La Saga di Harry Potter
di J.K. Rowling
J.K. Rowling è nata nel 1965 a Chipping Sodbury, Gloucestershire, sud-ovest dell’Inghilterra. Insieme a sua madre, a suo padre e alla sua sorellina più piccola, Diana, si trasferì a Winterbourne, Bristol, e poi a Tutshill, vicino Chepstow. Scrive storie da bambina: a sei anni scrisse la storia di Rabbit, un coniglio malato di morbillo e a dodici scrisse un romanzo che parla di sette diamanti maledetti. Dopo aver studiato francese all’Università di Exeter, con un anno di studi a Parigi, traslocò a Londra per lavorare per Amnesty International come ricercatrice e segretaria bilingue. Fu in questo periodo che, sul treno tra Manchester e Londra, gli venne l’idea di scrivere un libro su un ragazzino che frequentava una scuola di magia. Quando arrivò a destinazione aveva già trovato abbastanza idee sui personaggi e su buona parte della storia. Iniziò dunque a lavorare a Harry Potter e la Pietra Filosofale durante le sue pause pranzo.
- Harry Potter e la pietra filosofale
- Harry Potter e la camera dei segreti
- Harry Potter e il prigioniero di Azkaban
- Harry Potter e il calice di fuoco
- Harry Potter e l’ordine della fenice
- Harry Potter e il principe mezzosangue
- Harry Potter e i doni della morte
Titolo: La Saga di Harry Potter
Autore: J.K. Rowling
Serie: La Saga di Harry Potter, dal 1° al 7°
Edito da: Salani
Prezzo: dai 12€ ai 20€ per volume (tutti e sette in cofanetto 109€ – la versione economica anche meno)
Genere: Fantasy, Young Adult
Pagine: dalle 250 p. del primo libro alle 700 p. dell’ultimo
Voto:
Trama: Harry Potter è una saga letteraria composta da sette libri, scritti dall’autrice inglese J.K. Rowling, basati sulle avventure del giovane mago Harry Potter, un ragazzo la cui vita è stata segnata fin dalla nascita dall’assassinio dei suoi genitori ad opera del mago malvagio Lord Voldemort, e che, dopo aver respinto la maledizione mortale scagliatagli da quest’ultimo, lo riduce in fin di vita. La saga – dopo la narrazione dei fatti accaduti subito dopo l’episodio – parte dall’età di undici anni del giovane mago e copre un arco di tempo lungo sette anni (escludendo prologo ed epilogo), ognuno narrato in un libro. La trama è basata sulle avventure di Harry Potter alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts e dei suoi frequenti scontri con Lord Voldemort e i suoi seguaci.
trama tratta da HarryPottewiki
by Sil.lav
Chi non ha mai mai sentito parlare di Harry Potter?
Nel primo libro – Nel secondo libro
Nel terzo libro - Dal quarto libro – Il quinto libro
Il Principe Mezzosangue - I Doni della Morte
Chi non ha mai sentito parlare di Harry Potter?
Il maghetto nato dalla penna di J.K. Rowling sul finire degli anni ’90 (uscito per la prima volta nel 1997), un bambino orfano, che scopre di essere un mago e di poter frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Le sue avventure sono raccolte in 7 libri, uno per ogni anno scolastico. Questo è il percorso formativo per entrare come adulto nella comunità magica. L’intera saga è stata scritta in 10 anni (1997-2007) facendo crescere nei lettori una forte aspettativa. Tanto è vero che per la prima volta in Italia, per quanto sappia, la vendita degli ultimi libri hanno portato all’apertura notturna di varie librerie in diverse città, creando eventi a tema.
Di solito i primi libri stentano a partire, ci possono essere descrizioni inutili o troppo prolisse, questo spesso porta a non sentirsi coinvolti dalla storia narrata. Non è il caso della Rowling che riesce ad incantare il lettore già con il primo libro. È come se fosse riuscita a distillare una perfetta felix felicis.
