istanze indipendentistiche rimangono, ma difficilmente potranno essere accolte finché altre repubbliche non otterranno la propria indipendenza.
POSSIBILITÀ DI SEPARAZIONE: MEDIO-BASSA
YAKUTIA
CAPITALE: Yakutsk
POPOLAZIONE: 950.000
GRUPPO ETNICO PRINCIPALE: yacuti e grande minoranza russa
Gli yacuti sono una popolazione di etnia turca. Già all’epoca del crollo dell’Unione Sovietica, questa regione tentò di proclamarsi indipendente senza riuscirvi. Attualmente è una repubblica autonoma nella Federazione Russa. Questa regione è ricca di risorse naturali, oro e diamanti. Difficilmente Mosca darà l’indipendenza a questa nazione, più probabile che per opportunismo politico i dirigenti locali, con l’appoggio di qualche potente alleato vicino (USA o Giappone), sfruttino un eventuale caos politico.
POSSIBILITÀ DI SEPARAZIONE: MEDIA
REPUBBLICA EBRAICA
CAPITALE: Birobidzhan
POPOLAZIONE: 180.000
GRUPPO ETNICO PRINCIPALE: russi e minoranza ebraica
Questa piccola regione, sorta per la volontà di Stalin di difendere il patrimonio culturale ebraico, attualmente conta pochissimi ebrei, di conseguenza la sua attuale autonomia in nome dell’ebraismo è più un retaggio simbolico. Un’eventuale indipendenza di questa regione è remota, eventualmente potrebbe essere associata alla Yakutia o alla Federazione Dell’ Estremo Oriente.
POSSIBILITA’ DI SEPARAZIONE: BASSA
FEDERAZIONE DELL’ESTREMO ORIENTE
CAPITALE: Chabarovsk
POPOLAZIONE: circa 5.000.000
GRUPPO ETNICO PRINCIPALE: russi
Negli anni ’20 è già esistita una Repubblica dell’Estremo Oriente Russo. Recentemente, attivisti locali stanno combattendo per ottenere l’indipendenza da Mosca e si sono svolte anche delle manifestazioni. Giappone e Stati Uniti stanno alimentando questo movimenti. Alle ultime elezioni amministrative i separatisti sono riusciti a far perdere al partito Russia Unita circa il 20% dei consensi. Secondi alcuni sondaggi il 60% della popolazione sarebbe favorevole ad una secessione.
POSSIBILITA’ DI SEPARAZIONE: MEDIA
Abbiamo elencato i principali stati che potrebbero formarsi da un eventuale collasso russo. Ovviamente i territori non citati rimarrebbero sotto la Russia. Esistono poi eventuali stati più grandi che potrebbero formarsi come la Repubblica degli Urali, che unirebbe i diversi territori con popolazioni di origine ugro-finnica oppure la Repubblica di Siberia, che congiungerebbe i territori dagli Urali fino alla Yakutia compresa.
A nostro avviso, se la Russia venisse contagiata dall’esplosione sociale, è probabile che sia le potenze occidentali sia Cina e Giappone puntino a favorire eventuali istanze secessioniste e se nella Russia centrale ci fosse il caos, difficilmente il governo avrebbe la forza per sopprimere queste istanze. La recente legge varata da Putin a dicembre, che punisce anche con il carcere la propaganda separatista, dimostra che al Cremlino devono avere una certa preoccupazione riguardo a questo argomento. Chi ci segue sa che a nostro avviso, l’Unione Europea punta a conquistare l’intera Europa geografica. Ora che l’Ucraina è caduta in mano agli europeisti, rimangono da conquistare alcuni paesi balcanici (che comunque hanno già subito le prime rivolte), la Bielorussia, dove prima o poi dobbiamo aspettarci una rivoluzione contro la dittatura di Lukashenko e la Russia. Ovviamente ci si chiederà come sarà mai possibile conquistare la Russia, che è diverse volte più grande dell’Europa. La soluzione l’abbiamo data in quest’articolo, l’unica strategia possibile per i poteri forti è quella di provocare una rivoluzione o una guerra civile dentro la Federazione Russa e quindi favorire le diverse proclamazioni di indipendenza che potrebbero giungere in un periodo del genere. E quindi sarà poi molto più facile annettere all’Europa le piccole nazioni in cui si dividerà la Russia, fino probabilmente agli Urali. Le nazioni indipendenti oltre gli Urali, come Siberia o la Russia Estremo Orientale, finiranno probabilmente nell’orbita Giapponese o Cinese. Dividi e conquista. Ovviamente un processo del genere richiederà molti anni e molto sangue. Proviamo a fare una previsione: la disintegrazione territoriale della Russia la vedremo prima del 2020 ed entro il 2030 l’Unione Europea si estenderà fino agli Urali. Non vi chiedo di crederci, ma continuate a leggerci e ad osservare gli eventi.Se questo articolo ti è piaciuto non perderti il libro di Giuseppe Cirillo: Libertà Indefinita, prossimamente acquistabile su internet e in 1.500 librerie.
Qui di seguito alleghiamo alcune cartine del sito Geocurrents.info su un’eventuale frammentazione della Russia:
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