(Volume I – Il Leone di Macedonia)
Cresciuto in una città di eroi, Parmenion è stato costretto in tutti i modi a mettere a repentaglio la propria vita e a dimostrare il proprio coraggio. Ma Parmenion è ignaro che la sua vita è in balia di un’invisibile dimensione di magia: una forza sta cercando di farsi strada nel mondo. Parmenion deve trasformare il corso della storia e affrontare la furia di un potere infernale.
(Volume II – Il Principe Nero)
Il mondo degli antichi greci era fatto di tumulti e di guerre, di intrighi e di tradimenti. Non esisteva una sola nazione e la terra divisa era governata da decine di città-stato che lottavano continuamente per ottenere il predominio. Ma in questo libro non risuona solo il clamore delle battaglie e delle campagne militari, né delle trame ordite dalle fazioni in lotta per accaparrarsi il diritto a diventare la più grande potenza del mondo antico, non vi è solo il richiamo della storia, ma il fascino della leggenda e di un potere sconosciuto… Due grandi personaggi si ergono nella folla di coraggiosi eroi: Parmenion, il Leone di Macedonia, genio militare e temibile guerriero, un campione solitario che cerca la salvezza e s’imbatte in uno strano destino, e il Principe Nero, il giovane che tutti conosceranno con il nome di Alessandro, creatore del più grande impero che il mondo abbia mai conosciuto. Riuscirà a soggiogare tutti coloro che incontrerà sulla propria strada, tranne lo spirito del caos che si è impadronito della sua anima. Per entrambi c’è un futuro di gloria, ma soprattutto il confronto con un’altra dimensione di magia e di mistero che la storia non ha mai raccontato.
Visto che negli ultimi tempi abbiamo parlato parecchio di fantasy storici (qui e qui, per esempio), mi è venuta voglia di spendere due parole sulla mia saga preferita di questo particolare filone.
Trattasi della duologia di Parmenion, scritta dal bravo e compianto David Gemmell, che può anche non piacere a tutti, ma che ha lasciato un gran vuoto nella narrativa fantasy*.
Parmenion (Parmenione) era lo stratega più capace al servizio di Filippo II di Macedonia e di suo figlio Alessandro Magno.
Ottenne vittorie strepitose sugli Illiri, e in Asia, dove si distinse come il miglior generale dell’esercito macedone, forse insieme ad Attalo.
David Gemmell utilizza questo personaggio, storicamente esistito ma relativamente poco conosciuto, e ne fa il protagonista di una saga che da una parte ricalca le imprese del vero Parmenione, e dall’altra lo pone davanti a imprese eroiche degne dei migliori libri fantasy.
Parmenion nel film “Alexander”.
In questa saga, fortunatamente limitata a due soli volumi (odio i cicli narrativi infiniti), Alessandro Magno, uno dei più grandi condottieri di sempre, è segretamente posseduto da un demone conosciuto come Spirito del Caos (o Dio Oscuro), che anno dopo anno lo fa diventare più feroce e spietato, alterando così le sue innati doti di grande e carismatico sovrano. Tale maledizione è stata studiata/evocata dalle perfide streghe di Samotracia, per vendicarsi delle conquiste brutali compiute da Filippo, padre di Alessandro, compiute anche ai loro danni.
Parmenion e pochi altri, pur essendo al servizio del grande e giovane sovrano, sono gli unici che col tempo scopriranno la verità, e che tenteranno di liberare il loro amato Re dall’influenza letale del demone, antico come l’umanità stessa.
E se non potranno liberarlo, le uniche alternative saranno quelle di servirlo, facendosi suoi complici o di cercare di ucciderlo.
Il primo romanzo ci presenta la nascita e lo sviluppo dei personaggi principali della saga: Parmenion, Alessandro, Filippo, Attalo, le streghe Aida e Derae e altri.
Il secondo volume, Il Principe Nero, ripropone il periodo di massimo splendore di Alessandro Magno e al contempo introduce gli elementi fantasy della saga, presi dalla mitologia greca, affascinante e ricca come sempre. Ed è così che i nostri eroi (ed antieroi) si trovano a combattere a fianco (o contro) creature quali centauri, gorgoni, arpie, minotauri e altri.
Il tutto in un crescendo di pathos, verso un finale epico che, come capitava spesso con Gemmell, rivela molto sulla natura umana, pur facendolo attraverso il fantasy e attraverso l’archetipo del guerriero, per una volta inteso in senso assolutamente non “fascistoide”.
Grande saga, con un respiro storico-mitologico non indifferente, caratterizzata dal solito stile semplice ma piacevole di Gemmell. Da recuperare per gli amanti del fantasy adulto e delle storie corali.
In Italia non viene ristampata da almeno 15 anni. Un vero peccato.
* Attualmente sto leggendo il libro d’esordio di sua moglie, Stella Gemmell. Ve ne parlerò in futuro, credo. Se intanto vi interessa scoprirne di più, vi dico che si tratta de La Città perduta d’avorio e d’argento.
- – -
(A.G. – Follow me on Twitter)