La saga comincia con il più classico dei protagonisti, un bambino orfano, maltrattato dai parenti, che si scopre un predestinato. Anche se la storia sa di già sentito, la capacità della scrittrice di rivestire di freschezza un cliché è veramente notevole. Harry non risulta un ragazzino amareggiato, segnato dalla propria infanzia, anzi da subito si intravede la sua capacità di accettare l’incredibile, a dispetto degli zii, che hanno fatto di tutto per sopprimergliela. Nel libro emerge il suo coraggio, la sua poca tolleranza alle regole. La sua forza nel lottare per ciò in cui crede. Tutto questo gli permette di essere fautore del proprio destino.
Nel primo libro cominciamo a conoscere Harry Potter, Il-Bambino-che-è-Sopravvissuto. Il quale diventa famoso in tutto il mondo magico perché una notte Lord Voldemort, un mago oscuro, dopo aver ucciso i suoi genitori, gli scaglia un anatema mortale. L’incantesimo gli si ritorce contro, facendolo scomparire e lasciando al piccolo Harry una cicatrice a forma di saetta sulla fronte.
«Tu-Sai-Chi li uccise. E poi – e questa è la cosa veramente misteriosa – cercò di uccidere anche te. Chissà, voleva fare piazza pulita, o forse a quel tempo ammazzava solo per il gusto di farlo. Ma non ci riuscì. Ti sei mai chiesto come hai quella cicatrice sulla fronte? Non fu un taglio qualsiasi. Quello è il segno che ti rimane quando vieni toccato da un caso potente e maligno: non ha risparmiato la tua mamma e il tuo papà, e neanche la casa, ma su di te non ha funzionato, e questo è il motivo per cui sei famoso, Harry. Nessuno di quelli che lui aveva deciso di uccidere l’ha fatta franca, nessuno, tu solo. E bada bene che ha ucciso maghi e streghe tra i migliori del suo tempo: i McKinnon, i Bone, i Prewett; e tu, che eri soltanto un neonato, ce l’hai fatta»
Nei primi 11 anni della sua vita, Harry cresce come un paria nella “normale famiglia” dei suoi zii, o come viene poi scritto nel libro: “la famiglia di Babbani peggio che ho mai visto” .(come direbbe Hagrid) Attraverso i suoi occhi, veniamo travolti dal mondo magico, facciamo shopping a Diagon Alley, veniamo smistati in una delle quattro case di Hogwarts ( Tassorosso, Corvonero, Grifondoro e Serpeverde). Impariamo a volare su di una scopa e a giocare a Quiddich. Facciamo le prime amicizie (Ron Wesley e Hermione Granger) e ci guadagniamo i primi nemici (Draco Malfoy). In questo libro scopriamo cosa vuol dire essere un mago e vivere in un mondo nascosto nella vecchia Inghilterra. Ovviamente la scomparsa di Tu-sai-chi non è una vittoria definitiva, il nostro eroe si troverà presto difronte a Lord Voldemort, il quale sta solo aspettando il momento giusto per risorgere.
Nel secondo libro le tinte si fanno più fosche. Una oscura minaccia si aggira fra le mura di Hogwarts. Degli studenti vengono trovati pietrificati, scritte di sangue compaiono sui muri e vecchie leggende prendono vita. Harry, che fino all’anno precedente era considerato un paladino del bene, viene additato come l’erede di Serpeverde. Ah…… com’è effimera la gloria.
Il Bambino-Sopravvissuto ancora una volta si trova suo malgrado nel vortice di tutto. Il libro, comunque, non è solo atmosfere cupe. Viviamo per un mese alla Tana, una sgangherata costruzione che sta insieme solo per magia. Abitiamo con una famiglia di maghi (che è un tocca sana per un ragazzo che non sa cosa voglia dire). Conosciamo cosi tutto il clan Wesley. Le stramberie dei gemelli, che sono una vera forza della natura. Veniamo coccolati dalla materna Signora Wesley e scopriamo le eccentricità di Wesley Senior, con la sua fissazione di farcire di incantesimi tutto ciò che di babbano gli capiti sotto mano; è grazie a lui che scopriamo cosa vuol dire viaggiare su di un auto volante.
«E tuttavia, il Cappello Parlante ti ha assegnato al Grifondoro. Tu sai perché. Pensaci».
