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La sacra mucca balorda

Creato il 15 ottobre 2014 da Sopravvivereinindia @svivereinindia

Quando vai a vivere nella più grande democrazia del mondo devi inevitabilmente sottostare a delle regole che ti fanno a dir poco soffrire. Sorvoliamo sui pantaloni lunghi obbligatori durante i mesi d’estate, i mesi in cui il caldo ti fa sognare di vegetare dentro ad una vasca da bagno. Si perché tu sei nella più grande democrazia del mondo ma democrazia in sanscrito significa “fai quello che voglio io” che in realtà è anche un po’ la regola del Sultano.

Nella più grande democrazy del mondo mi mancavano soprattutto due cose: la carne di mucca e il vino.

La mucca in India, si sa è sacra. Poiché sacra pascola per le strade, si autogestisce. A volte dorme in mezzo alla strada per rendere il traffico ancora più incasinato di quello che è. Ma si sa, gli indiani amano il brivido, lo possiamo notare dalle scene d’azione onnipresenti in qualsiasi film di Bollywood. La mucca sacra mangia direttamente dall’immondizia. Si amici miei, io mi svegliavo mettevo la testa fuori dalla finestra e le vedevo, belle, pacifiche che brucavano da questi sacchi neri dell’immondizia. In quei momenti pensavo a tutti quei vegetariani che su FB mi accusavano di essere la mmmerda perché le mucche mi piace mangiarle. Io mi ripetevo che se mi fossi reincarnata mucca avrei preferito vivere nella stalla del mio vicino di casa, bella, accogliente, in campagna, piuttosto che in mezzo a tutto quel casino per di più cibandomi di sacchetti di plastica. Poi si sa, i gusti so gusti disse il gatto leccandosi il culo e forse se vuoi essere sacra devi soffrire.

Nonostante la dieta a base di inquinamento ci sono stati giorni in cui quelle mucche belle anoressiche e ripiene di tossicità mi sembravano invitati. Mi immaginavo una bella fiorentina, una bistecca o un sugo al ragù come lo faceva mia nonna. In quel momento mi scendeva una lacrima e per sopperire ad una sofferenza che ci sembrava troppo grande facevamo il ragù di bufalo che era buonissimo ma dovevi cucinarlo per ore e ore. Tipo che facevi in tempo a vedere tutta la saga di Harry Potter.

La seconda cosa che mi mancava nella più grande democrazia del mondo era sicuramente il vino. Allora io premetto che già da anni sapevo e facevo finta di non sapere che la birra non mi fa tanto bene. Diciamo che sospetto un’intolleranza al glutine. Bona, siccome in India il vino costava tanto quanto un rene io decisi di bere birra e soffrire perché diventare astemia non era neanche immaginabile. Io la parola astemia per anni non l’ho neanche sentita pronunciare, per farvi capire come ragiona la mia famiglia, ieri dissi a mia zia: “beh io in India mi preparavo spesso il succo di melograno” e mio zio rispose: “buono il succo di melograno, salutare. Dopo però ci aggiungi anche un goccio di grappa che fa ancora pi ben.” Naturalmente quando scoprì la mia possibile intolleranza al glutine diedi la colpa alla sacra chiesa cattolica, non mi sognai mai di incolpare quel bar a Bologna che serviva alcolici al limite del veleno.

Ma torniamo a noi, se dovete andare in India preparatevi al fatto che, un vino che noi qui daremmo al nostro più acerrimo nemico, lì costa un capitale. Ve lo giuro, certi giorni ho sognato di bere tavernello. Ci sono vini che al lidl costerebbero 4.99 e li costano quanto una serata al Billionair. Io parlo sempre di vini importati, sia chiaro, perché i vini indiani all’inizio mi sembravano buoni come un caco crudo. Poi, ovviamente, la mia percezione del gusto è cambiata e verso la fine del mio primo anno in India tracannavo anche il vino Sula che mesi prima non mi sarei neanche sognata di nominare.

Perché ci fanno questo? Perché ci ingannano così? Perché dobbiamo soffrire e morire senza neanche reincarnarci come loro? Ma che ne so, forse è tutto un grande complotto, forse di mezzo ci sono le scie chimiche. Forse il vino indiano fa parte di un signoraggio bancario. Forse ci vogliono annientare. Di sicuro se state per andare in India fate come avevo fatto io a gennaio: impongatevi come ochi di carne, all’arrivo in India vi deve disgustare il solo pensiero. Bevete come spugne, abusate anche del vino in aereo e soprattutto non fate tanto gli schizzinosi che prima o poi lo so che vi troverò in un angolo a tracannare vino indiano full of cianuro!


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