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La saggezza è negli alberi

Creato il 24 agosto 2010 da Bruno Corino @CorinoBruno

La saggezza è negli alberi
Corot - Paesaggio
Il fuoco, l’acqua, il vento e la terra. Ecco, i quattro elementi contro i quali gli alberi devono quotidianamente lottare per sopravvivere. Diciamo pure che contro il primo degli elementi, il fuoco, essi non hanno difese; il fuoco è il loro implacabile nemico! Nella loro esperienza millenaria, le piante hanno sempre temuto il fuoco; soltanto quando arriva, all’improvviso, una pioggia torrenziale, “provvidenziale”, che possa spegnere l’incendio divampante, esse possano tirare il fiato, se nel frattempo il fuoco non ha completamente lambito le loro radici vitali o le loro fronde. Per il resto, gli alberi hanno imparato a difendersi dai loro nemici naturali. Ho scritto “loro nemici naturali”; in realtà, nei confronti di questi elementi essi hanno un rapporto ambivalente: da un lato sono quelli che possono distruggerli; dall’altro però anche quelli grazie ai quali possono sopravvivere: come farebbe una pianta a nutrirsi se non ci fosse l’acqua e la terra? O a riprodursi senza la forza del vento che sparge dappertutto il loro polline?
Eppure, io dico che se l’umanità in genere osservasse meglio il corso della natura e lo rispettasse anche nel profondo della sua genesi, acquisterebbe una saggezza riposta, e imparerebbe a vivere meglio! Anzitutto, dovrebbe imparare l’arte della quercia di vivere con la terra: avere un tronco maestoso, frondoso, ben radicato nel terreno, un terreno a volte secco, quasi arido; la forza e la potenza della quercia sta nella stabilità; non c’è forza di vento che possa scuoterla e piegarla; non c’è pioggia che possa percuoterla; e poi, i suoi rami sono generosi, accolgono nidi e ripari per quei piccoli animaletti che vivono nei loro tronchi screpolati; la sua ombra diventa un riparo per tutte quelle piccole piante che temono la forza del sole. In secondo luogo, molto avrebbe da imparare dalla pazienza del pioppo; un albero che cresce sulle rive dei fiumiciattoli; dal tronco poroso, leggero, ma che sa elevarsi verso l’alto, fino a toccare a volte la punta del cielo; il suo profilo filiforme è ironico, ma sagace; non teme la burrasca; sa nella sua profonda saggezza che l’acqua scorre sotto le sue radici; che nulla ristagna; e che di questo scorrere egli si alimenta. Ma soprattutto dovrebbe imparare molto dalla saggezza del cipresso, che deve lottare contra la forza del vento: i suoi rami sono fitti fitti stretti al corpo, che si assottiglia nella sua crescita; il tronco è flessibile ma robusto; sa emanare calma, tranquillità, sa che la forza del vento è un soffio che passa; a volte leggero, altre volte furioso: ma lui sta lì, ritto, pronto sempre a sfidarlo.


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