«Lo ha fatto» disse Harry con la delusione nella voce, «perché gli ho chiesto io di non andare fra i Serpeverde…»
«Appunto» disse Silente ancora una volta tutto raggiante. «Il che ti rende assai diverso da Tom Riddle. Sono le scelte che facciamo, Harry, che dimostrano quel che siamo veramente, molto più delle nostre capacità».
In questa avventura, il nostro eroe si trova nuovamente a fronteggiare le tenebre, che si insinuano in modo inaspettato nella vita di Hogwarts. Harry dimostra, ancora una volta, di saper mettersi in gioco per quelli che ama.
Nel terzo libro cominciamo ad approfondire il passato di Harry. La presenza dei Dissennatori a Scuola, per la fuga del pluriomicida Sirus Black, ci permette di chiarire le cause che hanno portato alla morte dei Potter (genitori di Harry). Questo è un libro importante, non è particolarmente scorrevole, succede poco o nulla per tutto il romanzo, in realtà, ma dalla metà in poi veniamo travolti dagli eventi. La carica emotiva messa in campo è elevata. Si parla di amicizia, lealtà, tradimento, senso di colpa, questi sono solo alcuni dei sentimenti che ci vengono narrati nel corso del racconto. L’unica cosa certa è che i genitori di Harry lo amavano talmente che hanno dato la vita per lui.
«Non lo farai, vero, Harry?» chiese Hermione.
«Perché non vale la pena di morire per Black» disse Ron. Harry li guardò. Sembrava che proprio non capissero.
«Sapete che cosa vedo e sento tutte le volte che mi si avvicina un Dissennatore?» Ron e Hermione scossero la testa, preoccupati.
«Sento mia madre che grida e supplica Voldemort. E se voi sentiste vostra madre che urla così e sta per essere uccisa, non ve la dimentichereste tanto in fretta. E se scopriste che uno che doveva essere un suo amico l’ha tradita e ha messo Voldemort sulle sue tracce…»
Il prigioniero di Azkaban è tra i miei preferiti della saga, la malinconia che mi lascia, la tristezza di quello che sarebbe potuto essere, tocca una corda speciale nel mio cuore. Alla fine, per fortuna, emergere una nota di speranza.
Dal quarto libro in poi i volumi si fanno più corposi. E anche le avventure raccontate diventano più complesse. Il primo degli eventi narrati è la Coppa del Mondo di Quidditch, questa competizione ricorda un po’ i nostri mondiali di calcio, sempre se non si tiene conto che si gioca su di una scopa a metri d’altezza. Ma come spesso capita in queste occasioni, non tutto va nei migliore dei modi. Una piccola rimpatriata di Mangiamorte nostalgici dà una brusca interruzione ai festeggiamenti. Interessante quanto solo un immagine (anche se legata a vecchi ricordi) possa scatenare ancora dopo tempo paura e terrore.
A scuola, per restare in tema internazionale, si tiene il celebre Torneo Tremaghi, una competizione amichevole fra 3 scuole di magia: Hogwarts, Beauxbatons, Durmstrang. La tradizione vuole che tre campioni, provenienti ognuno da una scuola diversa, vengano scelti per affrontare questa difficile contesa. Harry, anche se non ha l’età per entrare in competizione, si trova involontariamente coinvolto. La sua forzata partecipazione non è ben vista dagli studenti. L’unica a comprendere che il-bambino-sopravvissuto è nuovamente vittima delle circostanze, e che forse la sua riluttante partecipazione possa essere un piano per eliminarlo è Hermione. Ancora una volta Harry si trova ad affrontare prove più grandi di lui. Per fortuna con il procedere della competizione il malcontento iniziale viene quasi dimenticato e la scuola inneggia i suoi due campioni (quello ufficiale, e l’imbucato). Le prove da affrontare sono ardue, metteranno veramente in difficoltà il nostro giovane mago, ma tra balli, primi amori e giornaliste ficcanaso, le pagine scorrono piacevolmente. Un libro veramente impegnativo che però lascia una nota finale di tristezza. Il tempo della spensieratezza infantile è finito. Voldemort miete la sua prima vittima.
