“Voi siete ciò che è il vostro desiderio più profondo. Così come è il vostro desiderio, così è la vostra intenzione. Così come è la vostra intenzione, così è la vostra volontà. Così come è la vostra volontà, così sono le vostre azioni. Così come sono le vostre azioni, così è il vostro destino”
Brihadaranyaka
Questo è un antico testo vedico. Noi siamo veramente ciò che desideriamo? Ma cosa desideriamo veramente? Perché, se agiamo in contrapposizione con ciò che in realtà il nostro io profondo desidera non siamo e non viviamo in uno stato di serenità. Infatti il destino è fatto, a mio parere, dalle azioni che noi compiamo nell'arco della nostra vita e questa azioni sono frutto della nostra volontà e dei nostri pensieri; ma i pensieri sono dettati dai nostri desideri, perciò alla fin fine ciò che desideriamo crea il nostro destino. Il fatto è che non sempre il destino sembra essere concorde con i nostri desideri, allora, può sorgere una domanda "abbiamo agito seguendo il vero nostro io interiore oppure ci siamo fatti trasportare dai condizionamenti?" Forse tanti dei nostri problemi nasce proprio da questo tipo di conflitto che viviamo.
Credo che non solo a me, ma a tanti sia capitato di sentirsi dire che sei...qualcosa, magari un qualcosa di cui non ci si era mai accorti e che non si aveva mai immaginato di essere e magari non lo si sente neanche proprio però,...inizia a instillarsi nella mente un dubbio che fa vacillare le nostre credenze e a lungo andare fa deviare il nostro cammino prendendo altri percorsi così il destino muta e si evolve.
Ad ogni azione che compiamo, magari non immediatamente ma nel tempo, riceviamo delle risposte perché noi con il nostro "fare" costruiamo una realtà e questa realtà, che poi si svela ai nostri sensi, non sempre, soprattutto se risponde plasmata nel tempo, alle nostre aspettative e può, quindi, capitare che ne rimaniamo stupiti, quando ci va bene, se non sconcertati.
Leggendo il pensiero Veda a me fa percepire il fatto che noi costruiamo un percorso a seconda dei nostri desideri e delle nostre azioni. Ma le nostre azioni modellano la realtà e per questo noi abbiamo delle risposte di conseguenza.
Importante è che se si crede in qualcosa bisogna lavorare, operare nella propria vita senza ignorare le nostre credenze e le nostre convinzioni se non si vuole incorrere in, diciamo, spaccature.
Mentre sono qui che sto scrivendo, in questo stesso momento nel mondo che è lì fuori stanno accadendo tanti avvenimenti: c'è chi stanco sta ritornando verso casa felice perché sul lavoro è riuscito ad avere una risposta positiva ai suoi sforzi mentre un'altra persona, invece, è delusa proprio perché non si è sentito apprezzato. C'è chi piange, chi progetta il futuro, chi soffre, chi vede per la prima volta il viso di suo figlio e lo tiene tra le braccia, chi sta per lasciare questo mondo. Tante cose accadono nello stesso momento e noi non siamo a conoscenza di tutto questo. E' tanto, è troppo perché il nostro cervello possa percepirlo vederlo e conoscerlo. Anche se il nostro cervello è una macchina potentissima, percepisce solo il 4% del tutto. Esempio la sera delle stelle cadenti noi alziamo gli occhi al cielo verso l'immenso blu e ci sembra di essere dentro nel tutto, ci sembra, dopo un po' di tempo che siamo naso all'insù, che siamo immersi in questo profondo cielo stellato dove spiccano miriadi di puntini luminosi. Abbiamo la sensazione di abbracciare questa immensità ma è solo una sensazione noi vediamo solo e forse il 4% di ciò che in realtà esiste. Il restante 96% dove è, cos'è, è importante o no? Questa percentuale non percepita è molto, forse, la più importante ed è il livello dove l'Ordine non percepito agisce senza essere percepito ma che esiste, è il livello dove le leggi universali agiscono, operano e sono quelle leggi che rientrano sia nella nostra conoscenza mistica sia nella scientifica.