«Quando e se per voi dovesse venire il momento di scegliere tra ciò che è giusto è ciò che è facile, ricordate cos’è accaduto a un ragazzo che era buono, e gentile, e coraggioso, per aver attraversato il cammino di Voldemort…»
Il quinto libro mantiene le promesse del precedente. È l’ora di raccogliere le forze, di prepararsi a combattere, purtroppo non è tutto cosi semplice. La verità può risultare una strada impervia, soprattutto per chi non vuole accettarla. Il Ministero della Magia mette la testa sotto la sabbia e pur di negare la realtà, preferisce minare la credibilità di colui che fino a qualche mese prima onorava come un eroe.
Da Bambino-Sopravvissuto a pazzo visionario. Harry comincia a venir descritto dai media come un ragazzo disturbato, che tanto è alla ricerca di notorietà da inventarsi storie di sana pianta, pur di attirare attenzione. Per mantenere tutto sotto controllo Il Ministero invia Dolores Umbridge come nuova insegnante di Difesa conto le Arti Oscure. Personalmente è il personaggio che odio di più nella saga, anche se devo essere onesta svolge perfettamente il suo compito. La sua figura spicca in tutto il libro e gli conferisce una forza inaspettata, lei riesce a tenere testa a figure come Albus Silente e Minerva McGranitt, personaggi che abbiamo imparato ad amare e rispettare.
Harry posò la punta della piuma sul foglio e scrisse: Non devo dire bugie. Emise un gemito di dolore. Le parole erano comparse sulla pergamena in quello che sembrava scintillante inchiostro rosso. Nello stesso tempo, erano apparse anche sul dorso della mano destra di Harry, incise sulla sua pelle come tracciate da un bisturi: mentre lui era ancora intento a fissare il taglio luccicante, la pelle si richiuse, lasciando il punto dove si era aperta appena più rosso di prima, ma liscio. Harry guardò la Umbridge. Lei lo osservava, la larga bocca da rospo stirata in un sorriso.
«Sì?»
«Niente» disse Harry piano.
Questo libro risulta cupo, mai come in questo volume ci rendiamo conto che Harry è un orfano e che non ha veramente nessuno che lo protegga. Per fortuna c’è qualche momento sereno, le invenzioni dei gemelli sono impagabili, non li ho mai stimati tanto come in questo libro. E non dimentichiamoci della new entry Luna Loogood un personaggio veramente adorabile con tutte le sue stramberie. Come ormai consuetudine, gli eventi precipitano verso la fine dell’anno portando un nuovo confronto tra Il Bambino-Sopravissuto e Lord Voldemort. Da questo scontro, tutt’altro che indolore, Harry viene colpito in uno dei suoi affetti più cari. Inoltre una verità a lungo taciuta viene a galla.
Il Principe Mezzosangue l’ho sempre pensato come un libro di pausa, prima del gran finale. In realtà, ci sono diverse cose importanti. Primo fra tutti, viene approfondito il passato di Voldemort.
Accompagniamo Silente e Harry tra i ricordi di varie persone, ricostruiamo la storia di Tom Riddle alias Voldemort. Analizziamo le circostanze della sua nascita, lo vediamo prima bambino in un orfanotrofio babbano, poi brillante adolescente. Ma sopra a tutto, impariamo a conoscerlo, a capire come pensa, facciamo nostra la massima conosci il tuo nemico.
«Harry! Non capisci? Voldemort stesso ha creato il suo peggior nemico, come fanno ovunque i tiranni! Hai idea di quanto i tiranni temano coloro che opprimono? Sanno benissimo che un giorno tra quelle molte vittime ce ne sarà certamente una che si leverà contro di loro e reagirà! Voldemort non è diverso! Ha sempre cercato chi l’avrebbe sfidato. Ha ascoltato la profezia ed è entrato in azione, col risultato che non solo ha scelto colui che molto probabilmente lo finirà…»
Certo il libro non è tutto incentrato su Voldemort. Harry infatti deve venire a patti con la rivelazione di Silente e con il lutto che lo ha colpito così da vicino. Tutto questo in un Mondo Magico ora consapevole del pericolo che lo minaccia. Un libro non meno intenso del precedente, senza però quella rabbia che contraddistingueva il nostro Prescelto. Così viene soprannominato Harry in questo libro, infatti, anche se poco prima lo si credeva un visionario, ora è tornato a essere un simbolo di speranza, eh… si… il pubblico è volubile.