Vari studi nella ricerca quantistica hanno appurato, grazie ad esperimenti effettuati con il DNA ed i fotoni "phantom Effect", il DNA fantasma del biologo Poponin dell'Accademia delle Scienze russa, e quelli di Masaru Emoto sulla memoria dell'acqua che le emozioni , poiché sono una frequenza, creano modifiche nel mondo materiale.
Anche le parole, che sono vibrazioni, possono modificare la realtà ma ancora più importante è l'intenzione che sta dietro, che è più importante rispetto al suono stesso delle parole.
Tempo fa l'esercito degli Stati Uniti compì un esperimento. Incredibilmente trovarono un volontario che si fece prelevare un campione del palato. Quindi il pezzetto di palato venne portato in un'altra stanza mentre il volontario si sottoponeva alla visione di alcune immagini di vario genere, da quelle comiche a quelle drammatiche. Contemporaneamente nell'altra stanza altri studiosi, grazie alle apparecchiature elettroniche a disposizione, controllavano se si presentavano nel campione di palato delle variazioni.
Sorprendentemente venne segnalato che i cambi emozionali del volontario erano trasmessi al DNA del campione di tessuto sito nell'altra stanza in altri termini le differenze nel comportamento del DNA del campione erano in sincronia con le differenze emozionali vissute dal volontario. La trasmissione di queste variazioni emozionali avveniva nello stesso momento e ciò sottolineava il concetto di non-località. I ricercatori a questo punto si domandarono se poteva accadere la stessa cosa se tra il campione ed il volontario c'era una distanza maggiore. Così venne ripetuto l'esperimento mettendo tra i due 1609 km, pari a, circa, 50 miglia. Si notò che ancora si registravano le stesse sincronicità con il cambio emozionale.
Infine il campione di tessuto venne diviso e messo in 28 provette che furono assegnate a 28 persone alle quali venne dato il compito di effettuare pensieri positivi di auto risanamento, guarigione e riequilibrio. Ciò che si scoprì fu incredibile: il DNA si modificò a seconda dei pensieri di ciascuna persona. Questo esperimento affermò, quindi, che le nostre azioni e i nostri pensieri cambiano e modificano la realtà.
A onor di cronaca si vide che in presenza di pensieri positivi il DNA si srotolava, aumentando la sua lunghezza, se, al contrario, i pensieri erano negativi il DNA si accorciava diminuendo di lunghezza. Si scoprì inoltre che nel caso dell'accorciamento del DNA sottoposto a pensieri negativi precedentemente, se veniva nuovamente a contatto con pensieri positivi si sistemava.
Con gli studi sull'HIV si è potuto notare che in presenza di emozioni positive si raggiunge la possibilità di aumentare la resistenza agli effetti del virus fino a 300.000 volte.
Quindi riassumendo i nostri pensieri e le nostre credenze modificano la realtà.
Importante è avere pensieri positivi.
Da Damasio in poi, le scoperte delle Scienze Cognitive affermano che esiste una connessione tra il fisico-biologico, il visibile, ed il psicologico, l'invisibile. Il nostro cervello è programmato come risorsa evolutiva che trae piacere dalle azioni positive che si compiono, ovviamente non accade se le azioni sono negative.
Se siamo sintonizzati e abbiamo interazioni stimolanti emotivamente si ha una crescita cerebrale. Al contrario la disregolazione affettiva e lo stress portano alla perdita di neuroni. Avere una sintonizzazione sviluppa il processo di "regolazione affettiva" ossia si ha la capacità di stare bene con noi stessi e di conseguenza con il mondo che ci circonda. Ciò ha un grandissimo impatto nella nostra vita: noi dobbiamo saper gestire e regolare le emozioni positive e quelle negative ed è dimostrato che se per un lungo periodo di tempo si prova emozioni spiacevoli, come tristezza, paura, rabbia, dispiacere..., alla fine queste emozioni avranno un impatto devastante sulla regolazione del nostro organismo compreso il sistema immunitario. L'Organizzazione Mondiale della sanità quando parla di salute intende uno stato completo di benessere fisico, psichico e sociale e non solo assenza di malattia.
Nello studio americano Hearmath, analizzando il funzionamento dell'attività cardiaca si è evidenziato la possibilità di identificare un parametro cardiologico che indica l'equilibrio ed il benessere emotivo. Il cuore però non è l'unico organo che è coinvolto se si vive uno stato di felicità. Il professor Gershon, responsabile del dipartimento di Anatomia e Biologia cellulare della Columbia University ha dimostrato come nella pancia ci siano cellule della stessa tipologia dei neuroni cerebrali ossia c'è la presenza di un sistema nervoso enterico scoprendo che il 95% dell'ormone detto seratonina, importante per la regolazione dei nostri livelli di benessere, è prodotto nel sistema gastroenterico.
Alla fine si può dire la pancia digerisce oltre al cibo anche le nostre emozioni e se vogliamo una buona digestione questi devono esse positivi.
Altri studi, effettuati sotto l'aspetto genetico, hanno dimostrato che esistono due forme di benessere l'eudemonico, dove la felicità è il fine naturale della vita, e l'edonico, dove la felicità è il conseguimento di un benessere immediato. Attraverso campioni di sangue prelevato a 80 individui gli studiosi hanno mappato gli effetti delle due diverse forme di felicità mostrando che una forma di felicità eudemonica comporta profili favorevoli di espressione genica nelle cellule immunitarie ossia si ha una grande presenza di geni antivirali e di anticorpi, l'edonica comporta un profilo genico dove è presente un'espressione infiammatoria e con bassa presenza di geni antivirali.
Il cervello, più precisamente la corteccia cingolata anteriore e l'amigdala, sono le parti maggiormente coinvolte dalla felicità e quindi dal senso di ottimismo che ne deriva o dall'infelicità e conseguentemente dal pessimismo. Ma la mente umana è orientata alla felicità per sua natura. La capacità di essere felici è nei nostri geni e ci mantiene in salute: se siamo felici e la vita intorno è vista con gli occhi felici le risposte che otteniamo sono positive e le condizioni che creiamo sono positive. E' perciò fondamentale vivere in natura vivere in felicità con il nostro io interiore e nel momento in cui ci dirigiamo in questo senso allora anche il mondo sarà verso questo senso. Sembra strano come discorso ma sembra proprio che le risposte che si ottengono siano in sintonia con i nostri stati d'animo e se poi abbiamo anche l'accortezza di voler ampliare il nostro vedere per percepire le risposte dall'esterno possiamo capire che ciò che accade non sempre sono coincidenze ma sono risposte alle nostre azioni.
Nulla avviene per caso tutto accade perché c'è un motivo e se dovessero accadere situazioni che sembrano negative in realtà sono accadute perché dovevamo comprendere qualcosa.
Le coincidenze non sono altro che avvenimenti che, se vogliamo notare, sono risposte al nostro operato e al nostro stato d'animo. Infatti:
mia nonna soleva dire "non casca foglia che Dio non voglia" , quel che deve accadere ha da accadere perciò anche se non sappiamo perché una certa cosa accade ha un senso e se ci si fa sopraffare dall'infelicità e dalla rabbia bisogna capire il perché e quindi ritrovare il benessere accettando tutti gli accadimenti. Accade ciò che conviene ciò che doveva accadere sta a noi comprendere e lavorare di conseguenza ma tenendo sempre presente che noi siamo fatti per il piacere per la felicità perché solo in essa c'è la vita.
Infine , non per importanza vorrei segnalare un racconto scritto dal caro amico Spartaco, nel suo blog il Conigliomannaro
SCORCIATOIA PER IL PARADISO
un bellissimo racconto che come scrive l'autore stesso:
La profondità delle parole di questa antica cultura ha suggerito al Coniglio il forte contrasto con le pulsioni della società di oggi, del tutto disattenta al valore dell'altro, abbagliata da illusioni grossolane di una felicità-mercato, che spesso diventa felicità-truffa. Nel racconto tutto questo è portato all'ennesima potenza, in un contesto lontano, ma non troppo inverosimile.