Come ormai ci ha abituato la Rowling, verso fine anno tutti i nodi vengono al pettine e c’è un susseguirsi di colpi di scena che portano il lettore ed Harry di fronte a un evento che ci lascia orfani di un altro personaggio significativo e carismatico di tutta la saga. Un grave lutto che colpisce tutti.
I Doni della Morte è un volume veramente imponente e ricco di avvicendamenti. Comincia con un lieto evento, un matrimonio, perché si sa, anche nei periodi più cupi la vita deve continuare. Ma come prevedibile i Mangiamorte irrompono alla festa, disperdendo gli invitati e gettando alla macchia Harry e suoi amici. Da qui comincia ufficialmente la caccia agli Horcrux.
E Silente sapeva che Harry non si sarebbe sottratto, che avrebbe continuato sino alla fine, anche se era la sua fine, perché si era preso il disturbo di imparare a conoscerlo. Silente sapeva, come Voldemort, che Harry non avrebbe permesso a nessun altro di morire per lui, una volta scoperto che era in suo potere impedirlo.
Per la prima volta la storia non avrà solo Hogwarts come sfondo, ci vengono tolti così tanti piccoli dettagli che ci erano ormai famigliari; come il binario 9 ¾ , il viaggio in treno, l’inizio delle lezione. Anche le relazioni interpersonali si riducono drasticamente, per buona parte del libro siamo soli con Ron, Hermione ed Harry. Sappiamo quello che sanno loro, non ci viene data una visione più ampia degli eventi, il nostro unico contatto con il mondo esterno sarà una piccola radiolina, che trasmette Radio Potter. Abbiamo tutta l’Inghilterra come palcoscenico, ma ci sono solo tre attori che vi recitano. Sempre in fuga, con il costante pericolo di essere catturati dai seguaci di Voldemort. Questo, però, non farà demordere i nostri eroi, tanto è vero che quando le tracce di un Horcrux li porterà al Ministero (ora in mano ai Mangiamorte) l’inventiva del trio sarà eccelsa. Purtroppo dopo questa smaccata vittoria c’è una inevitabile battuta d’arresto che causa dissapori tra loro. Il più influenzato dal cattivo umore collettivo è Ron, il quale non è mai stato esente da sporadici attacchi di gelosie nei confronti di Harry. Ma quando tutto sembra perduto una serie di eventi ci portano nella giusta direzione, e la caccia agli Horcrux si riapre. Passando dalla Gringott a Hogwarts sul dorso di un drago andiamo incontro alla battaglia finale.
«Perché» rispose Harry, prima che potesse farlo Hermione, «a volte bisogna pensare a qualcosa di più della propria salvezza! A volte bisogna pensare al bene superiore! Questa è una guerra!»
«Hai diciassette anni, ragazzo!»
«Sono maggiorenne, e continuerò a combattere anche se lei si è arreso!»
Uno scontro epocale, dove tutti i personaggi scendono in campo per combattere. I colpi di scena si sprecano. E le morti, a cui i libri precedenti ci avevano preparato, sono ingenti. Strazianti alcune perdite. La scelta di un giovane uomo segnerà il destino di tutti. Tutti gli indizi che la scrittrice ha disseminato in ogni libro trovano il loro perfetto incastrato. L’unica nota che lascia perplessa sono i cenni ai doni della morte. Oggetti che compaiono solo in questo volume. Ci insegnano, comunque, una piccola lezione. Come se fossero la storia nella storia. Servono per rimarcare che la ricerca del potere fine a se stessa porta solo alla disfatta. Sono i sentimenti che danno la forza di affrontare le difficoltà. L’amicizia, l’amore, permettono al protagonista di fronteggiare l’egoismo e la brama di potere.
Nel leggere l’ultima pagina, ho detto addio a degli amici che mi avevano fatto compagnia per così tanto tempo. Che mi avevano fatto sognare, ridere e arrabbiare. Harry Potter mi ha regalato tante emozioni diverse. Il senso di aspettativa e di attesa per il prossimo libro non ci sarà più. Come direbbe Gabriel García Márquez:
“Non piangere perché è finito, sorridi perché è successo.”